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Nuovo decreto: l’Italia torna a ballare

Nuovo decreto: l’Italia torna a ballare

La lunga attesa del “popolo della notte” è finalmente finita.
Per effetto del nuovo decreto legge, da lunedì 11 ottobre, anche in Italia tornano ad aprire discoteche e locali da ballo, gli ultimi luoghi di socialità che, da oltre un anno, ancora erano chiusi al pubblico a causa della pandemia.
Con green pass, mascherina, severe sanzioni per l’inosservanza, com’è logico.
Ma anche con limiti di capienza che il Governo ha deciso di fissare a una quota superiore a quella suggerita dal Comitato Tecnico Scientifico.

Il principio di fondo, adottato anche per i luoghi della cultura e dello sport, è quello della gradualità delle riaperture.
In base all’andamento della pandemia e alle caratteristiche di eventi e luoghi, così, il decreto precisa che “potrà essere stabilita una diversa percentuale massima di capienza consentita per prevenire o ridurre il rischio di contagio”.

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Discoteche: 50% al chiuso, 75% all’aperto

Nei giorni scorsi, insieme al parere positivo alla riapertura dei locali notturni, la risposta del Cts all’Esecutivo aveva indicato una capienza del 35% al chiuso e del 50% all’aperto.
Una soglia che aveva scatenato numerose reazioni contrarie da parte di chi, gestori e politici, anche di maggioranza, riteneva che con questi numeri l’attività dei locali da ballo non sarebbe stata economicamente sostenibile.
Il Consiglio dei Ministri, nel decreto, approvato all’unamimità, ha accolto le richieste, fissando il limite al 50% al chiuso e al 75% all’aperto. A differenza di quanto suggerito dal Comitato, inoltre, non vanno contati, per il calcolo della capienza, i dipendenti del locale.

Ciò che serve per andare a ballare

La riapertura dei locali da ballo sarà in ogni caso possibile solo nelle regioni in “zona bianca” secondo il rischio epidemiologico. Obbligatoria, all’ingresso, l’esibizione del Green pass che attesta l’avvenuta vaccinazione o l’esito negativo di un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti se rapido o entro 72 ore se molecolare.
Al momento di accedere al locale, i clienti saranno inoltre registrati per facilitare l’eventuale necessità di un contact tracing in caso di riscontro di una positività.


Riguardo alla mascherina, all’interno del locale va indossata sempre, potendola rimuovere però quando si scende in pista per ballare. Obbligatorio, da parte dei gestori, l’utilizzo di bicchieri monouso e l’utilizzo di impianti di aerazione che non prevedano meccanismi di riciclo dell’aria.

Le sanzioni

Per gli esercenti dei locali da ballo, così come per gli altri responsabili dei luoghi in cui si svolgono spettacoli aperti al pubblico, eventi o competizioni sportive, le “disposizioni urgenti” approvate dal Consiglio dei Ministri inaspriscono poi le sanzioni in caso di mancato rispetto delle percentuali di capienza consentite rispetto a quelle approvate in via ordinaria per ogni singolo locale.
Nel caso in cui venga rilevata un’inosservanza delle regole, il decreto prevede infatti la sanzione amministrativa accessoria della chiusura da 1 a 10 giorni. Il provvedimento, che si aggiunge alla multa, scatta però solo a partire “dalla seconda violazione commessa in giornata diversa”.

Discoteche: le riaperture in Europa

La riapertura delle discoteche in Italia segue quella avvenuta in altri Paesi europei, in alcuni casi già da tempo e comunque con misure diverse da nazione a nazione. In Francia si è tornati a ballare già dal 9 luglio, con capienza massima al 75%, obbligo di Green pass, ma semplice raccomandazione di indossare la mascherina.
Anche in Gran Bretagna la riapertura è avvenuta a luglio, il 19, e senza nessuna richiesta di Green pass o test negativo. La Germania ha riaperto dal 4 settembre, con i clienti che devono dimostrare la vaccinazione o la guarigione dal virus nei sei mesi precedenti. Regole diverse su base territoriale, invece, in Spagna. Ad esempio, a Madrid, che pure ha tolto dal 4 ottobre i limiti di capienza per le attività economiche e sociali, non sono ancora attive le discoteche al chiuso. Dopo la riapertura di giugno e la successiva nuova chiusura legata all’andamento del contagio, l’Olanda punta adesso a riaprire a novembre, mentre Belgio e Portogallo lo hanno fatto da una settimana.

Luoghi di cultura aperti al 100%

Tra le altre misure contenute nel decreto, sempre relative alle sole attività consentite in zona bianca, come previsto, il Governo ha modificato, riducendo i limiti di capienza, le prescrizioni per luoghi di cultura e sedi di eventi sportivi aperti al pubblico.
In particolare, per cinema, teatri, sale da concerto, musei e altri luoghi culturali, si torna in pratica alla normalità. Anche in questo caso andando oltre le indicazioni del Cts, la capienza torna al 100% non solo per i locali all’aperto, ma anche al chiuso.


In questo secondo caso, il suggerimento del Comitato si fermava all’80%. Viene meno anche la necessità di rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro tra i visitatori, mentre sono confermati gli obblighi di Green pass e di mascherina. “Finalmente tutta la cultura ricomincia a vivere”, ha commentato, con un tweet, il ministro Dario Franceschini.

Eventi sportivi: 60% al chiuso, 75% all’aperto

Nello stesso intervento sui social, il ministro della Cultura precisa che, per i concerti in stadi e palasport, valgono le “stesse regole dello sport”. Pur ampliando i limiti di capienza in vigore fino al 10 ottobre (50% negli stadi e nelle altre sedi di manifestazioni sportive all’aperto, 35% per palasport ed altri impianti al chiuso), il decreto appena approvato non riapre infatti completamente al pubblico le strutture sportive. L’allargamento in vigore da lunedì arriva al 60% al chiuso e al 75% all’aperto.

Il Consiglio dei Ministri specifica inoltre che la capienza “deve essere rispettata utilizzando tutti i settori e non solo una parte, al fine di evitare il verificarsi di assembramenti in alcune zone”. L’accesso sarà consentito solo con il Green pass e sarà sempre obbligatorio l’uso della mascherina “È un primo passo – commenta la sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali – perché dobbiamo arrivare quanto prima al 100%”.

Alberto Minazzi

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