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Gas: in Italia scatta il pre-allarme. I ministri volano in Algeria

Gas: in Italia scatta il pre-allarme. I ministri volano in Algeria

Il conflitto in Ucraina sta minacciando le forniture di gas che arrivano dall’Est europeo.
Il nostro Paese ha un consumo di 70-80 miliardi di metri cubi di gas all’anno e 18 miliardi di metri cubi di stoccaggio.
La maggior parte del gas naturale impiegato dall’Italia viene importato. E la Russia è la prima fonte di provenienza, fornendo circa il 40% del metano estero.
Lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, con le conseguenti sanzioni pesano ora sulle quotazioni del gas in Europa.
Ad Amsterdam il prezzo sale del 35,72% e arriva a 126 euro al Mwh. A Londra si registra un aumento del 25,32% mentre le borse europee aprono in forte calo.

Una misura di cautela

E’ scattato sabato il primo dei tre livelli di emergenza conseguenti alla crisi Ucraina e che influenzano le forniture al nostro Paese.
A dichiarare lo stato di pre-allarme è stato il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani.
Al momento tuttavia – chiariscono fonti del Mite – «si tratta di una misura di cautela che avvia un monitoraggio costante della situazione energetica nazionale e un riempimento dello stoccaggio anticipato rispetto a quanto normalmente accadeva da primavera avanzata».
Operatori del settore e Snam (Società nazionale Metanodotti, una delle principali società di infrastrutture energetiche al mondo, ndr) stanno riempiendo gli stoccaggi che oggi sono più forniti (38,5%) della media europea (29,7%).

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Roberto Cingolani. ministro per la Transizione ecologica

«Il livello di pericolosità – precisa il Mite – della minaccia alle forniture è sensibilmente maggiore rispetto a quanto previsto nelle analisi di rischio svolte in passato, benché la situazione delle forniture sia al momento adeguata a coprire la domanda interna».
Lo stesso Ministro è in costante contatto con il premier Mario Draghi e con i ministri dell’Energia dei principali Paesi al mondo.
Proprio oggi, 28 febbraio, partecipa a Bruxelles al Consiglio europeo straordinario dei ministri dell’energia.
Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio è invece in viaggio per l’Algeria con l’Ad di Eni Claudio Descalzi e il rappresentante del Ministero della Transizione ecologica per rafforzare la cooperazione energetica. Tra le ipotesi sul tavolo delle trattative l’aumento del flusso di gas dall’Algeria per compensare i flussi a rischio dalla Russia.

Le misure per far fronte alla possibile emergenza

Non è l’unico intervento del Governo in questo senso. Tra gli altri, c’è anche l’aumento della produzione nazionale di gas «più gestibile e meno caro», come ha sottolineato il premier Mario Draghi. Il decreto della scorsa settimana ha già previsto un incremento di 2,2 miliardi di metri cubi, fino a circa 5 miliardi di metri cubi totali.

Riguardo la situazione attuale gli addetti ai lavori di riempimento in anticipo degli stoccaggi comunicano che siamo lontani dal secondo livello di allarme e lontanissimi dal terzo di “emergenza” che scatta quando le misure di mercato non sono più in grado di reggere il sistema.
Riguardo la creazione di riserve energetiche comuni si esprime anche l’economista e presidente dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani Carlo Cottarelli: «Sono sempre a favore di iniziative comuni europee. Non c’è molto che si possa fare nell’immediato, tranne portare al massimo l’estrazione di nostri pozzi e riaccendere le centrali a carbone. Sul nucleare credo che rinunciare sia stato uno sbaglio, soprattutto fermare la ricerca che in altri Paesi è andata avanti».

Silvia Bolognini

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