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Serpenti : diverse segnalazioni a Roma, a Recanati e nel veneziano

Serpenti : diverse segnalazioni a Roma, a Recanati e nel veneziano

In caso di avvistamento di rettili nei centri urbani è opportuno segnalare la presenza per cercare di identificarne la tipologia e sapere cosa fare

Dopo i cinghiali, i lupi e i gabbiani, è la volta dei serpenti.
La cronaca degli ultimi giorni informa sulla presenza di rettili per le strade di Roma. Negli ultimi sette giorni sono state oltre sessanta le chiamate ricevute da Earth, l’associazione che si occupa della tutela giuridica della natura e dei diritti degli animali. Anche a Recanati oggi, 6 luglio, due grosse bisce dalle sterpaglie vicine sono riuscite a entrare negli appartamenti a piano terra degli alloggi popolari di via Mascambruni. E, qualche settimana fa in Veneto, a Mestre, precisamente in via Ca’ Rossa, è stato recuperato morto un Biacco, la specie più comune di serpente che si può incontrare in un centro abitato.

Il Biacco “di città”

Quando pensiamo a un serpente, l’immagine che si palesa è quella di grandi  pitoni o boa che  possono aggredire, ma su questi gli esperti tranquillizzano perché non fanno parte del nostro ecosistema. La specie più comune che possiamo vedere in città è appunto il biacco. Ma perché i rettili arrivano in città?

Il Biacco (Coluber viridiflavus)

«La loro presenza non è una notizia eclatante se non per il fatto che può spaventare trovarsi faccia a faccia con uno di loro, magari anche di dimensioni considerevoli – spiega Nicola Novarini del Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue di Venezia, Zoologo specializzato nello studio dei rettili e degli anfibi -. Basti pensare che in città come Roma ci sono parecchi parchi, giardini, aree verdi dove non è difficile trovarli. Talvolta riescono anche a intrufolarsi tra le pareti domestiche o in altri spazi chiusi, ma non c’è da destare allarmismo. Nel 90% dei casi, quando si avvista un serpente in città si tratta di un innocuo Biacco, Coluber viridiflavus. Questa specie, non velenosa, viene segnalata anche nel veneziano».

Il serpente non velenoso

Il Biacco è un serpente dalle abitudini diurne che frequenta in genere la terraferma ma è un abile nuotatore. Per questo lo si può trovare anche nei canali e sulle isole. La sua lunghezza varia da 80 a 150 centimetri, eccezionalmente i maschi possono raggiungere i due metri.
Si riconosce dagli occhi gialli con pupilla nera circolare, il corpo ricoperto da squame lisce e una colorazione tipica. Nella parte superiore predominano il giallo, il verde, il nero con un disegno a macchie regolari che nella seconda parte del corpo diventano meno nette fino a trasformarsi in strisce longitudinali sottili; la parte inferiore è giallo- biancastra o giallo-verdastra. Nei giovani il disegno e la colorazione sono più attenuati  mentre alcuni esemplari adulti possono essere completamente neri con riflessi violacei. Il Biacco lo si trova in ambienti diversi, sia aperti che boscati, anche nei pressi degli insediamenti umani.
Velocissimo
, è capace di arrampicarsi agevolmente su alberi e arbusti. Non è velenoso ma se disturbato diventa aggressivo, causando morsi dolorosi che provocano piccole lacerazioni della pelle.

Attenzione a non confonderli con le vipere

«E’ importante sfatare alcune errate convinzioni – precisa Nicola Novarini – quale quella di ritenere il Biacco un serpente pericoloso. Questa specie come le altre comuni che si possono trovare in città, la Natrice Tassellata e la Coronella Austriaca, non costituiscono una minaccia per l’uomo.

Diverso il discorso per le vipere, l’unico serpente avvelenatore in Italia».
La vipera si distingue per la testa a forma triangolare e a punta, un corpo tozzo e una coda corta che si restringe in modo brusco.
I suoi occhi hanno pupille verticali, simili a quelle dei gatti e non ha grandi capacità di arrampicarsi.

In ogni caso, suggeriscono gli esperti, la prima cosa da fare quando si incontra un rettile è avvisare immediatamente le autorità competenti perché aiutino a identificare la specie e di conseguenza ci indirizzino su come comportarci. Segnalazioni possono essere fatte agli esperti del Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue alla mail erpetologia.msn@fmcvenezia.it

Silvia Bolognini

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