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Venezia: legittima la tassa d'imbarco aeroportuale

Venezia: legittima la tassa d'imbarco aeroportuale

Il Tar dà ragione al Comune: nessuna sospensiva alla delibera che introduce per i voli da Tessera un contributo aggiuntivo di 2,5 euro

“I motivi posti a sostegno del gravame non appaiono, pur ai fini dell’esame tipico della presente fase, suscettibili di favorevole apprezzamento”.
In altri termini, le ragioni presentate da Save, la società che gestisce l’aeroporto di Venezia Tessera, per chiedere ai giudici del Tar di sospendere la tassa di imbarco prevista da una delibera del comune di Venezia, non sono state ritenute tali da giustificare l’accoglimento della stessa.
Oggetto del contendere, la decisione di Ca’ Farsetti di introdurre a partire dal 1° aprile 2023, di una tassa di imbarco aeroportuale di 2,5 euro aggiuntivi a persona per i passeggeri in partenza dallo scalo internazionale del “Marco Polo”.
Soldi (si stimano circa 11,5 milioni l’anno) che confluiranno direttamente nelle casse comunali per i bisogni della città.

“Si tratta di una misura – ha spiegato il sindaco, Luigi Brugnaro, commentando la decisione nel corso del Consiglio comunale – legata alla necessità della città di doversi difendere per i costi enormi del turismo in centro storico. Abbiamo fatto il nostro lavoro. Ora serve rifinanziare la Legge speciale, come ha chiesto all’unanimità il Consiglio”.

tassa di imbarco
Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro

Il ricorso e la decisione

Il ricorso al Tar era stato presentato da Save contro il Comune e nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dell’Economia e delle Finanze, del Ministero dell’Interno, dell’Agenzia delle Entrate e dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile.
A sostegno della domanda della società aeroportuale erano quindi intervenute, con specifici atti, l’Associazione Italiana Compagnie Aeree Low Fares – Aicalf, Ibar- Italian Board Airline Representatives, Wizz Air Hungary Ltd. e Wizz Air Malta Ltd.

L’iter e il possibile ricorso al Consiglio di Stato

L’esame della richiesta era stato rinviato lo scorso marzo all’udienza di merito pubblica fissata per il 24 maggio, a cui è seguita, dopo una camera di consiglio della prima sezione del tribunale amministrativo durata più di 24 ore, la pubblicazione dell’ordinanza cautelare.
Contro la decisione del Tar è ammessa la presentazione di un appello al Consiglio di Stato.
In tal senso Save ha precisato di riservarsi “ogni iniziativa a tutela degli interessi dello scalo”, non escludendo espressamente la presentazione dell’istanza al grado superiore della giustizia amministrativa.

Il Comune aperto al dialogo

L’Amministrazione comunale, in ogni caso, ha espresso la massima apertura per arrivare a un punto di incontro con Save. Non a caso, anche per non mettere in difficoltà le stesse compagnie aeree per i biglietti già venduti, la tassa d’imbarco non sarà attivata nell’immediato, tanto meno si sta pensando a un’applicazione retroattiva.
“Abbiamo adempiuto a una legge dello Stato e ora abbiamo intenzione di collaborare al 100% con Save”, ha fugato ogni dubbio l’assessore comunale al Bilancio, Michele Zuin. “Siamo pronti alla massima collaborazione perché l’aeroporto è un’istituzione importantissima per la città”.

Al momento, Save ha rilasciato un commento ufficiale in cui si dice “molto sorpresa” dell’ordinanza. Infatti la tassa, secondo la società aeroportuale, “presenta molti profili di illegittimità formali e sostanziali, in primis perché il Comune di Venezia non si trova in uno stato di squilibrio di bilancio”.
“Inoltre – prosegue Save – non si spiega perché fra tutte le misure che poteva adottare, il Comune abbia scelto di colpire con questo nuovo balzello solo i passeggeri che partono da Venezia e le compagnie aeree che certo non portano alcuna responsabilità per i conti del Comune di Venezia. L’Amministrazione comunale potrebbe ricavare una cifra pressoché equivalente a quella della nuova addizionale semplicemente applicando il regolamento Ztc”.

Alberto Minazzi

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Tag:  Tessera, Venezia