L’annuncio dell’interruzione fa lievitare sul mercato il prezzo del gas, la speranza sulla scoperta di Eni
Ancora uno stop per Nord Stream, il gasdotto attraverso il quale la Russia rifornisce l’Europa di gas naturale.
Dal 31 agosto al 2 settembre, per effettuare lavori di manutenzione a un compressore, come ha annunciato il colosso del gas russo Gazprom, ci sarà una nuova interruzione del servizio.
La chiusura fa seguito a quella per la manutenzione di una turbina fatta riparare in Canada e che ora si trova in Germania in attesa dello sblocco burocratico perché ritorni operativa sul gasdotto.
I lavori comporteranno dunque un’ulteriore interruzione delle forniture di gas in Europa. E un ulteriore aumento dei costi.
Nuova impennata dei costi
Proprio in seguito all’annuncio dello stop delle forniture per le tre giornate indicate, il prezzo del gas ha raggiunto un nuovo massimo storico superando la soglia dei 286 euro al MWh sulla piazza di Amsterdam. I contratti futures (quelli secondo i quali due parti si impegnano a dare luogo a una compravendita di gas naturale, nel futuro, da un prezzo sul quale si sono accordati oggi) sul mese di settembre salgono infatti del 16,95% a 286,38 euro. Forte rialzo anche a Londra, dove vengono chieste 5,6 sterline (+21,5%) per una singola unità termica (MBtu) di gas naturale.
In direzione di una maggiore indipendenza dalle forniture di gas russe, il Consiglio europeo ha fatto scattare da dieci giorni il programma di auto riduzione del consumo del 15%. Per l’Italia in particolare è stata stabilita una quota del 7%.
Cronos: al largo di Cipro una delle riserve di gas più grandi del mondo
Una buona notizia arriva però da Eni. Il gruppo, assieme ai francesi di TotalEnergies ha infatti annunciato di aver individuato al largo di Cipro riserve di gas per oltre 70 miliardi di metri cubi all’interno della loro concessione.
Il pozzo, denominato Cronos, si trova a 2.287 metri di profondità a 160 km dalle coste dell’isola.
Anche se ci vorrà ancora un anno prima che si traduca in attività industriale, l’individuazione del giacimento di fatto aumenta le possibilità che l’Europa si affranchi dalle forniture russe e amplia la possibilità di diversificazione. Oltre a creare le condizioni per portare alla luce ulteriori giacimenti nella regione.
Silvia Bolognini
Sappiamo tutti che c’è gas anche in Adriatico, ma i nostri distruttori del Paese impediscono di rimettere in azione le piattaforme di estrazione, mentre la Croazia estrae il gas che vuole.