Quinta vittima nel Lazio, salgono a 11 i decessi nel Paese. Il virus avanza, ma niente panico. Serve consapevolezza
Un uomo di 77 anni è morto all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina per complicanze legate al virus West Nile.
Era ricoverato dal 17 luglio e soffriva di patologie pregresse. Il suo è il quinto decesso registrato nel Lazio, l’undicesimo in Italia da inizio anno.
A oggi il nostro Paese è il più colpito in Europa: lo conferma l’ultimo bollettino settimanale dell’Ecdc, l’agenzia europea che monitora la diffusione delle malattie infettive.
I casi confermati – oltre cento, secondo le stime più recenti – sono distribuiti in diverse regioni, con il Lazio, e in particolare la provincia di Latina, come epicentro dell’epidemia.
Il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell’Università Statale di Milano, ha spiegato che «ci troviamo ancora in una fase di crescita, simile agli scorsi anni, ma con un’estensione geografica maggiore. Il picco dovrebbe arrivare tra la seconda e la terza settimana di agosto».
Cos’è il virus West Nile
La West Nile è una malattia infettiva causata da un virus trasmesso dalle zanzare del genere Culex (diverse dalla più nota “zanzara tigre”).
Il contagio non avviene da persona a persona, ma solo attraverso la puntura di insetti infetti.
Gli uccelli rappresentano il principale “serbatoio” del virus.
Nella maggior parte dei casi, l’infezione passa inosservata: circa l’80% delle persone non sviluppa sintomi.
Un 20% manifesta disturbi lievi come febbre, mal di testa, nausea o sfoghi cutanei.
Ma in meno dell’1% dei casi – soprattutto in soggetti anziani o immunodepressi – si verificano complicazioni neurologiche gravi: encefaliti, meningiti, paralisi.
Non esiste una cura specifica. Il trattamento è sintomatico e nei casi più severi può essere necessario il ricovero ospedaliero.
Italia in vetta alla classifica europea
Nel bollettino Ecdc aggiornato al 30 luglio, sono cinque i Paesi europei che segnalano casi umani di West Nile: Italia, Grecia, Romania, Bulgaria e Francia.
Il nostro Paese guida la classifica per numero di infezioni e per aree coinvolte: solo nell’ultima settimana, nuovi contagi sono stati segnalati in 7 regioni. Un’estensione che conferma l’evoluzione ormai endemica del virus nel nostro territorio.
Le altre “infezioni da zanzara”: Dengue e Chikungunya. Le differenze
Oltre al West Nile, esistono altre infezioni virali trasmesse dalle zanzare: Dengue e Chikungunya, entrambe veicolate dalla zanzara tigre (Aedes albopictus), introdotta in Italia negli anni ’90.
Dengue è soprannominata “febbre spacca ossa” per i dolori articolari intensi, può evolvere (raramente) in forme emorragiche. Circola nel sangue per 7 giorni, e non si trasmette da persona a persona.
Esistono due vaccini, ma non sono ancora ampiamente disponibili in Europa.
Chikungunya provoca invece febbre alta e dolori invalidanti, con decorso in genere benigno ma doloroso.
Anche in questo caso, la trasmissione è tramite zanzara infetta.
Cosa possiamo fare
Il modo più efficace per proteggersi da queste infezioni è ridurre il contatto con le zanzare. Come?
Nei modi più semplici: usando repellenti sulla pelle, indossando abiti lunghi all’aperto, installando zanzariere alle finestre, eliminando i ristagni d’acqua sui balconi, nei giardini, nei sottovasi, in secchi, ciotole e piscinette.