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Femminicidi, migranti e gang: i tre nodi del Decreto Sicurezza

Femminicidi, migranti e gang: i tre nodi del Decreto Sicurezza

La bozza del nuovo decreto attesa questo pomeriggio all’esame in Consiglio dei Ministri

Non c’è solo il “decreto rave”, da convertire alla Camera entro il 30 dicembre per evitare la decadenza, nel “pacchetto-sicurezza” del Governo Meloni.
Dopo il tavolo operativo tenutosi tra i tecnici dei Ministeri coinvolti, nella riunione del Consiglio dei Ministri prevista per il pomeriggio di mercoledì 28 dicembre dovrebbe essere infatti esaminata almeno parte della bozza del nuovo decreto-sicurezza (che potrebbe essere anche spacchettato in atti separati) su cui sta lavorando l’Esecutivo.
Un provvedimento ad ampio raggio, che affronta la tematica partendo innanzitutto da tre punti di vista “caldi”: le misure per prevenire la violenza sulle donne e i femminicidi, quelle mirate al contrasto alle baby gang e il nuovo codice per le ong che effettuano salvataggi di migranti nel Mediterraneo.

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Migranti: nuove regole per le ong

Proprio le novità allo studio in materia di immigrazione dovrebbero essere le prime a essere affrontate a Palazzo Chigi. Al riguardo, sottolinea l’agenzia Ansa citando “diverse fonti di governo”, “la bozza è ancora aperta e il perimetro e la tempistica non sono ancora definiti”. Qualche anticipazione in merito, in ogni caso, è stata fornita dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che aveva parlato in particolare di “sanzioni più efficaci rispetto a quelle vigenti”.
La stretta prevista dal nuovo codice dovrebbe così tradursi nella concessione alle organizzazioni umanitarie della possibilità di effettuare un unico salvataggio, fornendone subito notizia alla Guardia costiera e alle altre autorità e chiedendo di poter approdare in un “porto sicuro”.

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Inoltre, i naufraghi soccorsi dovranno essere informati della possibilità di chiedere asilo e andrà chiesto loro se intendano presentare domanda di protezione internazionale.
In questo modo modo, verrebbe attivata la procedura per la ricollocazione dei migranti, con i Paesi di bandiera della nave che sarebbero chiamati a farsi carico delle persone caricate a bordo.
Si tratterebbe, in ogni caso, di solo “salvataggi-lampo”, senza possibilità di trasbordi tra imbarcazioni diverse, limitando anche la possibilità che le navi rimangano giorni in mare. Inoltre, le sanzioni amministrative per l’inosservanza delle norme potrebbero arrivare fino al sequestro o la confisca della nave in aggiunta alla multa.

Stalking e femminicidi

Per approfondire ulteriormente, e quindi renderle più incisive, le novità che dovrebbero rendere più stringenti le misure di prevenzione contro la violenza sulle donne e per il contrasto alle baby gang, l’ultimo orientamento del Governo sembra quello di rinviare il confronto di qualche giorno, aspettando l’inizio del 2023. Anche in questo caso, comunque, alcune linee essenziali relative alle bozze due “pacchetti” di norme sono già trapelate.
Riguardo alla violenza di genere, il decreto andrà a integrare il “Codice Rosso”, la riforma del codice penale introdotta e in vigore dal 2019.

femminicidi

 

L’orientamento è quello di portare avanti il disegno di legge dello scorso anno dei ministri Cartabia e Lamorgese. Si va quindi, per esempio, verso la possibilità di arresto obbligatorio in alcuni casi anche senza la flagranza, l’ampliamento dei casi in cui il questore può utilizzare lo strumento dell’ammonimento per gli stalker.

Misure preventive più severe nel decreto sicurezza

Ma è previsto anche un inasprimento delle pene, anche per chi manomette il braccialetto elettronico (che potrà finire in carcere), oltre che per chi viola i provvedimenti.
Un’ulteriore stretta è poi allo studio anche sulle misure preventive, a partire dal divieto di avvicinamento e dall’imposizione del divieto di soggiorno nei luoghi frequentati dalla vittima. Novità in arrivo, infine, anche sul risarcimento, per cui basterà una prima sentenza di condanna, e sugli obblighi per forze dell’ordine e presidi sanitari su informazione ed eventuale sistemazione della vittima in un centro antiviolenza.

Baby gang: verso il daspo urbano

Quanto alle baby gang, il Governo sta studiando l’ipotesi di introdurre anche per i minorenni di almeno 14 anni lo strumento del “daspo urbano” (inizialmente pensato per le frange estreme delle tifoserie sportive e poi esteso ad altre categorie come gli spacciatori) che impedirebbe ai destinatari di frequentare alcuni locali pubblici e aree cittadine, a partire da quelle dove si svolge la “movida”, ma anche i luoghi di riunione della gang, come i centri commerciali o le stazioni ferroviarie e della metro. In tal modo si punta a contenere le incursioni delle bande organizzate di giovani.

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In parallelo, in considerazione della sempre maggior diffusione del cyberbullismo, che muove principalmente da social network e chat on line per l’organizzazione delle baby gang e per dare poi pubblicità alle loro azioni criminose, è oggetto di valutazione del decreto sicurezza anche la misura aggiuntiva del divieto di utilizzo degli smartphone, e forse anche dei social stessi, per chi si è reso colpevole di azioni particolarmente violente.

I taser

Un’ultima misura allo studio, come riportato dal Corriere della Sera, riguarda l’intenzione del Ministero dell’Interno di estendere l’uso del taser, la pistola elettrica già in uso come strumento di dissuasione. Oltre a consentirne l’uso, da parte delle autorità di pubblica sicurezza, in ogni situazione di rischio, si punta a inserirlo tra le dotazioni di poliziotti e carabinieri di pattuglia anche nei comuni più piccoli, dove spesso al momento gli agenti non dispongono dei taser.

Alberto Minazzi

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