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Spray nasale: la nuova frontiera delle protezioni anti-Covid?

Spray nasale: la nuova frontiera delle protezioni anti-Covid?

La premessa è d’obbligo: l’uso della mascherina e il rispetto delle altre misure preventive contro il Covid non vengono assolutamente meno.
Le “armi” per aiutare a proteggerci dall’infezione da Sars-CoV-2, però, sono destinate ad aumentare. E non solo sul fronte dei vaccini. La nuova frontiera sono gli spray nasali.
Da Israele, ne è appena arrivato uno sul nostro mercato. Ma anche la ricerca italiana è arrivata al punto della sperimentazione sull’uomo di un prodotto che, dicono i primi risultati, sarebbe in grado di ridurre la carica virale nelle alte vie respiratorie con solo alcune inalazioni al giorno: da 3 a 5, da effettuare a intervalli regolari.

Lo spray nasale anti-Covid italiano

I test di laboratorio in vitro e in vivo effettuati dall’Unità di Igiene dell’ Ospedale Policlinico San Martino di Genova coordinati dal Prof. Giancarlo Icardi hanno dimostrato, secondo quanto riferito dagli studiosi, che lo spray nasale AOS2020 è in grado di eliminare il coronavirus in meno di un minuto, irrigando, idratando e pulendo le mucose senza irritare naso e gola.
Il risultato della sperimentazione preliminare è stato di recente pubblicato dal Giornale Ufficiale della Società Europea di Otorinolaringoiatria.
Il prodotto è composto da una soluzione acquosa di lavaggio contenente una sostanza antimicrobica già prodotta dal nostro sistema immunitario: l’acido ipocoloroso. Grazie alla nanotecnologia sviluppata e brevettata da un team italiano di un’azienda italo-svizzera (la Apr), l’acido, contenuto in soluzione allo 0,005%, è stato reso stabile, puro e quindi non nocivo e inalabile. I test di sicurezza, precisa una nota, mostrano infatti una citotossicità fino a 20 volte inferiore rispetto ad altre soluzioni antimicrobiche in commercio. Lo spray può essere conservato per 2 anni tra i 5 e i 25 gradi senza degradarsi.

I test dello spray nasale italiano sull’uomo

Da sabato 15 maggio inizierà così l’arruolamento, da parte dell’Unità di Igiene del San Martino, di 57 pazienti positivi al Covid-19 con sintomi lievi.
La sperimentazione passa infatti alla fase di test per verificare sicurezza ed efficacia del prodotto. I risultati sono attesi entro 4 mesi dall’avvio della sperimentazione sull’uomo. E, se confermeranno i risultati positivi ottenuti in laboratorio, potrebbero portare alla produzione del prodotto in Italia e alla sua commercializzazione entro fine 2021.

Lo spray verrà utilizzato insieme alle terapie standard con l’obiettivo di ridurre la carica virale nel naso.
Si pensa infatti che questo potrebbe consentire di ridurre la contagiosità dei pazienti e la diffusione dell’infezione, prevenire l’insorgenza di sintomi gravi e migliorare il decorso iniziale della malattia, impedendo che il virus arrivi ai polmoni o danneggi le vie nervose olfattive. In prospettiva, si pensa anche un possibile utilizzo in via preventiva, in particolare per chi frequenta locali ad alto rischio di contagio come mezzi pubblici o scuole.

Lo spray israeliano arrivato in Italia

Primi riscontri positivi sull’efficacia degli spray nasali contro il Covid sono intanto già arrivati da Paesi come Israele e Regno Unito. In particolare, da poco più di una settimana è stato immesso sul mercato italiano lo spray israeliano “Taffix”. Il prodotto, in questo caso, mira alla creazione di una barriera protettiva della mucosa nasale per evitare, con una percentuale di efficacia garantita al 97%, che vi penetrino virus o allergeni. La protezione ha una durata che parte da 50 secondi dopo la somministrazione e prosegue circa 5 ore.

La polvere rilasciata dallo spray genera infatti uno strato di gel nella cavità nasale, abbassandone nel contempo il pH a 3,5 e creando così un microambiente ostile per la quasi totalità dei virus. Non si tratta in ogni caso di un medicinale, ma di una barriera di doppio tipo, meccanica e chimica, che va ad aggiungersi agli altri dispositivi di protezione individuale.

Alberto Minazzi

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