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Cambiamento climatico e sopravvivenza: vite "estreme" a confronto

Cambiamento climatico e sopravvivenza: vite "estreme" a confronto
I ghiacciai antartici

Omar Di Felice, ciclista, Luca Parmitano, astronauta e Alessandro Di Bella, geofisico, al Living Planet Symposium di Bonn

‘Cambiamento climatico’ e ‘Sopravvivenza’ sono due termini che, nel prossimo futuro, diventeranno sempre più preponderanti, sia nell’informazione che nelle nostre vite.
Sovrappopolazione, scarsità di acqua e viveri, condizioni climatiche estreme: essere preparati a queste dinamiche potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte.
Luca Parmitano, astronauta dell’Esa (European Space Agency), Omar Di Felice, ultra-ciclista estremo, e Alessandro Di Bella, geofisico, sono intervenuti nel panel tenutosi mercoledì 25 maggio nell’Agorà del Living Planet Symposium di Bonn. Il convegno, organizzato dall’Agenzia Spaziale Europea, ha raccolto tra il 23 e il 27 maggio scienziati e ricercatori, nonché lavoratori impegnati nell’osservazione di dati sulla Terra, per discutere ricerche e azioni volte a combattere la crisi climatica.

I tre alfieri italiani della lotta al cambiamento climatico

I tre alfieri italiani della lotta al Climate change hanno portato come esempio le loro esperienze, tanto lavorative quanto quotidiane, per aumentare la consapevolezza degli ascoltatori sulle imprevedibili dinamiche che l’umanità si troverà ad affrontare a breve.
Omar Di Felice ha fatto dell’estremo un modus operandi, arrivando nell’ex capitale tedesca in bicicletta dopo 900 km in tre giorni.

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Il ciclista estremo Omar Di Felice

“L’Ultracycling inizia quando gli standard del ciclismo si fermano; si contraddistingue da condizioni climatiche estreme, distanze maggiori a quelle dei grandi giri europei, dalla solitudine”.
Omar, già ambasciatore per Italian Climate Network, lo scorso novembre ha percorso in otto tappe la distanza tra Milano e Glasgow per partecipare alla Cop26 (l’annuale conferenza internazionale sul clima) nel progetto Bike to 1,5C°; nel corso dell’ultra-pedalata ambientale, ogni sera ha coinvolto scienziati e meteorologi in video-conferenza.

Omar Di Felice, appena arrivato a Bonn per il LPS @ ESAJürgenMai

Prove estreme di adattamento al cambiamento climatico

L’ultima sua fatica lo ha visto compiere il Giro del Mondo Artico: dalla Kamchatka all’Alaska, 4200 km percorsi interamente al freddo.
“Con questa impresa ho dimostrato come l’essere umano può e deve adattarsi alle condizioni estreme”, ha detto Omar raccontando come, oltre a pedalare, ha dovuto ogni giorno trovare del cibo, riscaldare il ghiaccio per ricavarne l’acqua, scegliere il luogo dove dormire.
Il percorso di preparazione lo ha portato all’allenamento fisico e mentale e a una lunga progettazione, a malapena sufficienti quando ci si ritrova di fronte all’inaspettato di ogni giornata sui pedali, col ghiaccio sotto le ruote.

Parmitano: “La preparazione è molto importante”

Un punto questo su cui ha insistito anche Luca Parmitano, il primo italiano a camminare nello spazio (in gergo, a svolgere attività extraveicolari, il 9 luglio 2013) e a comandare una missione spaziale nella Stazione Spaziale Internazionale, durante l’Expedition 61 (nel 2019).
Non possiamo prevedere ciò che potrà accadere in futuro – ha detto l’astronauta italiano – manchiamo di sufficiente immaginazione. La preparazione è molto importante perché fornisce un mindset, un’esperienza, una preparazione mentale nell’affrontare le contingenze: essere pronti alla condizioni e al clima, anche all’interno della crew con cui si lavora. La storia del volo e dei voli spaziali è scritta dall’esperienza: è come avere due contenitori immaginari dove, dall’inizio del proprio lavoro, si deve riempire la scatola delle esperienze svuotando quella delle mancanze”.

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L’astronauta italiano Luca Parmitano

Ridurre dove si può

Parmitano ha poi riportato un’esperienza quotidiana personale: “La domanda da porsi è: di quante risorse abbiamo bisogno e di quante risorse pensiamo di aver bisogno? Quando mi sono trasferito a Bonn, anni fa, il precedente inquilino spendeva 400 euro di elettricità al mese: gli piaceva una casa ‘confortevolmente calda’. Adoro vivere a piedi scalzi e in maglietta, sono siciliano, ma mi sono adattato al clima tedesco con calzini e maglioni. La spesa è crollata a meno di 100 euro al mese”.

Di Bella: “Alla prima campagna credevo di esser pronto. Il secondo giorno soffrivo già di congelamento”

Anche Alessandro Di Bella, geofisico per l’ESA, ha vissuto il freddo del Circolo Polare Artico.
CryoSat è una missione esplorativa terrestre per monitorare lo spessore dei ghiacci artici e il manto ghiacciato di Groenlandia e Antartide.
La misurazione viene effettuata dal Synthetic Aperture Interferometric Radar Altimeter (SIRAL), un satellite altimetrico lanciato nello spazio nel 2010; le misurazioni avvengono per ‘micropulsazioni sonore’.

Un render del satellite CryoSat in orbita terrestre @ESA AOES Medialab

 

Il compito della campagna internazionale in cui Alessandro Di Bella ha partecipato era di validare i dati satellitari raccolti.
“Abbiamo speso mesi a preparare la spedizione, ma non è abbastanza. La cosa più importante è la consapevolezza: per esempio, durante la mia prima campagna pensavo di essere pronto; già al secondo giorno ho sofferto di congelamento. La mia impresa -ha conluso Di Felice – è stata solo una metafora di ciò che dovremmo fare nella quotidianità: prepararci”.

Il geofisico Alessandro Di Bella@Linkedin

La sua testimonianza, insieme a quelle di Luca Parmitano e di Omar Di Felice, possono anche risultare ‘estreme’, ma sono appunto esempi di come l’essere umano dovrà adattarsi, e in alcuni luoghi del pianeta già fa, per sopravvivere alla Natura matrigna.

Damiano Martin

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