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Arrivano le zanzare: serve prevenzione per evitare arbovirosi

Arrivano le zanzare: serve prevenzione per evitare arbovirosi

L’appello della Siti: l’Italia è sempre più a rischio-arbovirosi, vanno da subito rilanciate le attività di disinfestazione previste dal Piano nazionale

Le ondate di maltempo e le temperature sotto le medie che hanno caratterizzato praticamente tutto il mese di maggio hanno avuto almeno un effetto positivo: rallentare il proliferare delle zanzare, insidia da non sottovalutare ritenendola un semplice fastidio estivo. Nel contesto di mutamento degli scenari epidemiologici globali legato ai cambiamenti climatici, l’Italia sta diventando infatti sempre più esposta al rischio di arbovirosi, ovvero le malattie infettive trasmesse da insetti e altri artropodi come le zecche. E l’arrivo del caldo vero, destinato a esplodere nei prossimi giorni con punte previste dai meteorologi fino a 40°, si accompagnerà a un parallelo aumento di questi vettori virali. Ecco perché la Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti) ha lanciato un urgente appello a istituzioni e popolazione per riportare ai massimi livelli l’attenzione specifica e rilanciare da subito le attività previste nel Piano nazionale prevenzione arbovirosi.

L’importanza della prevenzione

Come ha sottolineato il presidente Siti, Enrico Di Rosa, la prevenzione è infatti l’arma più efficace che abbiamo contro malattie come Dengue e West Nile, che abbiamo imparato a conoscere molto bene negli ultimi anni.
Così come, ricorda la stessa Siti, ci si è sempre più resi conto che se si sottovaluta il rischio, non agendo tempestivamente per prevenire la minaccia, si può andare incontro a conseguenze sanitarie potenzialmente pesanti.

zanzare
Per affrontare in modo efficace le minacce sanitarie come le arbovirosi, serve adottare il modello “One Health”, che considera la salute umana, animale e ambientale come strettamente connesse. Questo approccio integrato punta a unire le competenze di igienisti, veterinari e specialisti ambientali per una risposta coordinata ed efficace.
Il presidente della Società Italiana di Igiene (Siti) sottolinea anche l’importanza di sensibilizzare il più possibile l’opinione pubblica, a partire dalle Amministrazioni locali, chiamate a investire risorse nella prevenzione e a favorire la collaborazione tra i diversi attori del territorio.

Come prevenire le arbovirosi

Il Piano nazionale prevenzione arbovirosi è in scadenza quest’anno, ma offre utili indicazioni dal punto di vista delle concrete azioni da mettere in campo per la prevenzione. Fondamentale è prima di tutto l’intensificazione del controllo dei vettori, a partire dalle zanzare, attraverso interventi mirati di disinfestazione e la promozione di pratiche individuali e collettive volte a eliminarne i focolai di riproduzione. Una disinfestazione che, sottolinea la Siti nel suo appello, richiede, ai fini dell’efficacia preventiva, la capillarità della diffusione sul territorio tanto quanto un’azione tempestiva, prima che la proliferazione dei vettori raggiunga livelli critici.

dengue
La Siti ricorda infine che esistono e sono disponibili efficaci vaccini che proteggono da alcune arbovirosi. Una protezione che è particolarmente consigliata dagli specialisti sia per chi si mette in viaggio verso aree in cui il virus è endemico, sia per chi presenta specifiche condizioni di rischio.

Dengue e altre arbovirosi: a che punto siamo

I medici igienisti ricordano ancora come nel 2024 l’Italia abbia registrato il record storico di casi di Dengue, con focolai autoctoni significativi diffusi in diverse regioni, a partire alle Marche, a oggi uno dei più grandi mai verificatisi in Europa.
È inoltre sempre più diffuso, sia per numero di casi che relativamente all’area geografica interessata, anche il virus West Nile, che recentemente ha raggiunto per esempio anche il Regno Unito. In Italia, relativamente alle arbovirosi, è comunque attivo un sistema di sorveglianza nazionale, che viene costantemente aggiornato dall’Istituto Superiore di Sanità. Al riguardo, l’ultimo bollettino, che fa il punto sul periodo tra il 1° gennaio e il 31 maggio 2025, ha evidenziato che, nei primi 5 mesi dell’anno, pur fortunatamente senza nessun decesso collegato, risultano 60 casi confermati di Dengue, 13 di Chikungunya e 4 di Zika virus, tutti associati a viaggi all’estero. A questi si aggiungono 5 casi di Tbe (in questo caso tutti autoctoni) e 1 di Toscana virus. La pagina dedicata a West Nile e Usutu virus è invece ferma all’aggiornamento del 31 ottobre 2024, non essendo ancora iniziata la stagione di massima diffusione dell’agente infettivo.

Alberto Minazzi

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