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L’AI per svelare i segreti dei papiri di Ercolano

L’AI per svelare i segreti dei papiri di Ercolano
@ Vesuvius Challenge

Grazie a un algoritmo appositamente addestrato, è riemersa dal materiale carbonizzato una prima parola: porpora

Nel 79 d.C. la terribile eruzione del Vesuvio con le città di Pompei ed Ercolano distrusse anche una ricca collezione di 1.800 pergamene trovate ad Ercolano nel 1752, l’unica biblioteca intatta mai conosciuta della storia antica.
Questi rotoli di papiri sono ancora conservati carbonizzati dal materiale vulcanico eruttato. E se negli anni sono stati diversi i tentativi falliti di leggerli per rivelare le storie delle due località, oggi l’intelligenza artificiale, grazie a un algoritmo appositamente addestrato e assieme alla tomografia a raggi X a contrasto di fase, ha permesso di far emergere da uno dei papiri una prima parola: porpora.

Leggibili dopo oltre duemila anni

Il ricco patrimo sepolto dalla cenere da quasi duemila anni diventerà così leggibile.
Si tratta di centinaia di rotoli ritrovati in quella che doveva essere una lussuosa villa a Ercolano.
Un tesoro storico e culturale inestimabile che conserva, come spiegano gli studiosi, opere di filosofia e non solo. Vi sarebbero infatti anche cronache del tempo e informazioni di vita quotidiana. Materiali senza dubbio preziosi per guardare al passato.
Passi avanti sono stati fatti grazie all’intelligenza artificiale e alla “Vesuvius Challenge”, la sfida internazionale tra informatici lanciata a marzo scorso dall’Università del Kentucky. Una competizione che ha permesso di identificare alcune lettere in alfabeto greco antico che compongono la parola “Porphyras”.

papiri
@ Vesuvius Challenge

L’algoritmo di machine learning decifra papiri

Il team dell’Università del Kentucky ha sviluppato un algoritmo di machine learning (un sottoinsieme dell’intelligenza artificiale che si occupa di creare sistemi che apprendono o migliorano le performance in base ai dati che utilizzano, ndr) per leggere le immagini a raggi X dei rotoli carbonizzati  invitando gli informatici di tutto il mondo a utilizzare e migliorare l’algoritmo per scovare il testo celato sotto la cenere.
I ricercatori hanno messo gratuitamente a disposizione la loro intelligenza artificiale e migliaia di immagini a raggi X e in 3D di alcuni rotoli di papiro di Ercolano.
Si è così aperta la possibilità di fare luce sul passato di duemila anni fa. I primi due vincitori della sfida sono due studenti di informatica: Luke Farritor dal Nebraska e Youssef Nader che, indipendentemente l’uno dall’altro, hanno rintracciato la stessa parola in greco antico in uno dei rotoli, aggiudicandosi rispettivamente 40 mila e 10 mila dollari.

La villa dei Papiri scoperta da un contadino

Fu un contadino italiano nel 1750 d.C. a rinvenire la villa mentre scavava un pozzo. Gli scavi hanno portato alla luce statue, affreschi e centinaia di pergamene rimaste sepolti sotto la cenere del Vesuvio. I primi tentativi di aprirli purtroppo fecero sì che molti andarono distrutti.  Altri, srotolati nel corso di decenni da un monaco italiano, contenevano testi filosofici scritti in greco.
Più di seicento rimangono non aperti e illeggibili.
Molti storici ritengono che ci siano altre migliaia di rotoli sotto terra. Nel 2015, utilizzando la tomografia a raggi X e la visione artificiale, un team guidato dal dottor Brent Seales, dell’Università del Kentucky, riuscì a leggere il rotolo En-Gedi, scoperto nella regione israeliana del mar Morto, senza aprirlo.
Un risultato che dimostra le potenzialità dell’operazione tentata ora con i misteriosi papiri di Ercolano.

papiri
Scavi Ercolano

Tecnica affinata per i papiri di Ercolano

Tuttavia per i papiri di Ercolano è entrata in scena una ulteriore tecnica. Sotto la luce infrarossa alcuni frammenti staccati dei papiri sono leggibili e sembra possibile che questi possano essere utilizzati come dati di verità per un modello di apprendimento automatico in grado di rilevare inchiostro altrimenti invisibile dai raggi X.
Per ottenere raggi X alla massima risoluzione possibile, viene utilizzato un acceleratore di particelle per scansionare due pergamene complete e diversi frammenti. Oggi il sistema si è ulteriormente evoluto e il modello di apprendimento automatico riconosce con successo l’inchiostro dalle scansioni a raggi X, dimostrando che è possibile applicare lo scarto virtuale ai rotoli di Ercolano utilizzando le scansioni del 2019 e perfino scoprendo alcuni caratteri in strati nascosti del papiro.

Silvia Bolognini

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