Da un lato la ricerca della soluzione diplomatica della guerra con l’intermediazione della Bielorussia, dall’altro il rilancio del presidente russo Putin sul nucleare.
Sono ore cruciali per le trattative Russia-Ucraina.
E anche l’Italia è entrata ufficialmente in un nuovo stato di emergenza, stavolta non più per motivi sanitari, ma bellici.
Trattative Russia-Ucraina
La giornata odierna, lunedì 28 febbraio, potrebbe essere determinante nel senso dell’auspicata cessazione delle ostilità su base negoziale.
Le delegazioni di Russia e Ucraina hanno infatti accettato, per la prima volta dall’inizio della guerra, di sedersi a un tavolo cercando un dialogo risolutivo delle questioni in campo.
A partire dal ritiro dei soldati russi dall’Ucraina per porre fine all’occupazione.
La sede dell’incontro, senza precondizioni, è in territorio neutro: in Bielorussia, vicino al fiume Pripyat, nella regione di Gomel, situata nei pressi del confine con l’Ucraina.
A garantire la sicurezza dei diplomatici, proprio il presidente bielorusso Lukashenko si è assunto la responsabilità che tutti gli aerei, elicotteri e missili di stanza sul territorio del Paese rimangano a terra durante il viaggio, i colloqui e il ritorno della delegazione ucraina.
Putin nucleare: una nuova minaccia
L’annuncio di una possibile distensione tra i 2 Paesi è stato però sùbito seguito da un’ulteriore notizia di segno diametralmente opposto.
Putin ha infatti dato ordine di mettere in stato di massima allerta le forze di difesa nucleare della Russia.
Le forze di deterrenza dell’esercito russo sono state quindi messe in regime speciale di servizio di combattimento. E questo, come ha spiegato il presidente russo, in seguito alle “dichiarazioni aggressive” della Nato.
Pronto il commento dell’Alleanza Atlantica, per bocca del segretario generale Jens Stoltenberg, che ha espresso forte preoccupazione per le parole di Putin, viste come la dimostrazione della gravità della situazione. Dura inoltre la condanna dell’ambasciatrice statunitense all’Onu, Linda Thomas Greenfield, che ha definito “totalmente inaccettabile” il comportamento del leader russo.
Il possibile ruolo della Nato
Non facendo parte l’Ucraina dell’Alleanza Atlantica, la Nato non può intervenire militarmente nel conflitto attualmente in corso.
L’articolo 5 del Trattato alla base dell’organizzazione prevede infatti che “le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America Settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti”.Vi è però un ulteriore articolo, il numero 4, che potenzialmente apre alla possibilità di un intervento delle forze Nato.
A giustificare questa discesa in campo del contingente sovranazionale sarebbe la considerazione che l’attacco all’Ucraina può tradursi in un pericolo per “l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza” per altri Paesi che invece sono membri dell’Alleanza.
Lo stato di emergenza in Italia
Con il nuovo decreto legge approvato venerdì dal Consiglio dei Ministri, l’Italia ha intanto proclamato un nuovo stato di emergenza di 3 mesi legato proprio alla guerra in Ucraina.
Il provvedimento mira soprattutto a facilitare nelle zone del conflitto il dispiegamento di soldati e mezzi militari nell’ambito della Nato, oltre che lo svolgimento di interventi umanitari anche da parte della Protezione civile.
Nel periodo del conflitto, l’Italia rafforza anche l’Unità di crisi del Ministero degli Esteri per la tutela dei connazionali all’estero.
Il cosiddetto Decreto Ucraina nello specifico prevede l’invio di 250 soldati in Lettonia, 130 in Romania (con anche 14 aerei per il pattugliamento in volo), 235 marinai, con 2 navi e 1 aereo, per il pattugliamento del Mar Nero. Il contingente italiano impegnato in Ucraina non supererà comunque i 1.970 soldati.
Alberto Minazzi