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Intelligenza artificiale: Optimus sempre più simile all’uomo

Intelligenza artificiale: Optimus sempre più simile all’uomo
@X Elon Musk

Ha movimenti più precisi, cammina, esegue piegamenti in palestra e si muove a tempo di musica; riesce anche a cucinare un uovo

I più scettici riguardo l’intelligenza artificiale nutriranno sicuramente delle perplessità, altri guarderanno con ammirazione a questa evoluzione.
Di fatto, in ogni caso, il robot umanoide, progettato da Tesla, dalla sua prima presentazione nel settembre 2022 a oggi sta facendo grandi passi avanti.
Basta dare un’occhiata al profilo X di Elon Musk per veder di cosa sia oggi capace e chiedersi fin dove potrà arrivare. Il video mostra “Optimus”, questo è il nome della creatura del grande imprenditore statunitense, che cammina a una velocità maggiore rispetto alla versione precedente oltre ad avere un maggior controllo del corpo e dell’equilibrio.

optimus
@X Elon Musk

“Optimus” sempre più umano

Assomiglia sempre più a un umano.  Fa esercizi in palestra, danza a ritmo di musica e maneggia oggetti fragili con dimestichezza al punto da arrivare con estrema precisione a prendere un uovo e cucinarlo.
La seconda generazione di “Optimus” ha sensori sulle articolazioni che rendono i suoi movimenti più precisi, come mostrano le immagini. Certamente la strada da percorrere è ancora molta ma l’obiettivo ambizioso di Musk è quello di arrivare ad avere migliaia di robot umanoidi che lavorano al posto degli esseri umani nelle sue fabbriche Tesla e non solo.

Optimus
@X Elon Musk

La sfida: il robot umanoide nei luoghi di lavoro come a casa

Musk a medio e lungo termine vorrebbe arrivare a vederlo utilizzare anche tra le pareti domestiche per preparare la cena e prendersi cura degli anziani.
“L’intelligenza artificiale non riesce ancora a eguagliarci, ma si sta avvicinando – ha commentato nel corso di un evento tech a Toronto Geoffrey Hinton, 75 anni, considerato il padre dell’AI (intelligenza artificiale) che ha lasciato Google e ora gira il mondo per parlare di reti neurali, machine learning e intelligenza artificiale -. Noi siamo solo una macchina meravigliosa, incredibilmente complicata. Ma siamo solo una grande rete neurale e non c’è motivo per cui una rete neurale artificiale non possa fare tutto ciò che noi possiamo fare”. Pro e contro, secondo il ricercatore britannico naturalizzato canadese, dipendono poi dall’uso che si può fare dell’intelligenza artificiale.

Optimus
@X Ellon Musk

Segnali di “stanchezza” dall’intelligenza artificiale?

Se, come si sta da più parti dimostrando, l’intelligenza artificiale arriverà a sostituire gli umani in determinati compiti non dovrebbe stupire che possa dare segnali di stanchezza come capita alle persone in carne e ossa.
A quanto pare, anche i chat robot, per esempio, registrano talvolta un calo nelle performance.
Succede di recente a ChaptGpt, il chatbot che elabora le conversazioni umane, scritte o parlate, consentendo alle persone di interagire  come se stessero comunicando con una persona reale.
Basato sull’ intelligenza artificiale e sull’apprendimento automatico, il chatbot sviluppato da OpenAI dallo scorso novembre non si aggiorna più mostrando incapacità di anticipare problemi o esigenze relative all’operatività del proprio lavoro e fornendo risposte incomplete.

immagine di repertorio

OpenAI ha riconosciuto che esiste il problema ma di non essere sicura delle cause che l’hanno provocato. Secondo il sito specializzato Ars Technica  potrebbe trattarsi di un fenomeno noto come ”ritmo di pausa invernale” che normalmente riguarda un rallentamento nell’uso di protocolli adoperati dagli umani in questa stagione, mentre si ignorava che l’effetto potesse portare imprevedibilità nei modelli di intelligenza artificiale.

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