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Sandro Bottega: "il mio equilibrio tra tradizione e contemporaneità"

Sandro Bottega: "il mio equilibrio tra tradizione e contemporaneità"
Sandro Bottega

E’ uno dei signori della grappa e del vino italiani.
La sua azienda conta 160 dipendenti, produce un’ottantina di prodotti diversi e un fatturato annuo pari a 60 milioni di euro.
Soprattutto, il marchio Bottega è presente in più di 140 Paesi nel mondo, si trova nei più importanti duty free e viene proposto a bordo di oltre 60 compagnie aeree.
Le diverse produzioni, che vanno dalle grappe al prosecco, ai vini, fino all’olio biologico e all’aceto balsamico, negli anni, hanno ottenuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali.

Il segreto nel binomio di tradizione e contemporaneità

Ma la storia di Sandro Bottega, che ancora giovanissimo, nel 1983, alla morte del padre Aldo, ha assunto la direzione dell’azienda, resta ancorata alla terra veneta.
A quelle viti già coltivate dai suoi antenati come fittavoli sulle colline del Prosecco, a Bibano di Godega, a Treviso, dove ha sede la sua azienda, così come a Valgatara, nel veronese, dove ha attivato una nuova cantina, dedicata all’Amarone, al Ripasso e ai vini della Valpolicella (in Toscana, in un’altra cantina a Montalcino, Bottega ha allargato la gamma al Brunello e ad altri vini della denominazione).
Alla tradizionale scelta dell’uva e delle vinacce, alle note tecniche di distillazione e di vinificazione, che oggi però coniuga con progetti di riduzione dell’impatto ambientale, come, per esempio, l’analisi sulle emissioni dirette di CO2.

Obiettivo ambiente

La sostenibilità è infatti uno degli obiettivi sui quali Sandro Bottega punta da ormai 12 anni.
«La nostra attività– spiega – ricorda il lavoro di un artigiano: facciamo tutto a mano, è tutto frutto di fatica e passione.

Tutte le fasi della produzione rispondono ai criteri della sostenibilità e si svolgono all’insegna della tutela dell’ambiente e delle generazioni future. In particolare, l’azienda è attenta al risparmio di acqua, alla riduzione delle emissioni di CO2 e di sostanze chimiche e al riciclo dei materiali di scarto».
Nulla viene sprecato. Bottega ricicla anche il 50% del vetro utilizzato per l’imbottigliamento finale.

 

L’evoluzione di un’azienda

La storia di Bottega ha inizio nel 1635 quando il capostipite, Andrea, iniziò a coltivare le viti a Refrontolo come fittavolo. Da allora, la vita della famiglia ha sempre ruotato attorno a vigne e alambicchi.
Il nonno Domenico era un appassionato enologo e il padre Aldo, con la moglie Rosina, hanno fondato la prima distilleria.
Ma a dare un contributo fondamentale allo sviluppo del mercato mondiale del prosecco e a far varcare ai propri prodotti i confini nazionali sono stati i tre fratelli che, alla prematura scomparsa del padre, hanno preso in mano l’azienda: Sandro appunto, il maggiore, Stefano e Barbara.

Il ciclone Covid 19

Sandro Bottega è un imprenditore acuto, di quelli che non si fermano mai. Sempre reperibile con i suoi tre cellulari, sempre presente in azienda.
Ma il Coronavirus, anche per lui, è arrivato nel 2020 come una ciclone, spazzando via temporaneamentesperanze ed energia.
“E’ con le lacrime agli occhi che ho detto al mio personale che chiuderemo l’azienda il 15 aprile – aveva annunciato nel 2020 con una lettera a La Stampa – Poi non avremo più nulla da produrre, tutti gli ordini cancellati e i pagamenti spostati a chissà quando: 50 anni di lavoro partendo dal nulla, il 2° marchio nel mondo di spumanti, una dei simboli dei vini italiani, 300 persone laboriose che rimarranno a casa, 16 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, 80 milioni di fatturato: senza produrre nulla, la nostra azienda ha costi per oltre 800.000 euro al mese”.
I Bottega però non si sono arresi. Hanno anticipato la cassa integrazione ai dipendenti, si sono battuti per riprendere al meglio. Ce l’hanno fatta.

La nuova sfida

Ancora una volta, Sandro Bottega ha messo insieme tradizione e creatività.
Lui, che nel 2018 era stato chiamato a New York a tenere una lezione sul vino e sulle tecniche di commercializzazione del prodotto dalla Columbia University, ha rinvigorito le sue competenze nei settori della promozione, del marketing e della comunicazione, riprendendo a pieno ritmo l’attività.
«Per noi il consumatore fa parte della catena di produzione. Non è soltanto colui che acquista i nostri prodotti ma colui che ci racconta ciò che desidera» afferma.
Non a caso, per avvicinarsi alle sempre nuove richieste del mercato, Bottega, negli ultimi anni, ha deciso di investire anche sul mercato vegano e in produzioni alcool-free.

Lo sguardo al futuro

Il maggiore investimento resta però legato alla ricerca e allo sviluppo.
Designer ed enologi studiano e creano ogni giorno nuovi prodotti cercando di mantenere un costante legame con la tradizione e con la storia del territorio, producendo anche una vasta gamma di liquori con denominazione d’origine. Come la panna delle Alpi, il lampone del Trentino Alto Adige, il pistacchio di Sicilia o il rinomato Dry Gin realizzato con foglie di salvia coltivate direttamente nei vigneti dell’azienda.
L’azienda ha investito molto anche nella tutela dei marchi con oltre un centinaio di brevetti riconosciuti anche dalla Corte di giustizia europea.

 

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Tag:  imprenditore