I risultati ottenuti all’Università medica di Nara potrebbero rivoluzionare le trasfusioni e renderle più sicure. In Italia, intanto, cresce la cultura della donazione, anche tra i giovani
Potremmo essere a un passo da una svolta epocale nella medicina trasfusionale.
Un team di scienziati giapponesi ha sviluppato un sangue artificiale universale che promette di superare una volta per tutte i rischi legati alle incompatibilità tra gruppi sanguigni e alla trasmissione di malattie.
La notizia arriva dall’Università medica di Nara, dove i ricercatori guidati da Hiromi Sakai hanno portato a termine una serie di test iniziati nel 2022 con risultati sorprendenti: il composto, privo di antigeni specifici, si è dimostrato compatibile con ogni gruppo sanguigno e, soprattutto, ben tollerato dai volontari, senza effetti collaterali significativi.
Le caratteristiche del sangue artificiale universale
Per produrre il sangue artificiale gli scienziati hanno utilizzato vescicole di emoglobina estratte da sangue scaduto. Le donazioni, infatti, possono essere conservate per un periodo massimo di 42 giorni dal prelievo, oltretutto in ambiente refrigerato. E un altro vantaggio offerto dal prodotto sintetico è legato proprio alla durata, visto che la conservazione può arrivare fino a 5 anni in frigorifero e comunque fino a 2 anni addirittura a temperatura ambiente.
Le prospettive
L’obiettivo temporale che si è posto il team è quello di poter rendere il sangue artificiale disponibile per l’utilizzo negli ospedali entro il 2030. In questa prospettiva, per confermare sicurezza ed efficacia del prodotto sono stati programmati per l’anno in corso nuovi test in cui le dosi inoculate potranno raggiungere i 400 millilitri. Nel contempo, si valuterà la risposta da parte di organismi diversi e si conosceranno meglio attraverso ulteriori studi eventuali reazioni immunitarie, puntando a minimizzarle. Nel caso in cui i risultati venissero confermati, l’uso di questo sangue donatore universale non risulterebbe utile solo in situazioni critiche di carenza di sangue in occasione di interventi chirurgici o parti, ma soprattutto potrebbe aiutare a salvare milioni di vite in caso di contesti logistici di emergenza, come le aree di guerra o in cui l’accesso alle banche del sangue è limitato.
Sangue: resta l’importanza della donazione
L’eventuale disponibilità di un sangue artificiale universale, sicuramente per i prossimi 5 anni ma comunque anche dopo, non farà venir meno l’importanza della donazione. Un fronte riguardo al quale, in occasione della recente Giornata mondiale del donatore, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha fatto il punto della situazione in Italia, sulla base dei dati elaborati dal Centro nazionale sangue. E i dati sono incoraggianti: nel 2024, le donazioni effettuate dagli 1,67 milioni di donatori hanno superato i 3 milioni, con un incremento del +1,1% rispetto al 2023, confermando l’autosufficienza dell’Italia in materia di trasfusioni. In particolare, i donatori tra 18 e 25 anni sono aumentati del +5%, superando quota 75 mila, con una crescita del coinvolgimento anche tra le donne.
Alberto Minazzi