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Donne e lavoro: nuovi orizzonti manageriali

Donne e lavoro: nuovi orizzonti manageriali

La parità di genere nel mondo del lavoro è un fattore strategico per lo sviluppo degli asset industriali nel nostro Paese. La strada verso la parità è ancora lunga, ma negli ultimi dieci anni ha registrato un incremento delle posizioni dirigenziali femminili, che sono passate dall’11% del 2010 al 18% del 2020.
Questi sono i dati emersi dal terzo rapporto dell’Osservatorio 4.Manager “Nuovi orizzonti manageriali, donne al timone per la ripresa del Paese” presentato nel corso di un seminario online organizzato da Confindustria Venezia e che ha visto la testimonianza di tre donne d’impresa: la presidente di Umana s.p.a. Maria Raffaella Caprioglio, la responsabile della fondazione Marisa Bellisario Giustina Destro e la Presidente del Comitato PMI di Confindustria Venezia Silvia Bolla.

rapporto parità di genere Confindustria

L’indagine di 4Manager

4Manager è l’associazione costituita nel 2017 da Confindustria e Federmanager per sostenere la crescita dei manager e delle imprese, con l’obiettivo di contribuire a generare uno sviluppo sostenibile e duraturo.
L’indagine è stata svolta sulla Community Think4WomenManagerNetwork all’interno della piattaforma di Open Innovation “Donne e Managerialità” composta da 147 donne manager e imprenditrici e su 1.336 aziende italiane, che periodicamente hanno fornito dati sull’andamento aziendale del personale maschile e femminile nel biennio 2018-2019.
Sono stati inoltre analizzati gli strumenti di comunicazione digitale di 10.000 aziende e le best practice di 640 imprese, 500 delle quali hanno sottoscritto la Carta per le Pari Opportunità.

La posizione dell’Italia rispetto alle donne lavoratrici

Nonostante tutti questi sforzi  e nonostante sempre più le soft skills di cui oggi necessitano le imprese come capacità di ascolto, di coinvolgimento, di rinnovamento dei processi e della cultura aziendale siano tutte prettamente femminili, l’Italia, rispetto ad altri stati comunitari che pur hanno lavorato per colmare il gap di genere, si trova ancora al 14° posto.
Nel nostro territorio – ha dichiarato il Presidente di Confindustria Venezia Vincenzo Marinese – sono molte le eccellenze produttive che vedono le donne artefici di grandi successi in ambito imprenditoriale, manageriale e politico. Le abilità non dipendono dal genere ma dalla forza di volontà. In loro riconosco questo coraggio, oltre a specifiche qualità che vanno dalle soft skills ad una accentuata capacità di analisi. È vero che la pandemia ha penalizzato molto le donne e questo, a mio avviso, è accaduto perché siamo ancorati a vecchi schemi, a partire da una spartizione dei ruoli familiari che deve necessariamente essere rivisitata”.

Il Presidente di Confindustria Venezia,- Area Metropolitana di Venezia e Rovigo Vincenzo Marinese
Il Presidente di Confindustria Venezia,- Area Metropolitana di Venezia e Rovigo Vincenzo Marinese

Il grande gap remunerativo: una disparità dura a morire

Lo studio di 4manager ha evidenziato come tra il 1977 e il 2018 l’occupazione femminile in Italia sia aumentata. Il tasso occupazionale ha infatti registrato un incremento di 16 punti percentuali, passando dal 33,5% al 49,5%.
Nonostante questo, il divario retributivo tra donne e uomini rimane ancora alto, con una perdita reddituale, dovuta alla maternità, del 35% nei due anni che seguono il parto e del 10% in quelli successivi. Oltre a questo, si è registrata una minore presenza femminile nei settori in cui la remunerazione è più alta, come ad esempio la finanza, la tecnologia e l’ ingegneria.
Il divario si acuisce proprio nei ruoli manageriali, dove emergono le maggiori differenze di retribuzione, anche se l’impiego di donne in ruoli dirigenziali è aumentato.

La parità poggia su una trasformazione culturale profonda

“Mi piace poco ragionare su quel che le donne hanno o non hanno rispetto agli uomini –ha affermato Maria Raffaella Caprioglio Presidente di Umana Spa – . Per storia e radici, mi piace di più parlare di persone. Delle loro capacità, attitudini, integrità. La loro voglia di impegnarsi e costruire un percorso. Tutti elementi, questi, che prescindono dal genere. Credo anche però che la nostra società, il nostro Paese, debba ancora lavorare molto su questo fronte per costruire un percorso culturale completo e finalmente moderno. Un percorso che è ancora lungo, perché, appunto, questa di cui parliamo è una trasformazione culturale profonda, intima. Cambiamenti di questo tipo  – ha concluso Caprioglio – richiedono generazioni, ma sono convinta che è la direzione obbligata che già abbiamo intrapreso”.

A sx, Maria Raffaella Caprioglio, presidente di Umana Spa; a dx Giustina Destro, responsabile della fondazione Marisa Bellisario

 

La parità di genere è un fattore trainante per la società nel suo complesso e per l’economia e dà maggiore competitività alle imprese, soprattutto nel periodo storico che stiamo attraversando.
L’emergenza sanitaria che ormai da un anno è in corso ha indiscutibilmente portato le imprese a trasformare i propri percorsi verso una maggiore sostenibilità aprendo opportunità che, fino ad un anno fa, erano impensabili.
Tra queste, sicuramente va annoverata la possibilità di dare un forte impulso alla valorizzazione dei talenti femminili.

Valentina Rossi

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Tag:  donne, Lavoro