Il ritorno del Cashback: rimborsi immediati per le spese sanitarie

La delega fiscale in arrivo al Senato potrebbe reintrodurre il Cashback.
Non nella formula che gli italiani hanno imparato a conoscere tra 2020 e 2021 ma comunque un rimborso sulle spese effettuate con bancomat e carte di credito che potrebbe evitare di dover conservare a lungo gli scontrini e consentire di recuperare subito la percentuale di detrazione prevista in sede di dichiarazione dei redditi.
Soprattutto in ambito sanitario, il 19% di un importo pagato, per esempio, per una visita specialistica, ritornerebbe con immediatezza nel proprio conto corrente.
“In questo modo – ha spiegato la viceministra dell’Economia, Laura Castelli, all’ agenzia di stampa AGI – i contribuenti avranno davvero il diritto a ottenere quello che gli spetta in maniera semplice. E poi è un modo per continuare a utilizzare quello che abbiamo costruito sul piano digitale sul Fisco”.
Il nuovo cashback ricalca, per come è stato presentato, una pratica molto frequente negli Stati Uniti.
In Italia, inizialmente, sarà applicato, all’inizio in modo sperimentale, proprio per le spese sanitarie.
In seguito, potrebbe essere esteso alle altre tipologie di spesa.
Non è ancora chiaro se si tratterà solo di spese per le quali è già prevista una detrazione fiscale.
In realtà, al di là di questo “rimborso” statale all’italiana, il cashback esiste anche in forme “private” e si articola in tre tipologie: quello con specifiche carte di credito, quello attivato da negozi convenzionati e, infine, quello predisposto da circuiti di negozi virtuali.
In questi casi si tratta di modalità che applicano immediatamente gli sconti previsti.
In tal modo i negozianti, dell’uno o dell’altro tipo, attraverso l’iscrizione degli utenti interessati agli sconti a un apposito sito, si garantiscono una platea di consumatori maggiore e questi ultimi la possibilità di fare i loro acquisti con un margine di risparmio che spesso, in percentuale, cresce con l’aumentare della spesa.