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Mar Rosso: il Parlamento decide sull'impegno italiano

Mar Rosso: il Parlamento decide sull'impegno italiano
Il cacciatorpediniere Caio Duilio @Marina Militare

Votata la risoluzione che dà il via alla missione difensiva europea “Aspides” in un’area fondamentale per commercio e comunicazioni internet

Il cacciatorpediniere della Marina Militare “Caio Duilio” è nell’area da inizio febbraio e nei giorni scorsi ha intercettato e abbattuto un drone dei miliziani Houthi dello Yemen.
A bordo, inoltre, è già imbarcato anche il contrammiraglio Stefano Costantino, incaricato di guidare la flotta europea.
Sono state queste di stamani, però, con l’arrivo della relativa risoluzione in Parlamento le ore decisive per il definitivo via libera alla missione europea “Aspides” nel Mar Rosso.
Una presenza militare, ma con compiti esclusivamente difensivi dei traffici commerciali, per la quale l’Unione Europea ha affidato al nostro Paese il comando.
Un compito importantissimo, considerato il ruolo cruciale svolto nei collegamenti via acqua tra Asia e Mediterraneo del braccio di mare al centro di forti tensioni internazionali. Senza dimenticare che, proprio sotto quelle acque, passano cavi e infrastrutture fondamentali per le comunicazioni mondiali.

La missione Aspides, sul campo e in Parlamento

Anche il resto della flotta europea che sarà impegnata nell’operazione è già dislocata nel Mar Rosso, dove sembrano tutt’altro che in diminuzione le minacce e i raid con missili e droni lanciati dagli Houthi contro gli Stati che sostengono Israele nel conflitto di Gaza, a partire da Usa e Regno Unito.
A differenza di quanto deciso sul piano militare dai Governi di queste 2 Nazioni, Aspides avrà solo compiti di sorveglianza e pattugliamento a protezione dei mercantili Ue.
“Le risposte saranno condotte nel pieno rispetto del diritto internazionale, quello consuetudinario e il diritto all’autodifesa in caso di attacco imminente o in corso, su navi proprie o di terzi, così come previsto all’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Aspides agirà inoltre in piena conformità con la Convenzione Onu sul diritto del mare”, ha chiarito il ministro della Difesa  Guido Crosetto.

mar rosso

Il “Caio Dulio” ha a bordo 3 cannoni, 2 mitragliere, un sistema missilistico antiaereo capace di coprire distanze fino a 120 chilometri, 2 lanciarazzi, 2 lanciasiluri antisommergibile e un elicottero. Ad affiancare la nave italiana, la fregata tedescaHessen”, con un contingente di circa 240 soldati, la belgaMarie-Louise” e una non ancora identificata nave francese, selezionata dal Governo transalpino tra quelle già presenti nell’area.
Rinforzi sono attesi anche da Grecia, Portogallo, Danimarca e Paesi Bassi, così come va ricordato che nel Mar Rosso c’è anche un’altra nave militare italiana, la fregata “Martinengo”. Il primo attacco con drone degli Houthi subìto dal nostro Paese “conferma la gravità della minaccia terroristica”, ha sottolineato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in apertura dei lavori a Montecitorio, ribadendo anche che “è essenziale raggiungere un cessate il fuoco sostenibile a Gaza”.

I traffici commerciali mondiali via mare

Nella tratta che, attraverso il Mar Rosso e il Canale di Suez consente il collegamento tra oceano Indiano ed Europa, consentendo di evitare il ben più lungo tragitto di circumnavigazione dell’Africa, si stima che passi il 12% dell’intero commercio mondiale.
Il traffico merci via acqua, del resto, riveste un’importanza fondamentale e crescente nelle dinamiche dell’economia globale e italiana.
Lo conferma anche l’ultimo rapporto annuale del Centro studi Srm.
La decima edizione del report “Italian Maritime Economy”, pubblicata lo scorso luglio, aveva stimato una crescita del commercio via mare del +1,8% nel 2023 e del +3,1% nel 2024, per un valore di oltre 14 trilioni di dollari, ovvero il 12% circa del Pil globale. La seconda tendenza sottolineata è quella dell’affermazione di processi di regionalizzazione dello shipping, con un aumento del +5,6% nel primo semestre dello scorso anno delle rotte intraregionali, a fronte di un -3% di quelle tra Oriente e Occidente.

Una situazione che ha ridato nuova centralità al Mediterraneo, soprattutto grazie all’importanza proprio del Canale di Suez, considerato un “vero e proprio checkpoint” per il commercio mondiale, a partire da quello alimentare. Nel 2022, per esempio, sono oltre 23.400 le navi che hanno sfruttato questa rotta.
Con benefici in primis per l’Egitto (+25% rispetto al 2021 nelle entrate, arrivate a 8 miliardi di dollari), ma anche per l’Italia, in particolare quella meridionale.

Il Mar Rosso e la rete internet

Un ulteriore pericolo globale legato al Mar Rosso è poi quello che riguarda la continuità delle comunicazioni internazionali via internet.
Se il 93% delle informazioni globali viene trasmesso sott’acqua, circa il 17% del traffico dati mondiali transita infatti attraverso una ventina di condutture, collocate su fondali “bassi” tra 25 e 60 metri in un’area tra Gibuti e proprio lo Yemen, che consentono ai cavi di raggiungere quindi lo stretto di Bab al-Mandeb e l’Oceano Indiano.
Proprio nello stretto, nei giorni scorsi s’è verificata l’ipotesi, ventilata e temuta da almeno un mese, di un danneggiamento a tre cavi sottomarini in fibra ottica per internet, con un reindirizzamento da parte dei fornitori di circa il 25% dei servizi, come ha stimato la società di telecomunicazioni di Hong Kong HGC Global Communications.
Un attacco, va detto, non rivendicato dagli Houthi, ma che conferma la particolare vulnerabilità dello snodo all’interno del sistema.

I fondali non troppo profondi del Mar Rosso, uno dei veri e propri “colli di bottiglia” per la rete mondiale, facilitano infatti gli attacchi, che non richiedono oltretutto una particolare dotazione tecnologica. Non a caso, ancor prima dell’evolversi delle tensioni in Medio Oriente, l‘Europa ha avviato un progetto di collegamento alternativo a quello attraverso il Mar Rosso, che a regime collegherà i Paesi dall’Italia all’India.

Alberto Minazzi

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