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Accoglienza rifugiati Ucraina. L'ordinanza veneta

Accoglienza rifugiati Ucraina. L'ordinanza veneta

Il commissario per l’emergenza Ucraina in Veneto, il presidente della Regione Luca Zaia, firmerà oggi un’ordinanza per disegnare gli scenari possibili sul tema dell’accoglienza dei profughi.
“Stabiliremo gli interventi da mettere in campo a seconda del numero di ucraini in arrivo, fissando delle soglie.– ha spiegato Zaia dandone l’annuncio –.  Vogliamo essere assolutamente performanti fin dall’arrivo, per rendere più veloce possibile l’ultimo miglio”.

Ucraina: il piano Veneto e le tre soglie

Il commissario ha anticipato alcune linee guida del piano. Il cuore di accoglienza passerà per le principali stazioni ferroviarie del Veneto (Mestre, Padova e Verona) e per 26 hub diffusi sul territorio, uno per Distretto, per intercettare i profughi. L’ordinanza stabilirà anche i target fissati per i team sanitari che accoglieranno le persone in arrivo. “Avranno tutti i profili necessari: dal medico allo psicologo, dal mediatore culturale all’interprete”, ha assicurato Zaia. Le fasce del piano sono 3: fino a 4 mila arrivi, da 4 a 10 mila arrivi, oltre 10 mila arrivi.

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L’obbligo di tampone e uso Ffp2 per 5 giorni

Una delle misure contenute nell’ordinanza sarà l’obbligo, per gli ucraini in entrata, di sottoporsi a un tampone per il controllo Covid. “Non mi sembra – ha spiegato il commissario – una violenza, ma è il minimo sindacale perché non possiamo permetterci recrudescenze, specie considerando che queste persone arrivano da una comunità con una bassa percentuale di vaccinati. Senza nessuna ghettizzazione, ci sembra quindi giusto tutelare i Veneti”. Anche in caso di negatività, rimarrà obbligatorio anche l’uso della mascherina Ffp2 per almeno 5 giorni di monitoraggio.

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La disponibilità del vaccino

La sanità del Veneto si metterà inoltre a disposizione per somministrare tutti i vaccini, a partire dal quello per il Covid, agli Ucraini in entrata, compresi i bambini, ma sempre su base volontaria.
“Anche per chi si è vaccinato con Sputnik – ha chiarito Zaia – siamo disponibili a effettuare i richiami, che con quel tipo di siero sono possibili con i vaccini a Rna messaggero dopo 6 mesi dall’inoculazione”.
In questi giorni, intanto, sono stati effettuati ai profughi 2.306 tamponi (al 65% in strutture pubbliche), con l’emersione di 47 positivi.

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Il “borsino del lavoro”

Zaia ha firmato anche una seconda ordinanza come commissario, individuando 4 nuovi soggetti attuatori.
Di questi, Tiziano Barone si occuperà del coordinamento dei servizi per il lavoro.
“Creeremo – ha spiegato il presidente del Veneto – una sorta di borsino del lavoro, per mettere in collegamento le aziende con i profili professionali disponibili tra i profughi”.
Gli altri nuovi attuatori sono Idelfo Borgo, per la cyber security, Paolo Fattori, per l’accoglienza nelle strutture sanitarie, e Paolo Rosi, per gli interventi in prima linea.

I numeri dei profughi in Veneto

Anche se la situazione è in continua evoluzione, Zaia ha fatto il punto sui flussi di profughi in arrivo dall’Ucraina.
Al momento, sono state registrate 2.500 persone, di cui 780 nel Trevigiano, 450 nel Veneziano e 430 nel Vicentino. “Giorno dopo giorno – ha sottolineato Zaia – si registra però un forte incremento, di almeno 500 unità. Ci stiamo quindi preparando al peggio, visto che potremmo arrivare anche a 40-50 mila profughi. E se oggi l’accoglienza è ancora familiare, con la quasi totalità di ricongiungimenti, già si intravedono segnali di persone che arrivano seguendo i flussi”.

Accoglienza, solidarietà e assistenza sanitaria

Il Veneto ha comunque già iniziato un’ospitalità diffusa, che coinvolge nella filiera, oltre alla Regione, anche sindaci e Prefetture. Va intanto segnalato che 2.592 persone hanno chiamato il numero verde 800-990009 (o spedito una mail a ucraina@regione.veneto.it) dando disponibilità di alloggi per complessivi 5.600 posti letto. E i versamenti sul conto corrente sono stati 1.893, per un totale di 291 mila euro. Va infine ricordato che la Regione, dal 25 febbraio, rilascia ai profughi una tessera sanitaria provvisoria per la copertura ospedaliera: ne sono state consegnate 862, di cui il 48% a minori.

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