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Nucleare, il fisico Romano: "Fonte di energia più pulita e sicura"

Nucleare, il fisico Romano: "Fonte di energia più pulita e sicura"
Il fisico nucleare Luca Romano

“Le scorie nucleari prodotte nel mondo in 70 anni (440 mila tonnellate) starebbero in un campo da calcio riempito per un’altezza di 3 metri”.

 

“Non c’è nessuna speranza di combattere il riscaldamento globale senza l’ energia nucleare”.
L’affermazione è netta, senza tentennamenti.
“Ne sono convinto – dice infatti Luca Romano, il fisico nucleare che sta diventando una star sui social come “Avvocato dell’atomo -. Lo sostengono anche le maggiori istituzioni internazionali”.
Infatti, dall’Agenzia Internazionale dell’energia (IEA) al Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC), il nucleare è ritenuto oggi la soluzione in quanto pulito in termini di emissioni e sostenibile.
Per queste ragioni, soprattutto ora che la crisi energetica incombe, è stato sdoganato anche dalla politica.

  •  Sul nucleare ci sono però ancora molte ritrosie e paure…

Sono paure irrazionali, legate a una falsa narrazione. In realtà il nucleare è la fonte di energia più pulita e più sicura.
E’ un po’ come l’aereo rispetto alla macchina: lo si teme di più pur sapendo che è meno pericoloso. Il nucleare genera poi una minor quantità di rifiuti, anche rispetto alle rinnovabili, visto che prima o dopo, per esempio, i pannelli solari dovranno essere smaltiti.

 

  • Eppure l’Italia ancora ha un certo quantitativo di rifiuti radioattivi da smaltire legati alle vecchie centrali nucleari, tanto che il Governo dovrà decidere, tra le 67 macrozone individuate dalla CNAI (Carta Nazionale delle Aree Idonee) in varie regioni d’Italia, dove realizzare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi

Anche su questo si dovrebbe far chiarezza. Distinguendo innanzitutto tra le scorie, che rappresentano una minima parte di ciò di cui stiamo parlando e i rifiuti radioattivi, che sono altra cosa e sono per esempio legati a strumentazioni e macchinari medici.
Per intenderci: tutte le scorie nucleari prodotte nel mondo in 70 anni (440 mila tonnellate) starebbero in un campo da calcio riempito per un’altezza di 3 metri. Senza contare che con i nuovi reattori nucleari sono riciclabili.

 

  • Intende i reattori nucleari di terza o quarta generazione, sempre a fissione nucleare, o guarda a quelli a fusione nucleare?

Intendo quelli di quarta generazione.
La fusione per ora è ancora solo un ambito di ricerca, anche se promette risultati sorprendenti. Si passerà dall’Uranio a degli isotopi dell’idrogeno, ma l’evoluzione prevede tempi lenti, si arriverà ai primi impianti nel 2070.
I reattori di terza generazione avanzata sono invece già sicuri e realizzabili. In Italia potrebbero già essere costruiti tra il 2032 e il 2035.

 

  • Ma comunque produrranno delle scorie: in quale quantità rispetto alle vecchie centrali nucleari?

I reattori di terza generazione producono quantità di scorie radioattive molto basse.
Uno da 1 Gigawat e mezzo di potenza che opera sulle 8000 ore l’anno produce un volume di scorie che starebbe in un armadietto delle scope.

 

  • Per i non addetti ai lavori c’è un po’ di confusione quando si parla di reattori di terza o quarta generazione. Si fa riferimento ai reattori modulari? A quelli autofertilizzanti? A quelli che sta sperimentando Eni con la tecnica del confinamento magnetico?

I reattori di terza generazione sono quelli in costruzione nel mondo con tecnologie avanzate. Sono sicuri, ecologici e collaudati.
I reattori modulari rappresentano invece un concetto trasversale, che ha a che fare con la loro miniaturizzazione.
Al posto di un grande impianto, tanti piccoli reattori lontani l’uno dall’altro. Sono interessanti per Paesi come il Canada e l’Australia, che ha città distanti, molto meno per l’Italia.
I reattori autofertilizzanti sono di quarta generazione e sono di diveri modelli. Alcuni continuano a utilizzare Uranio, altri Torio. Non utilizzano più l’acqua per refrigerare: alcuni lo fanno con i sali fusi e altri con metalli liquidi o gas.
Sono molto efficienti e potrebbero rappresentare una valida risposta alla scarsità di Uranio. Esistono a livello di prototipi.
Quelli che dovrebbero funzionare con la tecnica di confinamento magnetico appartengono infine ancora al solo ambito della ricerca. Implicano il passaggio dalla fissione alla fusione nucleare.

 

  • Di quanta energia nucleare potrebbe aver bisogno l’Italia?

Rinnovabili e nucleare devono stare insieme. Il nucleare dovrebbe coprire circa il 40% del nostro fabbisogno, che in totale è di circa 20 Gigawat.
Sarebbero sufficienti dalle 4 alle 5 centrali, 15 reattori in tutto.

 

  • Puntando invece tutto sulle rinnovabili che accadrebbe? Perché dice che senza il nucleare non si può combattere il riscaldamento globale?

Le rinnovabili da sole non sono sufficienti e non sono il solo a dirlo: anche il piano della transizione ecologica al 2050 lo evidenzia.
Arriveremmo a emettere ancora 200 mln di tonnellate di CO2 l’anno.
Questo significa che, per arrivare con le sole rinnovabili a emissioni zero i consumi energetici dovrebbero essere ridotti al 40% degli attuali, il numero delle auto che circolano dovrebbe essere dimezzato e si dovrebbero efficientare tutti gli edifici della penisola. Considerato che siamo nel 2022, dovremmo intervenire su 30 edifici al giorno.

Consuelo Terrin

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Tag:  nucleare

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