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Acqua. Cittadini spenderebbero di più per una rete a minor impatto

Acqua. Cittadini spenderebbero di più per una rete a minor impatto

Sprecare meno acqua, un bene tanto essenziale quanto limitato, val bene uno sforzo. Anche economico, per oltre metà degli Italiani, specie se più giovani. Lo evidenzia l’indagine “Cittadini dell’acqua” realizzata da “Laboratorio ref”.

L’impegno per un consumo d’acqua più sostenibile

Sono 3 su 4 gli intervistati che si sono dichiarati disposti a impegnarsi per rendere più sostenibile il consumo dell’acqua. E il 56% si è detto disposto a contribuire economicamente per sostenere gli investimenti del gestore diretti a ridurre l’impatto ambientale.
Mediamente, la spesa maggiore che si è disposti a sostenere è di 44 euro l’anno. Con un propensione al “sacrificio per il green” che è maggiore tra gli intervistati più giovani (64 euro di media nella fascia tra 18 e 35 anni) che tra coloro che hanno tra 25 e 60 anni (31 euro). Per migliorare il servizio, il 4% degli Italiani è infine disposto a pagare qualcosa di più per conservare uno standard elevato.

La preoccupazione per i cambiamenti climatici

Gli italiani ritengono che sia lo Stato (77%) il principale responsabile per la tutela dell’ambiente, piuttosto che i gestori dei servizi (72%) o gli utenti (71%). E 1 su 3 è molto preoccupato per le conseguenze dei cambiamenti climatici. Sta del resto crescendo la consapevolezza di come i mutamenti del clima siano conseguenza dei nostri comportamenti: 8 su 10 li considerano un prodotto dell’azione umana. Altrettanta consapevolezza, invece, non c’è riguardo al consumo di acqua. Mediamente, la percezione di quanta acqua utilizza ognuno di noi ogni giorno arriva appena alla metà di quelli che sono i consumi effettivi.

Le fiducia e le conoscenze sul servizio idrico

Nei confronti dei gestori del servizio idrico, gli interpellati mostrano più fiducia che nei confronti delle pubbliche Amministrazioni locali o dello Stato. Un livello di soddisfazione che tocca il massimo nelle regioni del nord (50%) e il più basso nelle isole (30%).
Sempre i cittadini settentrionali sono quelli che ritengono maggiormente (35%) che il gestore sia attento ai bisogni degli utenti. Il livello di fiducia minimo, in questo caso, riguarda le regioni del centro Italia (25%).
Solo 1 cittadino su 2, comunque, conosce il nome del suo gestore e 1 su 3 identifica correttamente i 4 ambiti di servizio di cui il gestore è responsabile. In particolare, metà degli intervistati crede che i controlli sulla qualità dell’acqua non spettino ai gestori.

Il bilancio di sostenibilità di Veritas

Le aziende, in realtà, sono tenute a fare un bilancio di sostenibilità che serve a misurare i risultati raggiunti e gli impatti ambientali e sociali, oltre che economici, delle azioni intraprese sul territorio. Nella Città metropolitana di Venezia, Veritas, per esempio, ha registrato per il terzo anno consecutivo il primato per la raccolta differenziata tra le Città metropolitane e i comuni con più di 200 mila abitanti. L’azienda ha investito nell’ultimo anno 63 milioni di euro, di cui 41 nell’igiene ambientale, 20,5 nel settore idrico e 1,5 nei servizi pubblici locali. L’acquedotto pubblico, lungo la rete di 5.707 km, ha erogato quasi 117 milioni di metri cubi di acqua potabile, riservando, sotto forma di sconti, bonus idrici a 7.052 famiglie, per complessivi 75.790 euro. La Tari/Tarip (raccolta rifiuti) nel Veneziano incide per lo 0,9% della spesa media mensile delle famiglie. La percentuale scende allo 0,7% per quanto riguarda la tariffa idrica.

 

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