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Pil 2021 in Italia crescita del 6,6%. Cosa porteranno i venti di guerra?

Pil 2021 in Italia crescita del 6,6%. Cosa porteranno i venti di guerra?

Nel 2021 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.781.221 milioni di euro correnti, con un aumento del 7,5% rispetto all’anno precedente.
In volume è cresciuto del 6,6%, un risultato migliore rispetto al 6,5% anticipato nelle stime preliminari di fine gennaio.
Lo dicono i dati Istat secondo i quali, a trascinare la crescita, è stata soprattutto la domanda interna, mentre limitati sono stati i contributi della domanda estera e la variazione delle scorte.
La prima ha registrato in termini di volume un incremento del 17% degli investimenti fissi lordi e del 4,1% dei consumi finali nazionali. Per quanto riguarda i flussi con l’estero, le esportazioni di beni e servizi sono salite del 13,3% e le importazioni del 14,5%. E ora?

In calo il deficit delle Amministrazioni pubbliche

Nel 2021 l’economia italiana, uscita da un 2020 caratterizzato dagli effetti della pandemia, ha dunque registrato un significativo recupero dell’attività produttiva, andato oltre le previsioni. Guarda con ottimismo a quanto rilevato da Istat il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

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Il Pil italiano e lo stato di emergenza per la guerra Russia/Ucraina

«Nell’incertezza congiunturale dovuta alla guerra e all’aumento del costo dei beni energetici – commenta il Ministro dell’economia Daniele Franco – il dato Istat del Pil a +6,6% rappresenta uno stimolo a proseguire nell’impegno per aumentare la resilienza, la sostenibilità e l’inclusività del sistema economico. Il rincaro dell’energia e il conflitto in atto in Ucraina renderanno più incerto e complesso il quadro congiunturale e le prospettive economiche ma i dati rilevati rappresentano una solida base su cui lavorare per assicurare la continuità della ripresa, l’espansione dell’occupazione e il miglioramento dei conti e della finanza pubblica».

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Il ministro dell’Economia Daniele Franco

Buone notizie arrivano anche sul fronte della finanza pubblica. Sempre secondo i dati Istat, nel 2021 il deficit delle Amministrazioni pubbliche (AP), misurato in rapporto al Pil è stato pari a -7,2% a fronte del -9,6% nel 2020.

«L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche – sottolinea l’Istituto nazionale di Statistica – ha registrato un netto miglioramento rispetto al 2020 per il buon andamento delle entrate a fronte del più contenuto aumento delle uscite, nonostante il protrarsi delle misure di sostegno introdotte per contrastare gli effetti della crisi».
Il saldo primario, vale a dire indebitamento netto meno la spesa per interessi, misurato in rapporto al Pil è stato pari a –3,6% contro -6,1% nel 2020.

Debito pubblico scende nel 2021 al 150,4%

I dati Istat dicono anche che il debito pubblico italiano dal picco del 155,3% raggiunto nel 2020 è calato al 150,4% del prodotto interno lordo nel 2021.
Sale però la pressione fiscale complessiva: l’ammontare cioè delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil.
Risulta infatti pari al 43,4%, in aumento rispetto all’anno precedente.
Secondo le rilevazioni Istat l’aumento è dovuto alla maggiore crescita delle entrate fiscali e contributive (+9%) rispetto a quelle del Pil a prezzi correnti (+7,5%).

Palazzo delle Finanze sede Ministero Economia e Finanza Roma
Palazzo delle Finanze sede Ministero Economia e Finanza Roma

Secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze, inoltre, i dati sul fabbisogno di cassa del settore statale per i primi due mesi dell’anno 2022 mostrano un miglioramento di 9,1 miliardi rispetto al primo bimestre del 2021.

Silvia Bolognini

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