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Guerra. Oggi vertice Draghi-Von der Leyen su rifugiati ed energia

Guerra. Oggi vertice Draghi-Von der Leyen su rifugiati ed energia
Mario Draghi-Ursula Von der Leyen

Nei primi 12 giorni di guerra, sono oltre 1,5 milioni i rifugiati che hanno lasciato l’Ucraina, 11 mila quelli che hanno raggiunto l’Italia. E il costo del gas, in borsa, è schizzato ai massimi storici toccando i 225 € al Mmbtu.
Mentre dovrebbe tenersi oggi il terzo round di negoziati tra le parti, il tema della gestione dei profughi sarà uno dei principali punti in agenda nell’incontro tra il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, organizzato per le ore 11 di oggi, 7 marzo 2022, a Bruxelles.
Ma si parlerà, ovviamente, anche dell’altro argomento di strettissima attualità in queste ore: l’emergenza energetica.

Borrell: rischio di arrivare a 5 milioni di rifugiati

Le previsioni di Borrell su quello che potrebbe essere il conto dei profughi in fuga dall’Ucraina sono ancor più preoccupanti.
“Se i bombardamenti continuano a colpire le città in modo indiscriminato – ha affermato il rappresentante Ue – ci possiamo attendere 5 milioni di rifugiati. Bisogna mobilizzare tutte le risorse dell’Unione per aiutare i Paesi che sono al confine”. Più della metà dei fuoriusciti dall’Ucraina nell’ultima settimana è infatti ora in Polonia.
Su questo fronte, l’Italia ha istituito un avamposto a Siret, al confine tra l’Ucraina e la Romania, come punto di prima accoglienza per i rifugiati.
Nella cosiddetta “tenda blu“, affiancata da quelle per i profughi diretti in Polonia, Germania e Repubblica Ceca, i fuoriusciti dal Paese in guerra vengono accolti potendo usufruire di alcuni servizi essenziali, nutrirsi e cambiare gli abiti. E c’è anche un veterinario a disposizione per i loro animali.

I corridoi umanitari russi

Sul tema dei civili in fuga si è espresso anche l’Alto Commissario Onu per i rifugiati, Filippo Grandi.
“È in corso la crisi di profughi più veloce in Europa dalla seconda guerra mondiale”, ha dichiarato. E non mancano immagini che evocano il più profondo orrore, come la foto, pubblicata dal New York Times, della famiglia composta da marito, moglie e due figli trucidata a Irpin mentre tentava la fuga.
In un comunicato, il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, ha però ufficializzato che “le forze russe, per scopi umanitari, stanno dichiarando l’apertura di corridoi umanitari”.
L’evacuazione, ha anche precisato, sarà comunque sottoposta a “un monitoraggio obiettivo continuo, anche con l’uso di droni”. I corridoi, ottenuti anche grazie alla mediazione del presidente francese Emmanuel Macron, partiranno da Kiev, Mariupol, Kharkiv e Sumy, diretti verso Gomel in Bielorussia, Rostov e Belgorod in Russia.

Le mosse estere e l’emergenza energetica

Il timore per le conseguenze della guerra ha raggiunto intanto anche la Cina, il cui presidente Xi Jinping, pur senza citare il conflitto, ha manifestato ufficialmente la sua preoccupazione.
Sul fronte della diplomazia, invece, vanno registrati gli incontri del premier israeliano, Naftali Bennett, tanto con Vladimir Putin che con Volodomyr Zelensky, prima di un vertice con il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Oltre al premier Draghi, che proverà a concordare con la Vond der Leyen il piano per differenziare le fonti di approvvigionamento del gas, per l’Italia in queste ore si sta muovendo anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.
Il titolare della Farnesina, dopo l’Algeria, ha raggiunto anche il Qatar proprio per parlare di accordi energetici.
Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha invece affermato la necessità di fissare un tetto ai prezzi del gas. E il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha osservato che servirà “allungare i tempi e spostare gli obiettivi della transizione ecologica”.

Alberto Minazzi

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Tag:  gas, guerra

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