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Spiagge: la Corte europea dice no al rinnovo delle concessioni

Spiagge: la Corte europea dice no al rinnovo delle concessioni

Berton (Unionmare Veneto): “È la conferma che il nostro approccio è quello corretto”

Le concessioni demaniali delle spiagge italiane scadranno il 31 dicembre 2023.
È questa la principale conseguenza derivante dalla decisione della Corte di Giustizia europea, che ha bocciato la decisione del Governo italiano di rinnovare di un anno, attraverso il Decreto Milleproroghe, la durata delle concessioni attualmente in atto a favore delle imprese balneari.
Una vicenda che si trascina da tempo e che costringerà adesso l’Italia a intervenire rapidamente per adeguarsi alle indicazioni europee, evitando così l’applicazione di pesanti sanzioni. Tant’è che il tema, a quanto emerge, sarà già portato alla discussione sul tavolo del Consiglio dei Ministri in programma per stasera, 20 aprile 2023.

La decisione della Corte di Giustizia

Il principio espresso dalla Corte di Lussemburgo è che “le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente”.
A essere coinvolti nella vertenza esaminata dalla Corte di Giustizia erano l’Autorità italiana Garante della concorrenza e del mercato e il comune pugliese di Ginosa.
“I giudici nazionali e le autorità amministrative – aggiunge la Corte – sono tenuti ad applicare le norme pertinenti, disapplicando le disposizioni nazionali non conformi”.

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La sede dell’Alta Corte di Giustizia Europea

“La sentenza di questa mattina – sottolinea il presidente di Unionmare Veneto, Alessandro Berton – conferma in maniera netta e inequivocabile quello che è stato l’orientamento della Corte fin dalla prima sua sentenza in materia, risalente al 2016 e che viene ora sostanzialmente ripresa”.

La soddisfazione dei gestori veneti

Il tema delle concessioni è particolarmente dibattuto, in Italia, in quanto i modelli di organizzazione delle nostre spiagge sono assai diversificati da Nord a Sud. E, in questo confronto, i gestori delle spiagge venete si sono da sempre schierati in prima linea con posizioni simili a quelle che ora hanno trovato accoglimento da parte della Corte. “Questo pronunciamento – rimarca Berton – dimostra che l’atteggiamento assunto dal Veneto è quello corretto. E, dimostrando buonsenso, avendo dimostrato storicamente di funzionare, auspichiamo che possa essere il modello da portare a Roma”.
“La spiaggia di Bibione – prosegue il presidente di Unionmare – è stata la prima a indicare la via dell’utilizzo della legge 33 per portare a casa concessioni che rispondessero ai principi di libera concorrenza. Lo stesso approccio imprenditoriale è stato quindi seguito anche da Eraclea, Lido di Venezia e Caorle. E i fatti stanno dimostrando che chi si è concentrato sulle proteste ha perso tempo, visto che la scelta più responsabile ed efficace era invece quella di organizzare le aziende”.

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Il presidente di Unionmare Alessandro Berton

Verso le gare per le concessioni

Dopo la sentenza, è prevedibile che il Governo italiano cercherà ora di aprire un dialogo con l’Unione europea per individuare le soluzioni e il percorso migliore verso il passaggio alla nuova fase, in cui le concessioni saranno rilasciate ai gestori sulla base di gare che tengano conto, nei tempi e nelle modalità, di quelli che sono i diritti e i doveri degli operatori del settore balneare.“Con la proroga che, di fatto, è saltata – conferma Berton – si andrà a gara, presumibilmente entro fine anno, considerato che le concessioni scadranno il 31 dicembre. L’idea della gara in sé – aggiunge il presidente di Unionmare Veneto – non ci spaventa. I timori che possiamo avere riguardano piuttosto, come abbiamo sempre detto, le regole che saranno applicate. L’importante sarà non dimenticare mai che i gestori sono aziende private che operano su aree demaniali. Non siamo in presenza cioè di affitti di azienda, ma di affitti di suolo pubblico su cui sono state create aziende che producono per il territorio ricchezza e occupazione”.

La richiesta di premialità dei gestori veneti

Quel che sottolinea Berton, insomma, è che “per i gestori che si sono sempre comportati bene, che hanno fatto sacrifici e investimenti e che sono in possesso di una capacità di gestione riconosciuta, siano previsti criteri di premialità rispetto, per esempio, a una società che sia fondata domani mattina solo per aggredire il bene-spiaggia. Questo non vuol dire assolutamente che siano stabilite forme di prelazione, perché la concorrenza è sicuramente positiva, anche se va basata su regole certe”.
In questo senso, Unionmare Veneto sottolinea il tema della tutela dei valori aziendali. “Se la concessione – esemplifica- dovesse essere assegnata, dopo la gara, a un soggetto diverso, è giusto che sia previsto un indennizzo nei confronti di chi ha realizzato sul suolo demaniale le strutture. Mi sembra che il Governo sia su questa via e confidiamo che questo possa essere il punto d’arrivo. A seguito della sentenza auspico quindi che sia avviato un confronto proattivo con le imprese, facendo del tavolo di confronto già aperto una cabina di regia in cui scrivere insieme le regole del gioco”.

Alberto Minazzi

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