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Luce e gas: c'è preoccupazione. Tecnici al lavoro per il piano di emergenza

Luce e gas: c'è preoccupazione. Tecnici al lavoro per il piano di emergenza
Palazzo Chigi

Possibile un ulteriore intervento del governo ancora in carica prima del 25 settembre per aiutare famiglie e imprese. Razionamento in vista

Dal 29 agosto e fino al 2 settembre saranno interrotte le forniture di gas dalla Russia.
E tra i tecnici del governo alle prese con numeri e quantitativi di gas da tenere in serbo per l’inverno, inizia a serpeggiare la preoccupazione.
Tanto che, secondo quanto rende noto Adnkronos, si sta rimettendo mano al piano di emergenza.
L’inverno è alle porte e non si può improvvisare.
E’ per questo che, nonostante si sia di fatto in piena campagna elettorale, si fa più concreta l’idea di un ulteriore intervento, da parte del governo, per mitigare i costi.
Giusto per mettere le famiglie e le imprese italiane nelle condizioni di far fronte alle prossime bollette prima che il nuovo governo si insedi e che possa dar vita a un piano energetico vero e proprio.
Da parte loro, i tecnici starebbero lavorando per pianificare una serie di azioni in grado di ridurre i consumi nei mesi a venire.
Sempre secondo fonti di agenzia, lo scenario potrebbe prevedere la raccomandazione di ridurre di due gradi il riscaldamento nelle case, portandolo quindi a 18° anziché a 20, di ridurre anche le ore di accensione di riscaldamento e di prevedere la chiusura anticipata di uffici pubblici, negozi e locali.
Ugualmente, il piano di emergenza imporrebbe un’importante diminuzione dell’illuminazione pubblica.
Uno scenario di austerità, dunque, che si ripercuoterebbe sulla vita quotidiana di ciascuno di noi.
D’altra parte, l’aggiornamento delle tariffe del gas che si attende a ottobre potrebbe creare situazioni molto complicate per parte delle famiglie e molte imprese, già oggi in difficoltà a far quadrare i conti.
La richiesta di “affrontare seriamente e immediatamente la predisposizione di un eventuale piano di razionamento” arriva così proprio da Confindustria, attraverso la voce del suo presidente, Carlo Bonomi, che auspica un tetto del prezzo del gas quanto meno italiano e uno stop all’acquisto dei certificati verdi per le imprese.

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