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Voto italiani all'estero: depositata la prima denuncia

Voto italiani all'estero: depositata la prima denuncia

Controlli incrociati e confronti sollevano l’ipotesi che ci siano “terzi” a votare senza averne diritto

I conti non tornano.
Non quantomeno in America settentrionale e centrale, dove decine di migliaia di italiani con diritto di voto risulterebbero nelle liste nonostante siano in realtà decedute.
La denuncia è del capolista per il centrodestra per la Camera Andrea Di Giuseppe, che ha depositato la sua querela alla Procura di Roma.
Le discordanze che emergono dall’incrocio dei dati effettuato da Di Giuseppe sarebbero diverse.
“Su un totale di 437.802 nominativi presenti nella lista America Settentrionale – rileva il candidato nella sua denuncia – ben 124.576 elettori avrebbero un’età superiore a 70 anni: oltre il 28% della popolazione italiana residente all’Aire. Considerato che gli italiani iscritti all’Aire sono circa 5.600.000, ove la percentuale di oltre il 28% di ultrasettantenni che emerge nelle liste elettorali della ripartizione America settentrionale e centrale fosse omogenea, si avrebbe il risultato di oltre 1.550.000 ultrasettantenni residenti all’estero. L’Inps, sul proprio sito internet dichiara di pagare in regime di ‘totalizzazione estera’ 714.000 pensioni, per un totale di circa 508.000.000 di euro, di cui il 20,9% nel Nord America e, all’interno di tale area, il 19,3% negli Stati Uniti. Ne deriva – si legge a conclusione della denuncia -che nel Nord America vengono erogate dall’Inps pensioni a quasi 150.000 persone. L’analisi dei dati rende quindi realisticamente ipotizzabile che vi siano decine di migliaia di persone che risultano presenti nelle liste degli liste elettorali della ripartizione America settentrionale e centrale benché decedute, e che, quindi, sia altamente probabile che, in loro nome, vi siano dei terzi che esercitano il diritto di voto”.
Questo sarebbe possibile, sempre secondo Di Giuseppe, perché il sistema di voto per corrispondenza per gli italiani all’estero “ha una fragilità intrinseca” perché la busta preaffrancata inviata dagli uffici consolari può essere ritirata da terzi, anche, per esempio, “da un centro servizi che il cittadino italiano ha indicato all’Aire come propria residenza nei frequenti casi (specie negli Stati Uniti) di accentuata mobilità all’interno dello Stato in cui si è emigrati.

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