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Covid 19: nuovi tamponi in arrivo nelle scuole con l‘ultima ordinanza veneta

Covid 19: nuovi tamponi in arrivo nelle scuole con l‘ultima ordinanza veneta
Ordinanza Zaia 2 ottobre 2020

Lo hanno già ribatezzato “baby tampone”. Un po’ perché riguarda soprattutto i bambini , molto perché risulta decisamente meno invasivo del tampone anti covid finora utilizzato.
A presentarlo, prestandosi a provarlo su se stesso, è stato il presidente della regione Veneto Luca Zaia nel corso del punto stampa indetto per anticipare l’arrivo di una nuova ordinanza.
Nessuna restrizione della libertà personale, nessuna chiusura di scuole, come molti hanno temuto.
La nuova ordinanza, in vigore da domani (03 ottobre) non fissa regole di comportamento ma le nuove misure di prevenzione connesse alla ripresa delle attività scolastiche. Riguarda però anche la grande novità dei baby tamponi fatti direttamente dal personale medico nelle scuole e i comportamenti che le classi e le famiglie dovranno temere rispetto al sintomo.

I Baby tamponi

Il Veneto utilizzerà  per i bambini e per le persone con particolari patologie, un sistema innovativo per l’individuazione della positività al Covid 19.
Si tratta di uno strumento nuovo, ma già autorizzato dall’FDA (l’Agenzia del farmaco statunitense) composto da un tampone che consentirà di avere un risultato attendibile con il suo inserimento nella sola fossa nasale e da una macchinetta che, estratto e stabilizzato l’antigene prelevato, nell’arco di 10 minuti concluderà l’operazione di screening.
Un sistema poco invasivo, che non traumatizzerà i bambini “ma che risulta estremamente sensibile – ha detto il professor Roberto Rigoli, primario di Microbiologia a Treviso – e che probabilmente in un prossimo futuro sarà accreditato come test per la diagnosi”.

baby test
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A provarlo, è stato direttamente il presidente della regione Luca Zaia, risultato negativo.
Di sicuro, il nuovo sistema è un ulteriore avvicinamento al nuovo obiettivo della sanità veneta: quello di giungere presto all’autosomministrazione.

Medici e test a scuola

Nel frattempo  nel caso in cui un bambino o un ragazzo stesse male a scuola, non saranno più i genitori a doverlo portare dal pediatra e da qui, su  indicazione di quest’ultimo, a fare il tampone. Saranno invece i medici dell’Ulss a raggiungere la scuola e a testare direttamente il presunto positivo.
L’altra novità riguarda proprio “i pediatri e i medici di base che vogliano far parte delle squadra – ha detto il presidente Zaia –. A loro, infatti,  saranno dati gratuitamente test rapidi da effettuare alla bisogna direttamente ai propri pazienti”.

Basta isolamento fiduciario per tutti

La nuova ordinanza introduce anche un protocollo operativo per gestire i comportamenti di un soggetto positivo e di aiuto alle scuole nel capire se un’intera classe debba o meno, in presenza di un alunno positivo, andare in quarantena.
La risposta resta affermativa per i bambini più piccoli dei nidi e fino alla prima elementare.
Negli altri casi, se un alunno della stessa classe del soggetto positivo risulta invece negativo, potrà ritornare in classe. Niente più isolamento fiduciario automatico, dunque, ma l’attivazione di una “sorveglianza responsabile”.

Tutelare per tutelarsi

“In sostanza – ha spiegato la direttrice del settore Prevenzione e Sicurezza della Sanità pubblica, Francesca Russo – fatto il tampone a tutti gli alunni della classe, se questi non risultano positivi la classe non viene messa in quarantena ma devono essere rafforzate le misure di prevenzione. Per esempio –ha chiarito – la mascherina andrà portata anche in modalità statica, saranno evitate le attività comuni come laboratori, attività motoria e anche in famiglia, per i 14 giorni durante i quali potrebbero comparire dei sintomi, quotidianamente dovrà essere misurata e comunicata la temperatura e si dovrà evitare di frequentare piscine e palestre”.
Insomma, si dovrà fare un po’ di attenzione a tutela di se stessi e degli altri,  ma non si sarà obbligati all’isolamento.

Le giustificazioni

L’ordinanza prevede una novità anche per quanto riguarda le giustificazioni delle assenze. Eliminata l’autodichiarazione che ha creato scompiglio nelle scuole, si ritorna alla normale giustificazione se il motivo per il quale si è stati a casa era un banale raffreddore, mal di testa o altro senza altri sintomi che possano aver fatto sospettare una presunta positività.
Nel caso in cui invece il medico abbia ritenuto di far fare un tampone e questo sia risultato negativo, il rientro a scuola dovrà essere accompagnato da un’attestazione dello stesso medico sull’esito dell’esame o dal referto negativo.

 

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Tag:  coronavirus