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Tutta "colpa" di Dante, Beethoven e Cristoforo Colombo. Questione di politically correct

Tutta "colpa" di Dante, Beethoven e Cristoforo Colombo. Questione di politically correct
La statua di Ludwig van Beethoven

Politicamente corretto? No grazie. Siamo arrivati a questo paradosso.
Slogan un tempo sbandierati, trasversalmente da vari gruppi sociali e politici, impallidiscono al confronto con la rivolta sempre meno carsica e progressivamente più vocale al cosiddetto politically correct che un tempo faceva tanto chic, o radical-chic, e oggi viene vissuto sempre più come vero e proprio attentato alle libertà storiche, comunitarie e individuali.
Certo. Nessuno dice più nigger per indicare un negro/nero/afroamericano. E questa è una conquista che ha risolto, almeno a parole, il razzismo che non è certo scomparso negli Stati Uniti d’America, prima e dopo Trump.
Ma la trappola del politicamente corretto era in agguato e ora i neri degli Usa “sono” afroamericani, come sembrava così appropriato negli ultimi decenni del secolo scorso, quasi esclusivamente in ambiti istituzionali o accademici, e si chiamano appunto neri, black. Lasciando ai bianchi il senso di colpa e la presunta correttezza.

Ma Dante: era razzista?

Ma abbattere “totem” di civiltà consolidati, da Beethoven a Dante Alighieri (che letture americane e non solo propongono come razzista, omofobo e sessista) , dalle statue rinascimentali al patriottismo, puzza così tanto di bigottismo esasperato che si va consolidando il sospetto si stia materializzando una nuova forma, questa sì, di dittatura che non può non esasperare anche le reazioni ad essa. Tema ripreso anche recentemente da Pierluigi Battista sull’Huffington Post.

La statua di Dante Alighieri in Piazza dei Signori a Verona
La statua di Dante Alighieri in Piazza dei Signori a Verona

Cristoforo Colombo: da scopritore delle americhe a colonialista

Povero Cristoforo Colombo. Il governo argentino, nel 2017 sull’onda del politicamente corretto, e con un’accesa querelle con la città e la comunità italo-argentina, voltò le spalle anche allo scopritore dell’America, relegando la statua che già bisognava andare a cercare sul retro della Casa Rosada, nel piazzale dell’aeroporto per i voli interni di Buenos Aires. Lo vuole il politically correct.
Ma cosa aveva mai combinato il navigatore genovese per meritarsi tutto questo?
Poichè scoprì l’America al soldo dei sovrani di Spagna è “politicamente corretto” ritenerlo il padre di tutte le selvagge crudeltà e predazioni degli Spagnoli nel subcontinente Americano. Tutta colpa di Cristoforo Colombo.

Politically correct
Cristoforo Colombo

Per fortuna non esiste più il transatlantico che porta il suo nome – non esistono più neppure transatlantici, a dirla tutta – ma figuratevi quella nave che entra nel porto di New York: memoria galleggiante di ingiustizie, vessazioni, stragi.

“Bocciati” Rossini e Debussy

Il Politically Correct, tocca ogni ambito del nostro vivere. Anche la musica. Il celebre Kaufman Music Center di New York ha dato così il benservito a Claude Debussy (1862-1918) in quanto autore (nel 1909) del “Petit nègre”: un chiaro modello di imperialismo bianco. In musica.
Gli esempi, molteplici, macroscopici, in tutto il mondo, aumentano di giorno in giorno. E’ il trionfo del revisionismo e del riduzionismo ideolologico che “riduce la storia, l’arte, il pensiero e la letteratura al presente, nel senso che tutto quel che è avvenuto va letto, riscritto e giudicato alla luce del presente, in base ai canoni corretti e ai generi” commenta Marcello Veneziani, scrittore e giornalista.
Succede anche in Spagna, dove il famoso e ammirato Teatro Liceu ha pensato bene di correggere l’opera “Viaggio a Reims” di Gioachino Rossini per non suscitare mal di pancia al pubblico di fede islamica.

politically correct
Il compositore italiano Gioachino Rossini

Personaggi scomodi? Bannati

Noi nel 2016 inscatolammo le statue ignude dei Musei Capitolini in occasione della visita del presidente iraniano Hassan Rouhani per non irritare l’ospite di Stato.
Nel Maryland, il generale sudista Robert Lee fu letteralmente sollevato dal suo piedistallo in base al voto favorevole della Camera dei Rappresentanti alla proposta di togliere di mezzo l’imgombrante memoria del comandante delle truppe confederate. Stessa sorte a New Orleans.
Come Saddam Hussein o Lenin un po’ in giro per le piazze dell’ex Urss.
Stessa sorte, in California, per un ex presidente Usa, William McKinley, quello della guerra ispanoamericana che portò le Filippine nella sfera d’influenza americana. Ma parliamo del 1898.
Colpevole anche di un “trattamento opinabile nei confronti dei nativi americani”.

Politically…correct?

In Italia, resistono i monumenti, le vie, le piazze all’ormai vituperato generale Luigi Cadorna, il capo supremo dell’esercito italiano per buona parte della Grande Guerra, rotta di Caporetto compresa.
A rischiare potrebbe essere quel famoso cavaliere in campo Santi Giovanni e Paolo, a Venezia.
Non si sa mai. Oggi che la squadra di calcio lagunare è in serie A, qualche milanista memore dei “tradimenti” di Bartolomeo Colleoni (1395-1475), comandante a orologeria, tra gli Sforza, i Visconti e la Serenissima, potrebbe pensare di vendicarsi a distanza di secoli. In nome del politicamente corretto.
Agostino Buda

Leggi anche: https://www.metropolitano.it/disney-autocensura-aristogatti-e-dumbo-razzisti/

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