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Nell'Europa delle microimprese, le grandi restano locomotiva

Nell'Europa delle microimprese, le grandi restano locomotiva

I dati Eurostat: il 99% delle aziende occupa meno di 50 addetti, ma metà del fatturato è prodotto dalle 53 mila da 250 dipendenti in su

Le grandi imprese, in Europa, sono una percentuale minima del totale delle realtà produttive: circa 53 mila su 32 milioni.
Ma il loro peso sull’economia resta determinante: metà del fatturato netto totale, ovvero 19,2 mila miliardi di euro su 38 mila miliardi, è infatti generato da società che impiegano almeno 250 persone.
È la principale considerazione sulle peculiarità della struttura dell’economia aziendale europea che si può trarre dai dati preliminari sulle Structural business statistics relative al 2022 che sono appena stati pubblicati da Eurostat, l’ufficio statistico della Ue.

Il doppio binario di piccole e grandi imprese

Nel suo complesso, il sistema produttivo industriale dà lavoro a 160 milioni di persone.
Quasi la metà, ovvero 78,8 milioni di dipendenti, svolge la propria attività all’interno di una impresa qualificabile come “piccola” o “micro”, cioè con una forza lavoro impiegata al di sotto dei 50 addetti.
Un altro 35% di lavoratori, 56,5 milioni di persone, è invece inserito in una grande impresa e il restante 15%, 24,6 milioni di dipendenti, in una impresa di medie dimensioni.
La ripartizione cambia decisamente in considerazione della consistenza numerica delle imprese operanti rapportate alla loro dimensione.

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Se le grandi imprese, come visto, sono percentualmente marginali, con uno 0,2% del totale, sale di poco la quota di quelle medie, che sono 247 mila, ovvero lo 0,8%. Il restante 99%, pari a 31,7 milioni di aziende, ha dunque dimensioni piccole o micro.
E ancor più le cose cambiano guardando al fatturato netto.
Messe tutte insieme tra loro, le imprese micro, piccole e medie, che in Europa costituiscono numericamente la quasi totalità del sistema produttivo, arrivano in pratica a fatturare quanto è ascrivibile alle sole grandi realtà. Il 32% dei ricavi, 12,2 mila miliardi di euro, va alle aziende più piccole; il restante 18%, 6,8 mila miliardi, entra nelle casse delle medie imprese.

Industrie: in Europa, più di metà delle aziende forniscono “altri servizi”

Un’ulteriore analisi estrapolabile dai dati Eurostat è quella relative al peso dei diversi settori all’interno del complessivo sistema industriale.
In questa prospettiva, sono ben il 62% del totale, ovvero quasi 20 milioni, le imprese che forniscono quelli che genericamente vengono qualificati come “altri servizi”: dalla ristorazione a sanità e sociale, dall’ospitalità a trasporti e istruzione, fino a magazzinaggio e servizi ricreativi, di intrattenimento e artistici.
Le imprese di questo comparto occupano in Europa 83,3 milioni di persone, il 52% del totale.

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Un altro 21% di dipendenti, 33,1 milioni in numeri assoluti, è impiegato nell‘industria in senso stretto. Seguono poi il commercio, con 29,8 milioni di addetti (il 19% di tutte le persone che lavorano nel mondo produttivo europeo) e il settore delle costruzioni, che si attesta a 13,7 milioni di lavoratori, ovvero il 9%.
Proprio l’edilizia, forte di 3,8 milioni di imprese (12%) conferma la fase non facile, con un utile di “appena” 2,1 mila miliardi, pari al 6% del totale.
La parte del leone, per quanto concerne il fatturato, la fa l‘industria tout court: pur contando su solo 2,4 milioni di imprese (8%), genera ricavi per 13,5 mila miliardi, il 35% del totale.
Non distanti, comunque, il settore dei servizi (11,4 mila miliardi) e il commercio (11,2 mila miliardi di fatturato per i 5,8 milioni di imprese).

Alberto Minazzi

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