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Dal sangue dei sardi la scoperta sulle nascita dei tumori

Dal sangue dei sardi la scoperta sulle nascita dei tumori

Lo studio pubblicato su Nature dal Wellcome Sanger Institute con il Cambridge Stem Cell Institute e l’Istituto Europeo di Bioinformatica

La prima scoperta, era arrivata due anni fa e aveva consentito di ricostruire 6 mila anni di storia sarda.
Ora, dall’analisi del sangue donato ininterrottamente per 16 anni da 400 sardi, arriva la seconda scoperta, universale.
Perché riguarda tutti e conferma che la produzione di cellule di sangue cambia nel corpo umano con l’età.
Più si avanza, dunque, “più le mutazioni colpiscono le staminali del sangue alterandone la proliferazione e causando talvolta tumori”.
A spiegarlo sono i ricercatori che hanno condotto lo studio, ora pubblicato su Nature dal Wellcome Sanger Institute con il Cambridge Stem Cell Institute e l’Istituto Europeo di Bioinformatica (EBI) che fa capo al Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare (EMBL).
Alcuni tumori e malattie sono dunque strettamente legate all’invecchiamento.
A favorire la proliferazione delle cellule del sangue sono alcune mutazioni del Dna.
Tra le cellule staminali, questa proliferazione è frequente e genera delle ulteriori cellule che replicano le medesime mutazioni. Per questo motivo, sono chiamate cloni.
Con l’età, questo processo può stimolare l’insorgere di tumori e malattie.
Il fenomeno è stato approfondito dagli studiosi prendendo in considerazione 700 cloni di cellule del sangue di 385 persone dai 55 anni in su.
Nel 92% dei casi, i cloni sono cresciuti “con una velocità esponenziale – riporta lo studio – che si è mantenuta stabile per il periodo di osservazione”.
L’uso di modelli matematici ha poi consentito ai ricercatori di ricostruire la loro crescita nell’arco della vita umana.
Sempre lo studio del  Dna dei sardi, due anni fa, aveva ridisegnato a ritroso l’evoluzione di questa popolazione dimostrando i suoi rapporti, nei 6 mila anni di storia precedenti, con i Fenici, i Cartaginesi e i Romani.
A consentirlo, oltre al genoma della popolazione odierna, era stato il genoma isolato dai resti di 70 persone conservati in 21 siti archeologici della Sardegna.

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