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Il Monte Bianco svetta sulle Alpi, ma 2 metri più in basso

Il Monte Bianco svetta sulle Alpi, ma 2 metri più in basso

La periodica misurazione biennale dei geometri dell’Alta Savoia ha rilevato una perdita di 2,22 metri rispetto al 2021

Qual è la cima più alta delle Alpi?
La risposta è semplice: il Monte Bianco, che svetta al confine tra Italia e Francia.
E quanto misura il punto più elevato dell’Europa occidentale? In questo caso, la domanda nasconde un piccolo tranello…

Il Monte Bianco e l’altezza perduta

Al quesito, non si può dare infatti una risposta immutabilmente valida, a meno di far riferimento alla vetta di roccia, posta a 4792 metri sul livello del mare.
Sopra questa quota c’è uno spesso deposito di ghiaccio e neve, che varia con estrema frequenza. E che, negli ultimi 2 anni, ha visto perdere 2,22 metri, portando l’attuale livello della sommità esattamente a 4805,59 metri.
Un risultato che potrebbe legarsi alle variazioni pluviometriche dell’estate, come ha spiegato, nel corso di una conferenza stampa Jean des Garets, presidente della Camera dei geometri esperti dell’Alta Savoia, che dal 2001 porta avanti il progetto di misurazione della vetta del Bianco con rilevazioni biennali.

La misurazione del Monte Bianco

Il record di altezza, nelle 12 misurazioni effettuate dall’avvio dell’iniziativa, sono i 4810,90 metri del 2007.
Ma attenzione: questo non significa che il Bianco stia perdendo irreparabilmente quota.
Le variazioni della cima, sottolinea sempre des Garets, sono continue: non solo in altezza, ma anche in posizione.
Non è detto cioè che il monte, tra 2 anni, non possa essere molto più alto, anche perché già in passato si sono registrati cambiamenti di questo tipo.
La possibile forbice è stimata attorno ai 5 metri e incide sulla misurazione concreta anche l’intensità del vento al momento della misurazione, per quanto possano essere precisi e all’avanguardia gli strumenti utilizzati.
In occasione dei rilievi del 2023, che hanno visto impegnate una ventina di persone in 8 cordate che hanno raggiunto la cima come di consueto verso la metà di settembre, è stato per esempio impiegato per la prima volta, insieme al sofisticato sistema di antenne gps, anche un drone. Ed è stata così garantita una precisione con margine d’errore tra i 2 e i 5 centimetri.

Il senso dell’iniziativa

Le misurazioni punto per punto sulla sommità del Monte Bianco durano giorni e, ammette il presidente dei geometri dell’Alta Savoia, “dopo questi rilievi, abbiamo già imparato molto”. L’obiettivo che ci si è posti, in ogni caso, non è quello dell’interpretazione, lasciata agli scienziati, ma la semplice raccolta di dati scientifici, come base per le valutazioni dell’impatto delle evoluzioni climatiche sull’arco alpino.

Alberto Minazzi

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