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Lido, la spiaggia più bella: anche per tartarughe e delfini

Lido, la spiaggia più bella: anche per tartarughe e delfini
Una tartaruga salvata dallo spiaggiamento
Il 2019, per la spiaggia dei veneziani, è l’anno della conferma del riconoscimento ambientale e di qualità con la bandiera blu, ma anche l’anno della conferma che poco fuori le acque serenissime vivono stanziali gruppi di tartarughe e delfini.
Perché le bandiere sono belle, ma quando si ha riscontro oggettivo di cosa voglia dire in pratica avere acque “da bandiera blu”, l’orgoglio è tanto.
Tra il Lido e le coste della Croazia il WWF stima una presenza di 5.000 animali
che in estate iniziano a migrare verso l’alto Adriatico, zona che sembra essere molto importante per la crescita dei giovani esemplari.

I tursiopi (una specie di “delfino” N.d.R.), nell’Adriatico settentrionale sono invece una popolazione stanziale formata da circa 2700 esemplari.
La conferma arriva dal CERT, il centro per le emergenze dei cetacei dell’Università di Padova, che ne ha censiti 400 intorno al delta del Po.
Sono quindi questi gli animali che vediamo saltare fuori dalle onde del nostro mare.

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Tartarughe e delfini tra noi

La motivazione di questo emozionante ritorno può essere dovuta al miglioramento generale della qualità delle acque, seguita da un ripopolamento delle specie ittiche (naselli, gronghi e calamari) di cui i delfini sono ghiotti.
Le Caretta Caretta, per le quali il oggi si celebra il Tartaday, istituita dai Centri di recupero e cura delle tartarughe marine del progetto Ue Tartalife, sono molto presenti nel nostro mare.
Sono una specie protetta a livello internazionale, perché ha rischiato di estinguersi a causa dell’impatto delle attività antropiche.
La giornata loro dedicata serve a diffondere una maggior sensibilità e consapevolezza ambientale in generale e punta a far conoscere il progetto TartaLife, attivo da 5 anni, tra i pescatori.

Tartalife: salviamo le tartarughe marine

Attualmente sono 18 in Italia le strutture Tartalife. Sono presidi di primo soccorso, di raccolta e di monitoraggio.
Il progetto Ue ha consentito di salvare sui mari d’Italia finora 1500 esemplari rimessi in libertà dopo aver subito traumi o incidenti di vario tipo.
Purtroppo può capitare che alcuni individui vengano ritrovati spiaggiati, già deceduti.
Succede per le tartarughe come per i delfini.
L’ultimo è stato ritrovato sulla battigia della spiaggia delle Quattro Fontane al Lido di Venezia la settimana scorsa.
Chiaramente all’aumentare della popolazione, si accompagna un aumento dei casi di spiaggiamento, ma  “l’80% degli animali da noi recuperati, sui quali quindi siamo in grado di fare una diagnosi – spiega la Dott.ssa Cinzia Centelleghe del CERT-  muore di cause naturali. Come tutti gli animali, anche i delfini, così come le tartarughe, si ammalano e invecchiano”.

Cosa fare se troviamo animali spiaggiati

L’attenzione nei confronti di questi animali deve essere massima, soprattutto in mare aperto, dove nuotano prossimi alla superficie per nutrirsi, riposarsi e respirare. Ma cosa possiamo fare se ci imbattiamo in una tartaruga o un delfino spiaggiati ma ancora vivi?
“Innanzitutto – spiega la Dott.ssa Cinzia Centelleghe del CERT di Padova – non bisogna toccare l’animale. Se si trova su una spiaggia è già in una condizione di disagio, perché non è quello il suo ambiente naturale ed è quindi opportuno non stargli molto vicini per non aumentare il suo stress. Se possibile, cerchiamo invece di procurargli un po’ di ombra finché attendiamo che arrivi il soccorso”.
Ma chi possiamo chiamare?
A intervenire con urgenza e competenza in queste situazioni sono la Capitaneria di Porto (numero 1530), il WWF dei volontari degli Alberoni per il Lido (numero 348.2686472) o lo stesso CERT dell’Università di Padova (numero 366.9256638).

 

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