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Scrigni di biodiversità e di cultura: i Grandi Giardini Italiani

Scrigni di biodiversità e di cultura: i Grandi Giardini Italiani

Sono 14, nel 2024, le new entry dei Grandi Giardini Italiani

Sono diventati 153 i Grandi Giardini Italiani.
Nella classifica degli spazi botanici più belli d’Italia creata nel 1997 da Judith Wade per valorizzare il patrimonio verde della penisola, sono entrati quest’anno altri 14 tesori.
Tra questi, i Giardini Reali di Venezia, che continuano dal 2022 a scalare le classifiche e a guadagnare primati.
Se infatti in quell’anno hanno conquistato un posto nella top ten del Premio “Il Parco più bello d’Italia, nel 2023 hanno vinto il Premio Europeo per il Patrimonio Culturale, il massimo riconoscimento europeo del settore.
Tra le altre New Entry dei Grandi Giardini Italiani ci sono, in ordine, i Giardini di Palazzo Moroni a Bergamo, Palazzo Boncompagni, in Emila Romagna, Parco Paternò del Toscano, in Sicilia, Oasy Contemporary Art, in Toscana, il Parco Internazionale di Scultura di Banca Ifis, ancora in Veneto, i Giardini Mileto, in Puglia, il Giardino di Castello Benelli, in Emilia Romagna, La Fattoria di Maiano, in Toscana, il Giardino di Sant’Efis Hotel, in Sardegna, Parco e Villa Valmy, in Emilia Romagna, Scarzuola, in Umbria, il Giardino di Villa di Modolo, terza conquista del Veneto e il Giardino de La Pellegrina, a Viterbo.

I Giardini Reali di Venezia

Amati dalla principessa Sissi e voluti da Napoleone per il rilancio dell’area Marciana previsto nel Piano per Venezia, sono collegati da un ponte levatoio a Piazza San Marco e offrono un privilegiato scorcio sulla laguna. Si estendono su circa 5 mila metri quadrati e sono tornati alla loro bellezza originaria dopo un complesso restauro realizzato dalla Fondazione Venice Gardens, che ha affidato il ripristino della parte botanica a Paolo Pejrone, un maestro del paesaggismo italiano e la parte architettonica ad Alberto Torsello.
Il loro pergolato in ghisa ricoperto da glicini e le serre rappresentano il fulcro di questo spazio aperto gratuitamente al pubblico, immerso in una romantica atmosfera mediterranea in cui scoprire angoli segreti e presenze botaniche ottocentesche.

Il Parco Internazionale di Scultura di Mestre

Il Parco Internazionale di Scultura di Banca Ifis è una new entry in tutti i sensi, visto che sarà per la prima volta aperto al pubblico a breve.
Si tratta del parco della cinquecentesca Villa Fürstenberg, dove Banca Ifis ha ora la sua sede e si estende su 22 ettari di terreno dove varie specie botaniche si alternano a preziose sculture di Fernando Botero, Giuseppe Penone, Pietro Consagra e Igor Mitoraj nell’intenzione, viene annunciato, di creare un ambiente “in cui arte e natura si nutrono reciprocamente”.

Villa Modolo

Ottocentesca, Villa Modolo, realizzata dalla famiglia Miari Fulcis, è compresa nella catalogazione delle cento ville venete di Antonio Canova.
E quasi nasconde sul retro un grandioso parco che, alle bellezze naturali, aggiunge una fantastica vista sulle Dolomiti.

Grandi Giardini Italiani
@Villa Modolo

Palazzo Moroni

Di Bergamo, tra i Grandi Giardini Italiani sono entrati a far parte quelli di Palazzo Moroni, che si contraddistinguono per il loro svilupparsi su spettacolari terrazzamenti e per le viti, i gelsi e gli alberi da frutto che riempiono quella che viene definita “l’ortaglia”, un angolo di campagna lombarda mantenuto come in origine.

Le eccellenze romagnole

Tre new entry le vanta anche la regione Emilia Romagna con Palazzo Boncompagni, Castello Benelli e il Parco di Villa Valmy.
Tre luoghi caratterizzati non solo dalla presenza di tesori botanici ma anche da storia e cultura.
Palazzo Boncompagni fu casa di Gregorio XIII, diventato Papa nel 1572.
Il suo splendido giardino, dove c’è una magnolia secolare, è un tripudio di profumi e di colori di ortensie, camelie e gelsomini.
Ancora gelsomini, accostati a rose di diverse specie, accolgono nel grande parco di Castello Benelli, che sorse nell’Ottocento sulle rovine di un antico castello medievale.
Grandi querce e magnolie, cedri, olmi, frassini, camelie, ippocastani, e suggestivi archi di rose, invece, rappresentano il tesoro del parco di Villa Valmy, che prende il nome dal generale François-Christophe Kellermann, nominato da Napoleone duca di Valmy. L’antica villa fu in origine della Famiglia Lambertini, della quale faceva parte Papa Benedetto XIV.

Parco Paterno del Toscano

Si trova invece in Sicilia, alle pendici dell’Etna, il Parco Paterno del Toscano, dove rare piante tropicali convivono con la vegetazione boschiva della macchia mediterranea.
Nei tre ettari di giardino che si sono formati su colata lavica, nascono infatti querce, castagni, mirti, melograni e felci, ma anche varietà di palme, agavi e yucche.
Alcune piante sono state dichiarate monumentali e l’intero Parco è sottoposto a tutela della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Culturali della regione Sicilia.

Grandi giardini italiani
@Parco Paterno del Toscano

Le eccellenze toscane

Sono La Fattoria di Maiano e l’Oasy Contemporary Art, le due eccellenze toscane entrate a far parte dei Grandi Giardini Italiani
Due realtà diversissime tra loro benché sullo stesso territorio.
La Fattoria di Maiano si trova sulle colline di Fiesole dove sorgono il borgo medievale di Maiano e le cave. Se ne innamorò nel 1844 Sir Hohn Temple Leader, che acquistò l’intero pacchetto creando il suo Botanic Garden, la Fattoria e il Parco Romantico della Regina, così chiamato perché inaugurato proprio dalla Regina Vittoria nel 1893.
E’ dei nostri giorni invece l’Oasy Contemporary Art nata all’interno dell’Oasi del WWF Dynamo, sull’Appennino Pistoiese.
Nei suoi 1000 ettari, tra bosco e sentieri, si trovano piante rare e vere e proprie opere d’arte.

Grandi Giardini Italiani

 

Sono a tutti gli effetti un parco naturalistico i Giardini di Mileto, in Puglia, realizzati dalla famiglia Zizzi e caratterizzati da una grande biodiversità di piante.
Specie sub tropicali sono invece protagoniste del Giardino di Sant’Efis Hotel, affacciato sulle acque turchesi del mare sardo mentre si suddivide in cinque giardini tematici La Pellegrina di Viterbo, dove il paesaggista Stuart Barfoot ha disegnato nella tenuta dell’artista James Graham, tra Umbria e Lazio, un capolavoro in cui convivono 600 specie botaniche.

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