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Alimentari: l’inflazione spinge gli italiani verso i discount

Alimentari: l’inflazione spinge gli italiani verso i discount

L’analisi di Coldiretti: meno quantità acquistate, ma più spesa. E spesso si rinuncia alla qualità. Ma si riducono gli sprechi

Nel carrello della spesa degli italiani finiscono sempre meno beni alimentari. È stata finora pari al -4,6%, nel 2023, la diminuzione dell’acquisto di questi prodotti primari, nonostante l’inflazione abbia determinato un aumento della spesa finale del +7%. Una situazione di difficoltà ancor più evidenziata dal fatto che “volano gli acquisti di cibo low cost, con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +9,7% a gennaio-luglio nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio”.

Lo sottolinea Coldiretti, che ha effettuato un’analisi sulla base dei dati Istat relativi al commercio al dettaglio nei primi 7 mesi dell’anno, confrontandoli con quelli dell’analogo periodo del 2022. “Spinte dai rincari – prosegue Coldiretti – le famiglie italiane orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità, tagliano gli acquisti e vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti”.

Una situazione che, però, ha anche un risvolto positivo. “Con la diminuzione delle quantità acquistate a causa del caro prezzi – sottolinea la confederazione nazionale dei coltivatori diretti – si cerca anche di fare più attenzione agli sprechi, razionalizzando i consumi a partire dalla gestione degli avanzi e adottando comportamenti più responsabili per salvare i bilanci”. Il 68% delle famiglie, così, è tornata alla “cucina povera” fatta di ricette “del giorno dopo”.

Il tema è stato al centro dell’inaugurazione del Sana, il Salone internazionale del biologico e del naturale di Bologna. “Le ricette della tradizione popolare con il riutilizzo degli avanzi o di ingredienti di base – conclude Coldiretti – sono l’asse portante della cucina italiana candidata a patrimonio immateriale dell’umanità per l’Unesco e spesso sono state riproposte nella loro eccezionale semplicità anche da cuochi e ristoranti di alto livello”.

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