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Poveglia rinasce verde: l’isola torna a vivere tra natura, memoria e comunità

Poveglia rinasce verde: l’isola torna a vivere tra natura, memoria e comunità

Un parco pubblico urbano lagunare in cui convivono foreste commestibili, orti, frutteti, arte e biodiversità. Dopo oltre 50 anni di abbandono, l’isola di Poveglia si apre alla cittadinanza

Un parco pubblico urbano lagunare in cui coesistano una foresta-giardino “commestibile”, zone a prato attrezzate con piccole strutture realizzate da laboratori artigianali e artistici per pic-nic e feste, un nuovo attracco accessibile e sicuro per le imbarcazioni, radure che favoriscano l’incremento della biodiversità avicola, un’area volta al recupero di viti preesistenti e all’innesto di nuovi impianti, un frutteto e infine un’area preposta a laboratori e workshop.
E’ la svolta per l’isola veneziana di Poveglia, polmone verde sospeso tra acqua e terra privo di presenza umana.
Attestata dal V secolo d. C, avamposto della guerra tra veneziani e genovesi, presidio militare, luogo di quarantena e infine ospedale geriatrico, l’isola è stata ceduta al demanio nel 1969 e da allora è rimasta in stato di abbandono per oltre 50 anni.

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L’isola di Poveglia, a Venezia

Ora la sua gestione è affidata all’associazione veneziana “Poveglia per tutti” che, già nel 2014, quando l’Agenzia del Demanio aveva inserito Poveglia tra i beni da cedere per 99 anni attraverso una procedura d’asta, si era candidata per aggiudicarsi l’isola lagunare.
Il progetto presentato per la rinascita di Poveglia che alla fine ha convinto il Demanio, è in attesa ora del parere della Soprintendenza.

Da “isola dei fantasmi ” a “Poveglia verde”

Sono tante le storie che su Poveglia si sono diffuse nel mondo nel corso del suo lungo abbandono.
Tante che, se provate provate a scrivere su un qualsiasi motore di ricerca: “Il luogo più infestato della terra“, “l’isola dei fantasmi”, “l’isola maledetta”, vi uscirà un solo nome: il suo.
In realtà, quest’isola che fu cara ai dogi e in auge fino alla metà del 1300, ha una storia antichissima ed è una delle isole più amate dai veneziani.
Che si sono uniti in un’associazione e che con il progetto “Poveglia verde – fino ad oggi”, la vogliono trasformare in un “parco pubblico urbano lagunare”, per il quale l’associazione garantisce una rapida cantierabilità e la copertura finanziaria con fondi propri, circa 280.000 euro.
La proposta progettuale mira a far fruire l’isola Nord nel lungo periodo, ricreando nuovamente un ambiente ospitale e accessibile a tutti.

Verso la ricostituzione di un ecosistema tipico lagunare

“Vogliamo sfruttare le potenzialità offerte dalle attuali specie invasive presenti, rovo, edera e ailanto, pur riducendone la presenza e limitandone lo sviluppo complessivo. Il progetto intende infatti favorire e accelerare la ricostituzione di un ecosistema tipico lagunare anche attraverso il rinforzo della presenza di specie autoctone tipiche – spiega la porta voce di “Poveglia per tutti”  Patrizia Veclani – Il nostro parco pubblico lagunare ricorderà inoltre gli elementi che rappresentano il passato utilizzo dell’isola, come l’orticoltura e le relative canalette idriche, ma cercherà di sfruttare le strutture preesistenti anche per attività nuove. Il muro dell’ospedale in disuso offre, ad esempio, la possibilità di realizzare proiezioni cinematografiche e concerti”.

 

Il progetto prevede inoltre la realizzazione di un’area di ingresso accogliente e ad alta fruibilità, servita da un pontile di accesso dall’acqua, oltre ad una rete di percorsi nel verde di diversa fruibilità e impatto sull’ambiente naturale.
Il piano, che poggia su tre pilastri fondamentali – sostenibilità ambientale, sociale ed economica – punta dunque a trasformare l’isola in un parco pubblico accessibile e autosufficiente, rispettando la memoria storica del luogo e al contempo immaginando nuovi usi e forme di partecipazione.

Natura e memoria, tra canali e boschi

L’obiettivo è duplice: da un lato, il recupero della biodiversità attraverso interventi mirati di restauro naturalistico del bosco e riqualificazione paesaggistica; dall’altro, la valorizzazione della memoria agricola dell’isola.
Il progetto prevede inoltre la realizzazione di punti di sosta e belvederi che offriranno viste uniche sulla Laguna e sulla skyline di Venezia.
L’intero impianto è sostenuto da un modello sociale inclusivo, che prevede la piena accessibilità alla cittadinanza e la costruzione di una comunità partecipata.

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L’isola di Poveglia

Un’economia che sostiene il bene comune

Sostenibilità economica significa, in questo contesto, capacità di autosostenersi nel tempo.
Il progetto prevede che le attività generatrici di utili finanzino quelle a solo costo, in una logica di circolarità economica in cui ogni euro guadagnato viene reinvestito nell’isola.
A questo si aggiunge l’adozione di pratiche sostenibili sul piano ambientale: raccolta e riutilizzo dell’acqua piovana, utilizzo esclusivo di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili, gestione a basso impatto delle risorse.
Un sistema autosufficiente e resiliente, pensato per durare.
L’area verde di Poveglia fino agli anni Sessanta, quando è stata abbandonata, ha avuto una tradizione agricola.
Ora, dal punto di vista naturalistico, si presenta come inselvatichita che è un carattere che l’associazione vorrebbe conservare pur introducendo specie commestibili e arricchendo gli spazi con percorsi, aree sosta e panchine.
Il prossimo 22 giugno Poveglia accoglierà la VIII edizione di Sagraanomala: “un momento aggregativo, ormai tradizionale – spiega Patrizia Veclani – in cui ci incontriamo per discutere ma anche per godere del futuro parco urbano lagunare di Poveglia”.

Claudia Meschini

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