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Giornata contro la violenza sulle donne: come smascherare un uomo violento

Giornata contro la violenza sulle donne: come smascherare un uomo violento

Lo psicologo Antonio Arcuri, esperto in criminologia investigativa, psicologia e psichiatria forense: attenzione al narcisista manipolatore

Maltrattamenti e femminicidi restano purtroppo fenomeni all’ordine del giorno, tanto che ogni dato aggiornato sulle vittime della violenza contro le donne non è mai aggiornato abbastanza.
Mentre la politica oggi, 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne,  si impegna a rifinanziare i centri antiviolenza e a fare quanto serve per una più efficace applicazione della norma sul codice rosso, durante un incontro che si è tenuto a Venezia, Antonio Arcuri, psicologo esperto in criminologia investigativa, psicologia e psichiatria forense, ja tenuto una “lezione” per insegnare alle donne a riconoscere i primi segni di violenza e di conseguenza riuscire a prendere le distanze da una persona violenta.

L’identikit dell’uomo violento passa attraverso varie fasi

L’incontro è stato tenuto dallo psicologo, esperto in criminologia investigativa, psicologia e psichiatria forense Antonio Arcuri, che ha spiegato come cogliere i sottili segnali di un comportamento che è destinato a degenerare.
«Partiamo da una premessa necessaria – sottolinea Arcuri -. E’ difficile per una donna innamorata non tanto riconoscere questi segnali, quanto piuttosto ammetterli. Va detto anche, però, che il percorso della violenza è ripetitivo. Le persone che arrivano a maltrattare le donne fino talvolta a ucciderle hanno sempre lo stesso modo di agire, come se lavorassero su copione e sono per questo riconoscibili. Il guaio è che la vittima è portata a “giustificare” la persona amata. Al punto che, se l’uomo inizia a dare manifestazioni di violenza, arriva addirittura a pensare che sia per colpa sua».

uomo violento
Lo psicologo Antonio Arcuri

Il ciclo della violenza

“I 7 petali”- spiega Antonio Arcuri – sono i fattori che vanno controllati per capire se ci sono disfunzioni, ad esempio disturbi della personalità.
Il tutto partendo dalla figura del narcisista e dell’uomo manipolatore abusante e dalle fasi attraverso cui nasce, cresce e si sviluppa un rapporto tossico, malato e violento tra vittima e carnefice.
Chi maltratta le donne e arriva anche a ucciderle, riesce a capire e sfruttare le ferite della preda. Seguendo delle modalità precise. Si parte sempre dall’uomo “principe azzurro”, la persona dolce e attenta del primo periodo di conoscenza. Il cosiddetto “love bombing” che può essere descritto come una strategia di manipolazione in cui il partner letteralmente bombarda, inonda di amore, ammirazione e attenzioni. Tutto ciò per ottenere potere e controllo sulla sua preda, facendo leva sui suoi punti deboli.

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Nel ciclo della violenza c’è anche l’isolamento da familiari e amici, giustificato da parte del carnefice come “normale” in un rapporto d’amore. In realtà, il suo timore è che persone vicine alla vittima potrebbero aprirle gli occhi su determinati comportamenti».

«Nel manipolatore non c’è rimorso»

«Capita nella maggior parte dei casi – conclude Antonio Arcuri – che la vittima che riesce a staccarsi da chi le usa violenza poi ritorni insieme. Succede perché il carnefice inizia un’azione di vero e proprio stalking fino a portarla a ricredere in lui e a ritornare assieme. Mentre per le coppie normali capita, durante un litigio, di dire anche cose che non si pensano, nel manipolatore non c’è rimorso per ciò che può aver fatto o detto perché il suo obiettivo è non mollare la preda».
Nel corso dell’incontro sono stati poi comunicati i dati del Centro antiviolenza di Venezia (nel 2022 sono state 31 le donne accolte in situazioni di grave urgenza e messe in sicurezza, anche nelle due case rifugio comunali), è stata sottolineata l’importanza de i CAV nell’aiutare e sostenere le vittime di violenza e del “Codice rosso“, la legge contro la violenza di genere che fornisce nuovi strumenti a protezione delle vittime e che introduce nuove fattispecie di reato.

Silvia Bolognini

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