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Firmato l’accordo per l’Hydrogen Valley a Porto Marghera

Firmato l’accordo per l’Hydrogen Valley a Porto Marghera
Porto Marghera (Venezia)

La transizione energetica dell’area metropolitana di Venezia verso la decarbonizzazione industriale e un trasporto a zero emissioni è un obiettivo sempre più condiviso. E si arricchisce adesso di un ulteriore tassello proprio grazie alla collaborazione tra Hydrogen Park, Autorità portuale e Gruppo Sapio, realtà leader nella produzione di idrogeno.
L’obiettivo del memorandum d’intesa siglato presso la sede dell’Autorità mira a valorizzare le aree portuali nell’ottica della trasformazione in cluster che unisce energia, industria ed economia circolare. E far sorgere a Porto Marghera una vera e propria “Hydrogen Valley”: un distretto dell’idrogeno d’area vasta con ricadute sull’intero territorio metropolitano.

I 2 progetti per l’Hydrogen Valley

Per arrivare a far sorgere l’Hydrogen Valley, il nuovo polo di energia pulita per sistemi elettrici integrati, per l’idrogeno e altri vettori energetici a basse emissioni di carbonio, il documento prevede già 2 concreti progetti specifici su cui avviare la collaborazione.
Il primo si chiama “PORTS8” ed è già stato candidato, dallo scorso gennaio, al bando del programma europeo “Horizon 2020 Green Ports”.
Mira a realizzare nell’area portuale di Porto Marghera un centro di produzione di idrogeno e una stazione di rifornimento stradale.

Firma del memorandum per l’hub per l’idrogeno verde a Venezia

Il secondo, “SUNSHINH3”, intende invece sviluppare un innovativo sistema di distribuzione di ammoniaca verde che azzeri le emissioni di anidride carbonica nell’ambiente. L’ammoniaca, composta da 1 atomo di azoto e 3 di idrogeno, serve infatti per la produzione di idrogeno con inquinamento praticamente nullo. Il progetto è candidato a entrare tra quelli di interesse prevalente nella strategia europea sull’idrogeno, in fase di studio tra gli Stati dell’Unione.

La collaborazione all’Hydrogen Valley

L’accordo si inserisce nel solco del “Manifesto per la sostenibilità” di Confindustria Venezia e della strategia promossa dalla Regione Veneto per fare di Venezia la “Capitale mondiale della Sostenibilità”.
L’area di Porto Marghera si presenta inoltre come sito ideale per la realizzazione dei progetti presi in considerazione, grazie agli ampi spazi portuali a disposizione e ai collegamenti, sia marittimi che stradali e ferroviari, oltre che con la rete energetica nazionale ed europea.
Sapio, che produce idrogeno da quasi un secolo, metterà a disposizione le proprie competenze nella produzione, trasporto e distribuzione dell’idrogeno, sviluppando nel contempo soluzioni per le applicazioni finali.
«Il futuro del nostro Paese – ha commentato il presidente del Gruppo Sapio – inizia da ciò che possiamo realizzare oggi. Intendiamo mettere a disposizione l’impegno per contribuire a ridurre le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 e conseguire la neutralità climatica entro il 2050».

L’evoluzione di Porto Marghera e porto di Venezia

Dal punto di vista territoriale, Hydrogen Park si impegnerà invece per favorire l’accesso delle imprese locali alle risorse del Recovery Fund e della progettualità europea, con un ruolo centrale per lo sviluppo di progetti di produzione e distribuzione dell’idrogeno verde.
«La transizione energetica – sottolinea il presidente, Andrea Bos – rappresenta una grandissima opportunità di crescita dell’attività industriale e dell’occupazione. Questo è il futuro dei nostri territori, in linea con la strategia europea che sarà recepita nel Piano nazionale di ripresa e resilienza».

Da sx: Alberto Dossi (presidente Gruppo Sapio), Cinzia Zincone (commissario straordinario Adspmas), Andrea Bos (presidente Hydrogen Park)

Un ripensamento che, necessariamente, riguarda anche il porto. «I porti del futuro – ammette Il commissario straordinario di AdSPMAS, Cinzia Zincone – saranno sempre più incubatori di innovazione tecnologica. E Porto Marghera si conferma in tal senso quale hub di riferimento per garantire la transizione energetica della catena logistica, del tessuto produttivo e industriale e dell’operatività portuale».

Alberto Minazzi

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