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Nel nome di Marco Polo

Nel nome di Marco Polo

Venezia celebra il suo più noto viaggiatore, simbolo di unione tra Occidente e Oriente. Grazie all’AI, alla Marciana viaggio nel tempo per i visitatori della mostra appena conclusa con successo

Chi è Marco Polo? Perché, anche a Settecento anni dalla sua morte, continuiamo a raccontarne le gesta?
La domanda non si apre a risposte – sarebbero prossime all’infinito – ma rimane sommessa, nelle retrovie, mentre un’intera città lo celebra nel 700° anniversario della sua dipartita da questo mondo, l’8 gennaio 1324, per consegnarsi all’immortalità.
Venezia è il teatro in cui quest’anno si raccontano le tante storie legate al mercante che, nel modo più affascinante, ricoprì la distanza terrestre dalla laguna alla lontana Cina, e ritorno.
Poco importa cosa fece, o in quanto tempo: ciò che permane è il fascino, e il tentativo di unione – uno dei primi – tra Occidente e Oriente.
A questo si è ispirata l’esposizione appena conclusa alla Biblioteca Nazionale Marciana in piazza San Marco.
Esplorazione e Conoscenza – viaggio delle meraviglie delle città orientali di Marco Polo ha raccontato, all’interno della sala Sansoviniana, la storia del “pioniere dello scambio culturale cino-occidentale”, grazie alla sinergia tra China National Publications Import & Export Corporation (Group) – in collaborazione con Straits Publishing & Distributing Group – e con la collaborazione del Comune cittadino e del Comitato nazionale per le celebrazioni del settimo centenario della nascita di Marco Polo.

 

Marco Polo
La Sala Sansoviniana della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia

Con AI, un viaggio nella Cina di Marco Polo

La mostra si è composta di sei sezioni: “Influenza”, “Impressioni”, “Ciao”, “Verità”, “Immaginazione” e “Salpare”, tutte estratte da Il Milione per raccontare lo spirito umano e umanistico dei suoi viaggi. E il termine “estrazione” non è un termine lato e casuale: grazie alla tecnologia del terzo millennio, e le illustrazioni fornite dalla stessa Marciana e dalla Biblioteca di Shangai, è stato possibile “immergere” il pubblico in uno spazio tra cultura e futuro, grazie a visori Mixed Reality (commistione tra reale e virtuale) e alla AIGC – Generative Artificial Intelligence.
L’intelligenza artificiale ha permesso di creare e cesellare contenuti visuali immaginati dai testi e dalle raffigurazioni artistiche, incrementate però dai metodi e dagli strumenti delle IA. È stato possibile quindi portare gli avventori da Venezia all’antica Cina, per scrutare e curiosarne la cultura, nel rispetto dello spirito di fratellanza e comunanza che lo stesso Marco Polo aveva sperimentato sette secoli fa.
Si tratta di un nuovo modo di fare esposizione, dove il museo o la galleria non sono solo “mostrati” al pubblico secondo una declinazione o l’altra, ma chi partecipa viene calato nella realtà passata, simulando un viaggio nel tempo che porti a comprendere la vicinanza nello spazio e nel tempo del genere umano.

Marco Polo

Marco Polo, tra coraggio e desiderio di conoscenza

Questo genere di mostra a “realtà mista” promette di tornare in altre forme, svelando un nuovo modo di guardare alla storia e all’arte, mentre a Palazzo Ducale continua, fino al 29 settembre, l’esposizione I mondi di Marco Polo, grazie alla Fondazione Musei Civici, in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia e l’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai.
La mostra celebra Marco Polo come emblema della città, sottolineando la vocazione mercantile della Serenissima medievale e la concentrazione delle diverse culture e religioni. “L’essenza di Venezia si incarna nell’ideale di Marco Polo, un simbolo di coraggio e desiderio di conoscenza”, le parole del sindaco Brugnaro all’inaugurazione dello scorso 6 aprile.
Dal senso della vista e della visione, anche il Teatro la Fenice si accoderà alle celebrazioni con il concerto dell’Orchestra Sinfonica del Veneto, sabato 13 aprile alle 18.
Protagonista del concerto il tenore Cristian Ricci, con la direzione orchestrale di Stefano Romani.
Il programma musicale prevede le composizioni di Amilcare Ponchielli ed Ennio Morricone, fino alla presentazione dell’inedita sinfonia dell’opera Cublai gran Kan de’ Tartari di Antonio Salieri.

Uomo del mondo, anche settecento anni dopo

Ultimo ma non ultimo, (almeno per questo periodo) la distribuzione dal mese di maggio di due francobolli celebrativi del viaggio: la nave del giro del mondo di Amerigo Vespucci e l’effige di Marco Polo.
Come nel suo viaggio ha ricoperto il tragitto del sole, da Occidente a Oriente e ritorno, così la sua vita si ripercuote infinita nel nostro immaginario collettivo.
Marco Polo non è stato solo veneziano, mercante, viaggiatore; Marco Polo è uomo che si fa simbolo di unione, di “uomo del mondo” che trova ridefinizione nella globalità reale, artistica e virtuale, anche a settecento anni di distanza, oltre i confini della conoscenza umana.

Damiano Martin

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