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Influenza “suina”: due morti in Veneto

Influenza “suina”: due morti in Veneto

Ricoverati da alcuni giorni, un 48enne e un 55enne di Vicenza non sopravvivono alla polmonite causata dal virus stagionale H1N1. L’importanza del vaccino

Due dei pazienti, un 48enne e un 55enne, ricoverati a inizio anno in terapia intensiva dell’ospedale San Bortolo di Vicenza a causa della polmonite interstiziale provocata dall’infezione da virus H1N1 non ce l’hanno fatta. E ce ne sono altri 3 o 4, tra i 50 e i 70 anni, che stanno lottando con gravi patologie nel reparto di rianimazione del nosocomio del capoluogo berico.
Anche quest’anno, come ormai avviene da 15 anni, la cosiddetta influenza “suina” sta insomma circolando in maniera diffusa nella stagione influenzale. Come ha sottolineato nell’occasione la Direzione Prevenzione della Regione Veneto, è però una definizione “impropria” quella che ricollega la malattia pandemica “Mexico 2009” ai maiali, perché il salto di specie ormai è compiuto.

Il vaccino antinfluenzale protegge da H1N1

Questo significa, fortunatamente, che anche il ceppo di questo agente infettivo respiratorio è contenuto nel vaccino antinfluenzale messo a disposizione della popolazione, con particolare riguardo per i soggetti a rischio.
Non è dunque probabilmente un caso che i due morti, che avrebbero avuto patologie pregresse, non si fossero sottoposti alla vaccinazione. Tra gli altri consigli per proteggersi, l’uso di mascherine e una terapia tempestiva con antivirali nei casi più gravi.

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Un’altra precisazione, sostanziale e non solo terminologica, è che questo tipo di influenza nulla a che vedere con quella “peste suina” che fece scattare l’allarme anche in Italia 2 anni fa, visto che questa, almeno per ora, colpisce invece gli animali senza rischi di trasmissione all’uomo.
L’evoluzione degli agenti infettivi è comunque sempre sotto controllo e non a caso sarà anche uno dei temi affrontati nello specifico G7 che l’Italia ospiterà quest’anno ad Ancona.

Influenza “suina”: in linea con le stagioni precedenti

H1N1 è dunque un virus stagionale che concorre ogni anno all’aumento di ricoveri e mortalità nel periodo di circolazione. La nota della Direzione Prevenzione veneta, al riguardo, sottolinea che la sua diffusione “allo stato attuale è in linea con le stagioni influenzali del periodo pre pandemico”. E “un recente report dell’Oms conferma che la mortalità è sovrapponibile a quella precedente al periodo della pandemia Covid”.

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I contagi riportati dalle cronache in queste ore, rientrano dunque in quella che viene considerata dalle autorità sanitarie del Veneto una ““normale” ondata influenzale, che sta coinvolgendo ampie porzioni di popolazione”.
Tornando ai casi vicentini, i 2 decessi per grave insufficienza respiratoria sono arrivati a inizio settimana, al termine di un breve periodo di ricovero, durante i quali i pazienti sono stati sottoposti a cure incessanti da parte dei sanitari.

Infezione da H1N1: cosa c’è da sapere

La risposta immunitaria all’infezione da H1N1 provoca una forte infiammazione, che nelle situazioni più delicate arriva a impedire la normale respirazione, rendendo necessaria la somministrazione di ossigeno o addirittura, in casi estremi, il ricorso al macchinario della circolazione extracorporea. Il decorso di questo tipo di influenza è normalmente rapido, ma sono possibili complicazioni soprattutto nei pazienti fragili come malati cronici o anziani.
Il virus ha derivazione suina, ma ormai si è adattato all’uomo, ricombinandosi con altri virus e rendendo così possibile la trasmissione da persona a persona. Dopo la pandemia, dichiarata dall’Oms nel 2009 e chiusa ufficialmente ad agosto 2010, è diventato dunque il responsabile di una delle varianti stagionali, a fianco degli altri virus respiratori come quello dell’influenza, il virus sinciziale e lo stesso Covid.

L’80% dei casi di influenza in Italia da H1N1

L’influenza generata dal virus H1N1 è la più presente quest’anno in Italia.
“Questa influenza, che si chiama suina non perché l’abbiamo contratta dai maiali ma perché storicamente è un riassortimento di un virus che nel 2009 aveva colpito i suini, è ogni anno una parte fondamentale dei contagi da influenza A. Non è una malattia grave dalle conseguenze letali -ha detto il virologo Matteo Bassetti- C’è però una percentuale di popolazione, inferiore al 5% che rischia di più: i fragili, gli anziani, gli immunodepressi. Raramente, come nei casi di Vicenza, può essere letale anche per i più giovani e sani.

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Il direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino Matteo Bassetti @Fb Matteo Bassetti

E’ una forma di influenza che conosciamo bene. Purtroppo, quest’anno, che abbiamo una delle peggiori stagioni influenzali degli ultimi vent’anni– ha continuato –   abbiamo vaccinato poco. Non hanno aiutato le teorie complottiste antiscienza, antivaccini, che evidentemente hanno portato la popolazione a una disaffezione alle vaccinazioni anche anti influenzali che avevano visto crescere la copertura negli anni precedenti. Bisognerebbe riflettere per evitare che in futuro, l’anno prossimo ci siano percentuali di copertura vaccinale così basse”.
A ribadirlo è anche il direttore della Società Italiana delle malattie infettive e tropicali Massimo Andreoni, che ricorda come siano questi casi di cronaca a rilevare qanto la vaccinazione possa esser determinante.

Alberto Minazzi

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