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I LIFEGUARDS E IL MARE D’INVERNO

I LIFEGUARDS E IL MARE D’INVERNO

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L’inverno è un periodo di crescita e formazione per molte professioni stagionali legate al turismo estivo. Ecco l’esempio di WELA, azienda leader del nostro territorio nella gestione del servizio di salvataggio in piscine, spiagge e laghi


Per le professioni stagionali legate al turismo estivo del nostro territorio, l’inverno è da considerarsi un periodo di crescita e formazione. Lo sa bene chi per esempio opera in un settore particolare come quello degli assistenti ai bagnanti. «Nel salvamento ciò che fa la differenza è la formazione del personale e le dotazioni tecniche che vanno dalle imbarcazioni agli acqua scooter, dal defibrillatore alle bombole d’ossigeno» spiega William Dalla Francesca Damiani, Amministratore di Turismo srl, azienda con oltre 15 anni di esperienza nel settore che, con il marchio Wela, è leader del nostro territorio nella formazione e gestione del servizio di salvataggio in piscine, spiagge e laghi nel Veneto. «Poi, ovviamente, contano moltissimo anche la prontezza nell’intervento e il coordinamento con le varie altre componenti del soccorso. Noi per dare un saggio di tutto questo la scorsa stagione estiva siamo stati protagonisti di una importante manifestazione di salvamento svolta assieme a Croce Verde del Cavallino, Centrale Operativa del 118 Venezia ed Elisoccorso. È stata una grande dimostrazione delle nostre capacità ma soprattutto dell’efficace e collaudato coordinamento con le istituzioni».

Nel concreto come state quindi sfruttando il periodo invernale? «Questa è una professione che necessita di essere costantemente aggiornata sulle ultime novità. Per questo motivo, oltre a far svolgere tutti i corsi del caso ai nostri collaboratori, anche quest’anno ci siamo recati negli Usa, precisamente in Florida, per un confronto con le locali autorità di salvamento. Ci ha fatto piacere constatare gli sviluppi di questo settore e soprattutto notare che a livello di formazione e dotazioni in alcuni casi siamo addirittura ad un livello superiore rispetto agli statunitensi, tenuto conto che loro, a differenza di noi, hanno una stagione estiva lunga 12 mesi».
La vostra ricerca di miglioramento come si è concretizzata? «Lo scorso anno abbiamo compiuto un grande salto di qualità a livello di formazione interna: tutti gli addetti al salvamento di Wela hanno infatti svolto il corso per l’utilizzo del defibrillatore e sono dotati di brevetto per la somministrazione dell’ossigeno nel primo soccorso. Non sono dettagli, ma potenzialità che in casi di emergenza possono fare la differenza, ovvero salvare una vita. Per noi il termine “qualità” significa avvalerci di personale istruito, allenato, formato, brevettato, assicurato e che lavori in armonia con i colleghi, con il proprio datore di lavoro e con i colleghi delle strutture ricettive nelle quali opera».
La qualità però costa, sia in termini economici che organizzativi? «Certamente e purtroppo non tutti i committenti lo hanno ben chiaro finché non si trovano di fronte ad una reale emergenza. Nel nostro ambito lavorativo la qualità equivale, ripeto, alla capacità o meno di salvare una vita. Per questo motivo si può dire che per quanto riguarda la gestione del servizio, i numeri – nel nostro ambito, purtroppo, gli incidenti mortali – parlano da soli a favore o a sfavore delle aziende che erogano questo tipo di servizi».
Quali consigli potete quindi dare alle strutture che necessitano di un servizio per il salvamento? «Di diffidare di quelle società che si propongono a prezzi irrisori offrendo una miriade di servizi, e di verificare bene che gli standard qualitativi non siano solo sulla carta. Si sta registrando il proliferare di aziende che si propongono ad un prezzo che, a volte, è addirittura inferiore a quello previsto dal contratto collettivo di lavoro del settore di riferimento, e che promettono degli standard che nel momento di reale necessità non si rivelano tali. Tutto ciò va a danno dei committenti stessi».
Il vostro è un ragionamento che si può estendere alla gestione del turismo del territorio più in generale? «A nostro avviso se vogliamo veramente far crescere la comunità ed il territorio, diviene fondamentale integrare l’attività turistica puntando su imprese, preferibilmente “locali”, che possano garantire elevati standard qualitativi “sul campo”, imprese che impieghino personale locale ed operino ad un prezzo “giusto” in regime di concorrenza leale. Noi ci stiamo provando ed i risultati, ad oggi, grazie anche ai nostri committenti, confermano che stiamo percorrendo la strada giusta».
Innovarsi significa anche investire nell’immagine…«Noi lo abbiamo fatto sia rinnovando il nostro sito internet www.wela.it, sia creando il nuovo logo Wela dal quale poi è nato il brand Wela Venice Lifeguards. Negli anni ci siamo resi conto che l’abbigliamento dei nostri assistenti bagnanti ha un grande appeal sui turisti che spesso già ce lo richiedevano preferendolo al classico souvenir con la gondola. Forti di questa esperienza abbiamo ritenuto di promuovere il nostro brand dandogli non solo una valenza locale ma anche una valenza sociale: parte del ricavato viene devoluto alla Croce Verde di Cavallino Treporti, associazione di volontari che ci supporta nell’attività di salvataggio».
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