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Coronavirus: Veneto sul filo del rasoio tra arancione e rosso

Coronavirus: Veneto sul filo del rasoio tra arancione e rosso

Per domani, venerdì 12 marzo, è attesa la nuova “sentenza” sull’attribuzione delle diverse regioni alle varie fasce colorate legate alla diffusione della pandemia da Covid-19. Per la prima volta, anche il Veneto, insieme ad altre 10 regioni, è a serio rischio di finire nella fascia più restrittiva, quella rossa.

Le considerazioni di Zaia

“A oggi – ha dichiarato il presidente Luca Zaia – non abbiamo certezze, ma come altre regioni siamo sul filo del rasoio, perché il livello di trasmissibilità è molto più aggressivo. Speriamo di recuperare un’altra settimana di arancione, anche se il trend nazionale dell’Rt si avvicina al rosso. Ed è questo il vero problema, che potrebbe impedire anche l’istituzione di zone rosse subregionali, per non mettere in crisi l’intera regione”. La soglia di Rt che fa scattare automaticamente il passaggio di fascia è di 1,25. Ma non è l’unico parametro che si sta avvicinando ai limiti per il Veneto, dove la variante inglese è ormai arrivata attorno al 70% dei casi.

Il tasso di incidenza

Il passaggio al rosso avviene infatti anche in caso di superamento del tasso di incidenza di 250 nuovi casi su 100 mila persone in una settimana sull’intero territorio. Attualmente il dato è tra 190 e 192, già superato in 6 distretti sanitari su 23, mentre altri 4 si stanno avvicinando al limite: Ovest Veronese a 237, Padova Bacchiglione Piovese a 214, Rovigo a 212 e Pieve di Soligo a 203. Se il Veneto restasse arancione, il superamento all’interno del distretto della soglia di 250 determinerebbe comunque il passaggio alla didattica a distanza integrale nelle scuole dalla seconda media in su.

I dati e le curve

La situazione dell’ospedalizzazione, pur continuando ad aumentare i numeri dei ricoverati, resta invece ancora sotto controllo. Il tasso di riempimento, con 1.510 ricoveri complessivi (+6 nelle ultime 24 ore), è del 14% in area non critica e del 12% in terapia intensiva. “Il vero problema – ha commentato Zaia – è che se il trend continua a essere questo le curve possono diventare perpendicolari come è già accaduto. E, in caso di una nuova risalita, non partiamo da zero, ma a 170 letti occupati in rianimazione”. “Finora – ha concluso il presidente – l’Italia è riuscita a gestire la situazione senza nuovi lockdown e spero che se ne venga fuori senza misure durissime. Ma bisogna vedere prima di tutto le decisioni del Governo rispetto a quanto detto dal Cts”.

Vaccini: tra protocolli e sbarco in azienda

Le Regioni si stanno intanto accingendo a firmare un nuovo protocollo vaccinale, sulla base dei criteri stabiliti a livello nazionale. Il Governo ha infatti deciso che i criteri di priorità saranno in primis quello delle fragilità, procedendo poi per fasce d’età. Il Veneto, che ha già somministrato almeno una dose a 457 mila persone, mentre 150 mila hanno completato il ciclo, punta ad esaurire entro fine mese la vaccinazione per tutti gli ultraottantenni. Nel frattempo, martedì sarà portato in Giunta regionale il protocollo per dare il via alle vaccinazioni in azienda. “Saranno le realtà aziendali, nel rispetto dei protocolli – ha spiegato Zaia – a fare direttamente e autonomamente le vaccinazioni al contingente dell’organico aziendale, con i vaccini che consegneremo loro”.

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