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Il Cavaliere è morto. Addio a Silvio Berlusconi

Il Cavaliere è morto. Addio a Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi, Forza Italia

Nella prima mattinata di oggi, 12 giugno, l’ex premier e leader di Forza Italia è spirato al San Raffaele. Funerali di Stato mercoledì 14 giugno

Il Cavaliere è morto.
Ricoverato sabato per degli accertamenti programmati all’ospedale San Raffaele di Milano, il leader di Forza Italia, ex presidente del Consiglio, ex europarlamentare, imprenditore e molte altre cose, all’età di 86 anni, non ce l’ha più fatta.
Negli ultimi anni la malattia, una leucemia mielomonocitica cronica, lo aveva costretto a più ricoveri ma, anche dal letto dell’ospedale, Berlusconi aveva sempre continuato a tenere i contatti con i suoi fedelissimi e a seguire le sorti di Forza Italia, ora orfana del proprio fondatore.
Ha lavorato fino all’ultimo, spinto da quel solido ottimismo che ha sempre improntato ogni sua azione.
Era quello che si dice un self made-men, un uomo che si è fatto da solo, il politico più popolare in Italia e tra i più conosciuti nel mondo.
Partito dalla vendita porta a porta e dal lavoro di intrattenitore sulle navi da crociera, ha iniziato a scalare la vetta pian piano ma con costanza diventando agente immobiliare e soprattutto con l’acquisto di Cantieri Riuniti Milanesi Srl (1961) e la fondazione di Edilnord 1 e 2, arrivando alla Milano 2 Spa e alla nomina, nel 1977, del titolo di Cavaliere conferitagli dal presidente della Repubblica Giovanni Leone.
Un orgoglio, quel titolo che non ha mai abbandonato.

Da Fininvest a Mediaset: la scalata televisiva ed editoriale

L’avventura televisiva era iniziata appena l’anno prima con grandi intuizioni quando la legge ancora non prevedeva la trasmissione in diretta dei telegiornali su più canali privati nazionali ma solo via etere in ambito locale.
Era nata TeleMilano, diventata nel 1978 Canale 5, poi la Fininvest, con l’apertura di Italia 1 e Rete 4, ma anche, negli anni Novanta, di Telecinco in Spagna.
Dalle televisioni all’editoria, il passo è stato breve ma di gran spessore con l’acquisto di Mondadori, Einaudi e altre case editrici che hanno fatto di Silvio Berlusconi il più grande editore italiano. Non potevano mancare all’appello i media, arrivati con la fondazione de Il Giornale. Infine il cinema, con Medusa Film.

Il Milan nel cuore

Nel 1986, l’approdo al mondo del calcio con l’acquisto del Milan, un grande amore per il presidente, sempre presente, fino al 2017, quando è stato venduto all’imprenditore cinese Li Yonghong, in tribuna centrale. Dopo il Milan, è stata la volta del Monza.

La famiglia e la politica

Ma il vero amore, tra i tanti amori della sua vita, in primis i figli Marina e Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi, le due mogli Carla Dall’Oglio e Veronica Lario, le compagne Francesca De Pascale e Marta Fascina, è stata la politica.
E il suo partito, Forza Italia, nato tra il 1993 e 1994, sulle ceneri di Tangentopoli.
Fu subito Governo. Con la Lega, ma durò poco, neanche l’anno, a causa della prima delle dure accuse alle quali Silvio Berlusconi, nel corso della sua vita, si è trovato a fronteggiare: quella di essere colluso con la mafia.
Nel 2001, la rimonta con la Casa delle Libertà.
Il breve Berlusconi I fu seguito così dal Berlusconi II e dal Berlusconi III nel 2005.
Il quater (2008-2011) fu di nuovo segnato da un’interruzione legata alla grave crisi economica e a uno spread che, con le dimissioni del premier, diede il via al Governo tecnico di Mario Monti.
Una sconfitta mai assorbita, che si è andata a legare alle tante cause penali di quegli anni e a una condanna in Cassazione per frode fiscale a conclusione del processo Mediaset, con due anni di interdizione dai pubblici uffici e il lavoro socialmente utile con affidamento in prova al servizio sociale.
Una batosta per il Cavaliere, che però non ha mai deposto le armi.

La rimonta

Tanto da essere comunque risultato nel 2019 il secondo candidato italiano all’Europarlamento più votato e da aver avviato la rimonta di Forza Italia, oggi ancora al Governo.
C’è chi lo ha venerato e chi lo ha odiato. Chi lo ha sempre appoggiato e chi gli ha sempre fatto un’opposizione senza sconti.
Dall’una e dall’altra parte, però, Silvio Berlusconi è sempre stato percepito come un cavaliere senza paura, un uomo che non  molla mai e che anche quando sembra tutto perduto, riesce a risalire la china con successo.
Ecco perché la sua morte, oggi, lascia basiti nonostante fossero note da tempo le sue gravi condizioni di salute.
Tutti si sarebbero aspettati di vederlo nuovamente uscire con il sorriso e magari qualche battuta da quell’ospedale che tante volte lo ha curato.
Nei film, l’eroe non muore mai e questo sembrava valere per lui, la cui vita è stata un susseguirsi di battaglie, di successi e di colpi di scena.
Non è andata così. Silvio Berlusconi, il personaggio che non perde mai, è passato forse a miglior vita.

Consuelo Terrin

Un commento su “Il Cavaliere è morto. Addio a Silvio Berlusconi

  1. Hello
    I need to


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