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Coppa d'Oro: bolidi da sogno tra le Dolomiti

Coppa d'Oro: bolidi da sogno tra le Dolomiti
Coppa d'Oro delle Dolomiti 2021

Coppa d’Oro delle Dolomiti 2021, la sfida è vinta.

Una sfida per l’Automobile Club Belluno, organizzatore della manifestazione, nata storicamente nel 1947, con il supporto di Aci Sport e la collaborazione di Aci Storico.

Una sfida per gli equipaggi, tra cui anche numerosi veneti, chiamati a cimentarsi in due giorni su un percorso di oltre 500 km e 15mila curve.

Una sfida per Cortina d’Ampezzo che ha ospitato e fatto da base per gare ed eventi collaterali per gioielli su quattro ruote che hanno nomi da leggenda.

Auto da sogno nella cornice dei “Monti Pallidi”

Una Bugatti 37A del 1927. L’imponente Lancia Lambda 221 Casaro del 1929. Una Jaguar XK roadster del 1954 “very british”. Un’elegante Lancia Flaminia coupé del 1965. Una rara Citroen DS21 cabrio del 1968. La Fiat 508C del 1937 di Passanante e Moretti vincitori assoluti.

E poi, ancora, sportivissime e più attuali Ferrari Superfast, Ferrari Roma, Aston Martin Vantage Volante, Alpine Gt Legend e tante Porsche.

La tradizionale competizione, valevole per il Campionato Italiano Grandi Eventi Aci Sport, che ogni anno si ritrova in Ampezzo e transita per Val Badia, Val Pusteria e Cadore, ha fatto vibrare tornanti e passi con rombanti motori. E ha impreziosito queste strade con linee e colori che sembrano usciti da un quadro di Giacomo Balla o da un “canzoniere” futurista di F. P. Marinetti.

Il parco della Coppa d’Oro delle Dolomiti

Coppa d’Oro oltre il Covid

Ma è stata una sfida anche perchè ha saputo vincere sulla martoriata e confusa stagione pandemica che si sta ancora vivendo. Anche l’anno scorso la kermesse non era mancata all’appuntamento, in un momento di “raffreddamento” delle misure anti-Covid 19, ricorda a Metropolitano.it il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani, anch’egli competitor in coppia con la figlia Alessia su un fascinosa Lancia Aurelia B24 (quella del film “Il sorpasso”)… “Quest’anno – sottolinea – eravamo però preparati a questa situazione. E devo dire che le gare sono state organizzate con grande cura e attenzione. Le prove sono state molto tecniche in uno scenario che ha fatto anche di questa edizione un momento di ulteriore valorizzazione delle Dolomiti”.

Angelo Sticchi Damiani, presidente Automobile Club d’Italia

“E’ stato impegnativo – conferma un rappresentante di AciSport – proprio perché consapevoli del periodo difficile che si sta attraversando. Le molte restrizioni ancora a regime, per esempio, ci hanno impedito di accogliere molti driver esteri che avevano già dato la loro adesione”. Le iscrizioni effettive si sono attestate sul centinaio.

La parola ai partecipanti

I fratelli vicentini Pierluigi e Sergio Vinci, con una Porsche Carrera 4/S del ‘97 alla loro prima Coppa, si volevano divertire. Come è andata? “Obiettivo centrato. Percorso impegnativo e spettacolare. Saremo qui per la prossima edizione con un’altra Porsche, la 911S”

Scendono soddisfatti dalla loro Fiat Balilla 508 Coppa Oro del 1934 anche Osvaldo e il figlio Andrea che ha solo 15 anni ma i motori già nel cuore. “Non ho ancora la patente e quindi posso fare solo da navigatore. Diciamo che mi sto preparando”.

Padre e figlio in gara con la Balilla Coppa Oro

Nel box accanto a loro, la “senior” della competizione: la Bugatti del ‘27 di Matteo e Ingrid che hanno fatto anche la Mille Miglia: “Qui un’emozione fantastica”.

E poi i padovani Alessandro Marzotto, nipote di Vittorio e con i motori nel Dna, assieme alla moglie Giulia Siliprandi con la spettacolare Lancia Lambda carrozzata Casaro del 1929. “È come guidare – sorride – un pezzo di storia delle quattro ruote. Dentro bisogna un po’ adattarsi, nonostante sia un’auto di grandi dimensioni. E su queste strade e senza servoassistenze si fa una grande ginnastica di braccia e piedi. Infatti, Giulia ha preferito sempre fare da navigatore”.

La Lancia Lambda di Alessandro e Giulia Marzotto

Donne al comando

Molte e preparatissime le concorrenti al femminile, una australiana. Due gli equipaggi tutti rosa. Le sorelle Martina e Giulia Pastore, su una Porsche del ‘57, si sono aggiudicate la Coppa delle Dame.

Irresistibili, con un’applauditissima Fiat 1100 del 1953, anche Vera e Giovanna, architetto la prima e imprenditrice la seconda. “E grandi amiche. Che hanno voluto provare questa emozione. E che emozione!” racconta Giovanna, “donna del vino” a Sirmione, alla fine anche del seguitissimo Tour dei Sestieri. “Per noi è stata una scommessa, aiutate da un gruppo di amici. Abbiamo dovuto imparare in poche ore regole e strumenti per le prove di regolarità. Ma le donne sono tenaci e lo abbiamo dimostrato anche qui. Grazie anche al grande paesaggio e all’inattesa accoglienza per la 1100 che ha risvegliato nel pubblico ricordi e tradizioni”.

La 1100 di Vera e Giovanna

Motori e ambiente, binomio vincente

Di emozioni aveva parlato, alla cerimonia d’apertura,anche il sindaco di Cortina d’Ampezzo, Gianpietro Ghedina: “Non solo La Coppa d’Oro delle Dolomiti ha un fascino intramontabile come gara, ma si immerge nelle Dolomiti, Patrimonio naturale Unesco, coniugando così la tradizione motoristica con un ambiente e un paesaggio unici. E’ una competizione di regolarità classica e anche questo significa rispetto per questo territorio”.

Una “coniugazione” che ha fatto spendere a Lucio De Mori, numero uno dell’Aci dolomitico, in pratica il “padrone di casa”, parole d’encomio anche per chi ha assistito alla competizione come semplice spettatore. “Anche in questo stava la sfida: offrire alla gente uno spettacolo che contribuisse a sollevarla dalle molte restrizioni imposte dalla pandemia. La Coppa d’Oro delle Dolomiti si conferma gara emozionante che continua a stupire per fascino e bellezza”.

Coppa d’Oro delle Dolomiti

Cortina e Venezia

La sfida però non si ferma qui. A sottolinearlo è di nuovo il patron dell’Aci, Sticchi Damiani, Mentre, sulla Laguna, ancora si commentavano i fuochi del Redentore, ci ha svelato che un’altra coniugazione si sta progettando, assieme all’Aci veneziano. “Sono due realtà uniche al mondo e si può pensare a un gemellaggio anche motoristico e sostenibile tra Venezia e Cortina, che condividono anche il sigillo dell’Unesco. Aci Venezia ha già organizzato in passato gare di regolarità. I 1600 anni della città possono diventare occasione per una competizione e magari un gemellaggio di carattere inedito e grande interesse e rispetto per il territorio”.

 

Agostino Buda

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