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Il venerdì nero dell'anno record per eventi estremi

Il venerdì nero dell'anno record per eventi estremi

Coldiretti: oltre 6 miliardi di danni per l’agricoltura. Intanto è atteso un “venerdì nero” per il ciclone Medusa

Il passaggio dall’ottobrata estiva al primo vero maltempo autunnale si prepara a vivere su buona parte d’Italia una giornata all’insegna di piogge intense, venti di burrasca, forti temporali e mareggiate violente.
Al punto che, per questo 20 ottobre, le previsioni di iLMeteo.it non hanno esitato a usare la definizione di “venerdì nero” meteorologicamente parlando.
L’ennesima conferma dell’estremizzazione delle condizioni ambientali legate ai cambiamenti climatici. Tant’è che “nero” è anche l’aggettivo usato da Coldiretti per qualificare il 2023 dal punto di vista dei danni per l’agricoltura italiana a causa del record di eventi estremi del decennio, con una media di quasi 10 al giorno.

eventi estremi

La statistica dei coltivatori diretti emerge dall’analisi dei dati dell’European Sever Weather Database. I dati Isac Cnr relativi ai primi 9 mesi di quest’anno, prosegue Coldiretti, dicono inoltre che il 2023 è il secondo anno più caldo dal 1800, superando di 0,82 gradi la media storica dall’inizio delle rilevazioni, con la punta di +1,02 al Nord.

Gli eventi estremi e i danni all’agricoltura italiana nel 2023

Una situazione che si traduce in un pesante effetto economico negativo per gli agricoltori.
“A causa di nubifragi, tornado, bombe d’acqua, grandinate con esplosioni di maltempo violento intervallato da ondate di calore africano”, quantifica l’associazione, “il 2023 è l’anno nero dell’agricoltura italiana con danni che superano i 6 miliardi di euro”.
A causa dei cambiamenti climatici quest’anno la produzione di grano è scesa del 10%, quella delle ciliegie del 60%, le pere hanno fatto segnare un -63%, le mele addirittura il -70%. Cali anche per pomodori (con la raccolta di quelli da salsa che è ancora in corso, così come quelle di mais e riso) e uva, in entrambi i casi al -12%.

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E non finisce qui. “L’improvviso cambio di stagione – sottolinea Coldiretti- mette ora a rischio anche le colture che per il caldo hanno prolungato la stagione: dalle melanzane ai peperoni, dalle zucchine ai cetrioli”. E se il Centro-Nord, a raccolta appena iniziata, ha già perso un terzo della produzione di olive, si temono adesso le grandinate che potrebbero compromettere i frutteti di agrumi, mele, pere, cachi e kiwi.

Il venerdì nero del ciclone Medusa

Nel frattempo, il temuto ciclone Medusa, il primo dell’autunno, è ormai sull’Italia centro-settentrionale, con una fase di maltempo molto acuta nella giornata odierna, venerdi 20 ottobre, e fenomeni destinati a proseguire anche sabato 21, dovendo aspettare domenica 22 per una piccola tregua, che dovrebbe però finire già martedì 24.
I primi effetti del maltempo si sono già registrati nelle scorse ore, in particolare in Toscana.
Dopo la bomba d’acqua di mercoledì pomeriggio a Follonica, si sono infatti registrati forti temporali tra Pisa e Livorno (dove sono stati chiusi anche scuole, parchi e cimiteri, come a Carrara), un forte nubifragio a Casciana Terme nel Pisano, allagamenti e circolazione dei treni rallentata.

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Mareggiate violente, poi il passaggio verso est

Il bollettino di www.iLMeteo.it, per oggi, prevede ancora piogge abbondanti, specie al Nord-Ovest e sulle coste tirreniche, con venti che soffieranno fino a burrasca in prevalenza dai quadranti meridionali. Il mare inoltre si ingrosserà, con onde di 6 metri sul Mar Ligure e sono attese anche mareggiate violente, tra Liguria e Versilia, localmente su Sardegna, Basilicata e Puglia ionica. Nubifragi sono attesi inizialmente su Liguria, Alta Toscana, Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia. Dal pomeriggio, prosegue iLMeteo.it, il maltempo si sposterà leggermente verso est, provocando piogge torrenziali specie su Lombardia, zone alpine e prealpine del Triveneto, Liguria di Levante e Toscana, con possibili fenomeni intensi anche su Umbria, Lazio e Sardegna. Picchi di caldo, invece, su Sicilia e Calabria, ma anche tra Romagna e Marche.

Alberto Minazzi

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