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Risparmio energetico: Italia verso l'ora legale tutto l'anno?

Risparmio energetico: Italia verso l'ora legale tutto l'anno?

Si moltiplicano le richieste di non riportare le lancette indietro di un’ora a fine ottobre

420 milioni di kilowatt/ora (pari al fabbisogno annuo di circa 150 mila famiglie) e 190 milioni di euro (ai prezzi pre-crisi…) risparmiati in 7 mesi.
Sono cifre, quelle che Terna presentò lo scorso marzo, al passaggio dall’ora solare all’ora legale, che adesso, in un momento di crisi energetica, fanno riflettere.
Perché sarebbe sufficiente non riportare le lancette indietro di un’ora, nella prossima notte tra il 29 e il 30 ottobre, per ottenere importanti risultati in termini di risparmio energetico.
E così, in appena una settimana, la petizione in tal senso lanciata dalla Società di Medicina Ambientale (Sima) e l‘associazione Consumerismo No profit sulla piattaforma online change.org ha superato le 58 mila adesioni.

La petizione contro l’ora solare

Già dalle prime righe della petizione (“Ora legale tutto l’anno: risparmi per almeno un miliardo di euro, effetti positivi sulla salute”) i promotori dell’iniziativa spiegano il perché della richiesta al Governo di “istituire l’ora legale tutto l’anno, abbandonando il passaggio ora legale/ora solare”. Una motivazione estremamente sentita: “Per contrastare il caro-energia e consentire a famiglie e imprese risparmi sulle bollette di luce e gas”.

ora legale

1 miliardo di euro di risparmio in un biennio

La stima di un risparmio di 1 miliardo di euro “solo nel primo biennio”, argomenta la petizione, si lega al guadagno di un’ora di luce e calore solare ogni giorno. “Il risparmio energetico derivante dall’adozione permanente dell’ora legale – aggiungono Sima e Consumerismo – consentirà tra l’altro di tagliare le emissioni climalteranti per un totale di 200.000 tonnellate di CO2 all’anno, con conseguenze positive sulla salute umana oltre che risparmi economici”.

L’appello a prorogare l’ora legale almeno fino al 30 novembre

Tra i firmatari della petizione risultano tra gli altri il sottosegretario al Ministero della Salute, Andrea Costa, il presidente della Lilt, Francesco Schittulli, e l’epidemiologo Prisco Piscitelli, vicepresidente Sima. E l‘appello al Governo italiano di iniziare almeno con una proroga dell’ora legale fino al 30 novembre è stato pubblicato anche dalla rivista Lancet Regional Health Europe.
Un provvedimento in tal senso non sarebbe una novità assoluta. Già nel 2007, infatti, gli Stati Uniti prorogarono l’ora legale di 4 settimane, con documentati risultati di risparmio energetico.

L’ora legale e il risparmio energetico

Sempre Terna, la scorsa primavera, quantificò in 10,5 miliardi di kilowatt/ora, pari a 1,8 miliardi di euro, il risparmio energetico legato all’ora legale avuto in Italia dal 2004 al 2021. Da queste cifre di consumo storico, dunque, si può stimare che l’ora legale estesa anche ai mesi invernali determinerebbe un minor consumo di circa 300 milioni di kw/h. Ma basterebbe ampliarla a novembre per risparmiarne già 70. E altri 70 ne deriverebbero se si aggiungesse anche marzo.

primavera

Le analisi sul tema sono molteplici. Il Centro studi di Conflavoro Pmi stima ad esempio che, con 147 ore di luce naturale in più, mantenere l’ora legale anche da novembre a marzo farebbe risparmiare nel 2023, agli attuali prezzi e sulla base degli attuali fabbisogni mesnsili, 2,7 miliardi di euro di consumi di elettricità. Prima dei rincari, il Parlamento Europeo quantificò un risparmio medio (sebbene con variazioni significative da Stato a Stato) collegato all’ora legale dello 0,34% dell’energia consumata.

Ora legale tra Europa e Usa

Come ricorda la petizione, già dal 2018 lo stesso Parlamento Europeo, in seguito a una consultazione pubblica che coinvolse 4,6 milioni di cittadini, ha del resto “approvato con l‘84% dei voti favorevoli l’abolizione dell’obbligo del cambio di orario 2 volte l’anno, lasciando di fatto liberi i vari Stati di scegliere se optare per l’ora solare o l’ora legale”.
Tra le argomentazioni dei contrari all’ora legale, le mattine più buie, con maggior necessità di illuminazione pubblica, anche se in ore pre-lavorative (e quindi con minor impatto sui consumi), e la penalizzazione delle aziende agricole.

La discussione è aperta anche negli Stati Uniti, gli “inventori” dell’ora legale per l’intuizione di Benjamin Franklin nel 1784 (anche se però la applicarono per la prima volta solo nel 1918). In realtà, sottolinea un sondaggio di AP-Norc Center for Public Affairs, se il 70% degli Statunitensi è contro il doppio cambio di orario, solo il 30% è a favore dell’ora legale, mentre il 40% preferisce quella solare. Del resto, anche il mondo scientifico americano si divide, tra chi teme che dall’ora legale costante derivi  un effetto simile al jet lag (con più rischi di tumori, ipertensione, diabete, infarti e ictus) e chi invece lega al precoce buio serale anche un aumento della criminalità fino al +20%.

Alberto Minazzi

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