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Bassetti: Covid, West Nile e Vaiolo delle scimmie. Tra novità e fake

Bassetti: Covid, West Nile e Vaiolo delle scimmie. Tra novità e fake
Il direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova Matteo Bassetti

L’infettivologo genovese: “I nuovi vaccini proteggeranno da tutte le varianti Omicron, compresa Centaurus”

L’arrivo dell’atteso vaccino studiato per essere efficace sulle più recenti evoluzioni del Covid sembra essere imminente.
“Si parla – conferma Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive dell’ospedale Policlinico San Martino di Genova – di un vaccino in approvazione nelle prossime settimane, che probabilmente già a settembre sarà disponibile. E sarà aggiornato su tutte le varianti Omicron, compresa l’ultima Centaurus, che è una sottovariante di Omicron 2 e dovrebbe essere quindi coperta senza grandi problemi”.

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Centaurus, l’ultima variante di Omicron

Una novità che, ammonisce l’infettivologo genovese, rischia però di creare un paradosso riguardo all’attuale campagna vaccinale lanciata per la quarta dose.

Covid: a che punto siamo

Del resto, rispetto all’esplosione della pandemia nel 2020, le cose sono cambiate al punto di arrivare a ribattezzare “Covid-22” la malattia causata da Omicron (a fine giugno responsabile del 94% dei contagi) e in particolare dalle sottovarianti BA.4 e BA.5 (alla stessa data arrivate al 43% dei casi), che sta provocando l’ondata estiva in tutto il mondo.
Un virus più contagioso, anche se, a quanto sta emergendo, causa di meno decessi e di meno casi gravi.
“La situazione-Covid – commenta Bassetti – mi pare abbastanza chiara, nel senso che ormai questa fiammata estiva si sta risolvendo. Oggi l’infezione è profondamente diversa, con tante persone che sono asintomatiche o poco sintomatiche grazie ai vaccini. Purtroppo continuiamo ad avere numeri a tre cifre per quanto riguarda i decessi, che sicuramente cresceranno ancora, perché più gente entra in ospedale con un tampone positivo asintomatico, se non esce e muore rimane etichettata come Covid. Un sistema che andrebbe profondamente cambiato, attribuendo un valore importante alla mortalità attribuita al Covid rispetto alla mortalità di chi è semplicemente positivo al tampone”.

Quarta dose: ci sono casi e casi

“Io credo – premette Bassetti – che una persona ultraottantenne o comunque molto fragile avrebbe già dovuto fare la quarta dose. E comunque va benissimo che oggi se la faccia. Se fossi un sessantenne o un settantenne sano, che non ha altri problemi, che ha fatto tre dosi di vaccino e magari si è anche contagiato con la Omicron, io aspetterei tranquillamente di fare la vaccinazione a ottobre”.

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“Se uno fa un richiamo adesso – motiva il medico – siccome devono trascorrere 120 giorni prima di poter fare un nuovo vaccino, rischia infatti di trovarsi in una situazione di difficoltà proprio nel prossimo autunno. Perché significa farla intorno a dicembre, perdendo quindi evidentemente l’opportunità di avere un vaccino migliore e ambivalente nel momento più importante”.
Sta in questo, secondo Bassetti, il paradosso di una campagna vaccinale che “non andava lanciata mettendo sullo stesso piano sessantenni e centenni in piena estate, senza dei dati forti che potessero spingere le persone a farla. E la gente è rimasta molto fredda. Purtroppo quello che sta succedendo è in qualche modo la cronaca di un fallimento annunciato”.
Anche la scelta come testimonial del premio Nobel per la fisica Parisi, “che non è un medico, non è un ricercatore nel campo della medicina, non è un esperto di vaccini”, vede “molto perplesso” l’infettivologo. Che punta il dito anche sulla continuazione della “politica delle restrizioni”. “Mascherine e distanziamenti – afferma – hanno dimostrato di poter funzionare due anni fa ma oggi il loro impatto è assolutamente limitato”.

West Nile: resta malattia rara.

Sul fronte delle malattie infettive, c’è infine anche West Nile.
L’ultimo bollettino settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità parla di 15 nuovi casi negli ultimi 7 giorni, che hanno portato il totale di quelli confermati a 42 (la metà dei quali con forme neuro invasive, 12 nei donatori di sangue e 9 con febbre). I morti sono invece 5: 3 in Veneto, dove si è riscontrato il primo caso, e 1 ciascuno in Piemonte e in Emilia Romagna.
I dati, precisa però l’Iss, non solo sono in linea con gli anni dal 2017 a oggi, ma sono ben lontani dai 618 infetti e i 49 decessi del 2018.
Nel veneziano, attualmente, i casi sono 15, ai quali si aggiunge un caso di Dengue. Anche quest’ultima, è una malattia infettiva di origine tropicale trasmessa da zanzare di tipo Aedes. Provoca febbre, mal di testa, dolori muscolari e un esantema simile al morbillo. Nei casi più gravi, la febbre è emorragica.

 

“Credo -commenta Bassetti -che anche quello di West Nile sia l’ennesimo errore che stiamo commettendo. Buttare in pasto alla gente che se li punge una zanzara comune possono morire di una encefalite è la cosa peggiore che si possa fare a livello di informazione. Noi dobbiamo sapere che l’encefalite da West Nile è una complicanza rarissima. Siamo fondamentalmente di fronte a un’infezione che, nel 99% dei casi, non dà nessun tipo di problema. È una malattia assolutamente molto rara per le forme più gravi”.
Secondo i dati scientifici, infatti, solo l’1-2% dei casi di West Nile può provocare encefalite o meningite. Ugualmente per la Dengue.
Essendo tardi per la disinfestazione e non esistendo un vaccino, il consiglio è così semplicemente quello di usare repellenti e coprirsi per evitare le punture degli insetti.

Il vaiolo delle scimmie: niente paura delle zanzare

Nelle ultime settimane sta aumentando anche la preoccupazione anche per il vaiolo delle scimmie.
Per il numero dei casi registrati in Italia (599 secondo l’ultimo aggiornamento dell’Iss sull’epidemia) e per la diffusione della notizia secondo la quale Monkeypox sarebbe trasmissibile attraverso la puntura delle zanzare.
“Non andrei a sottolineare – rassicura l’infettivologo – questo aspetto. Si tratta infatti di una malattia a tutti gli effetti sessualmente trasmessa, perché il 97% dei casi riguarda fondamentalmente uomini tra i 20 e i 40 anni, con un’età media di 35 anni, che hanno avuto rapporti sessuali o omosessuali, o eterosessuali o bisessuali”.
Di qui l’auspicio: “È a queste persone – riprende Bassetti – che dovremmo indirizzare la nostra attenzione cercando di spiegare che, essendo una malattia che si trasmette prettamente attraverso un contatto sessuale o un contatto con le lesioni, occorre fare molta attenzione”.
Contro il vaiolo delle scimmie, sono arrivati i primi vaccini.

Alberto Minazzi

 

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