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Autonomia differenziata: via libera dal Consiglio dei Ministri

Autonomia differenziata: via libera dal Consiglio dei Ministri
La sala in cui si riunisce il Consiglio dei ministri @Palazzo Chigi

Approvato a Palazzo Chigi il disegno di legge Calderoli con i principi generali per l’attuazione dell’attribuzione di nuove funzioni alle Regioni

Al testo di legge, com’è giusto, si possono dare interpretazioni diametralmente opposte. C’è però un dato inconfutabile: con l’ok del Consiglio dei Ministri al disegno di legge Calderoli, ha concretamente preso il via, dopo decenni di dibattito, l’iter verso l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni prevista dalla Costituzione all’articolo 116.
Per passare all’effettiva attribuzione agli enti locali di nuove funzioni, con le relative risorse umane, strumentali e finanziarie, ci vorrà in ogni caso ancora tempo.
L’esame delle intese tra le Regioni interessate e lo Stato, verosimilmente, non potrà avvenire prima dell’inizio del 2024.
Poi ci vorranno almeno altri 5 mesi per completare l’articolato procedimento specifico di approvazione definitiva delle intese.
E c’è prima ancora un passaggio preliminare fondamentale, da rispettare: quello della determinazione dei Lep, ossia dei livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi che devono essere garantiti in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. Questo perché riguardano diritti civili e sociali da tutelare per tutti i cittadini.
Se infatti le materie che potranno essere trasmesse dal livello centrale a quello locale sono tutte quelle relative alla legislazione concorrente previste dall’articolo 117 della Costituzione, per le funzioni relative ai diritti sociali dovrà comunque essere garantita l’eguaglianza in tutte le regioni.

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I Lep

E’ proprio il nodo dei Lep il punto cruciale dei 10 articoli che, con qualche piccola modifica, sono stati approvati a Palazzo Chigi.
A determinare i livelli sarà chiamata, attraverso uno o più decreti del presidente del Consiglio, la Cabina di regia istituita dalla Legge di Bilancio 2023, con il relativo finanziamento che si baserà sui relativi costi e fabbisogni standard.
In questo caso, l’attribuzione di nuove funzioni nelle 23 materie civili e sociali alle Regioni sarà consentita subordinatamente alla determinazione dei Lep, che avverrà dopo una ricognizione della spesa storica dell’ultimo triennio.

La durata delle intese e il finanziamento

Saranno invece le stesse intese a specificarne la durata, che comunque non potrà superare i 10 anni.
Durante la sua validità, l’intesa potrà essere modificata su iniziativa dello Stato o della Regione e potranno essere previste anche le modalità con cui gli stessi enti possono chiederne la cessazione. Se però non interverrà una manifestazione di volontà in tal senso almeno un anno prima della scadenza, a fine periodo l’intesa si intenderà rinnovata per un uguale arco temporale.
Quanto all’attribuzione delle risorse, ferma restando la garanzia dell’equilibrio di bilancio, la determinazione sarà affidata ogni anno a una Commissione paritetica Stato-Regione.
Il relativo finanziamento avverrà quindi attraverso la compartecipazione al gettito di uno o più tributi erariali a livello regionale.
È inoltre espressamente previsto che la Regione possa a sua volta attribuire a Comuni, Province e Città metropolitane le funzioni trasferite.

Commenti e reazioni

“Con il disegno di legge quadro sull’autonomia – ha dichiarato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – puntiamo a costruire un’Italia più unita, più forte e più coesa. Il Governo avvia un percorso per superare i divari che oggi esistono tra i territori e garantire a tutti i cittadini, e in ogni parte d’Italia, gli stessi diritti e lo stesso livello di servizi. Un provvedimento che dà alle Regioni una duplice opportunità: gestire direttamente materie e risorse e dare ai cittadini servizi più efficienti e meno costosi”.
Diverse, invece, le reazioni tra i vari presidenti di Regione. Tra i commenti positivi, quelli di Attilio Fontana (Lombardia), Alberto Cirio (Piemonte), Vito Bardi (Basilicata) Donatella Tesei (Umbria) e Giovanni Toti (Liguria), oltre che di Luca Zaia (Veneto): “Si apre una grande sfida per questo Paese perché stiamo scrivendo una vera e propria pagina di storia. Ma non è il traguardo di un percorso; è l’inizio”.
Decisamente critici, al contrario, il campano Vincenzo De Luca (“L’ipotesi di autonomia proposta è inaccettabile, è una proposta propagandistica che spacca l’Italia“) e il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che ha dichiarato: “Siamo pronti alla mobilitazione”.

Alberto Minazzi

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