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Modello Italia: la palestra per Gpt nella nostra lingua

Modello Italia: la palestra per Gpt nella nostra lingua
Ai

Il progetto di Gpt appena presentato mira ad aiutare aziende e Pubblica Amministrazione. Intanto sull’Ai interviene anche il Papa: favorevole, ma attenzione ai rischi

L’intelligenza artificiale “Gpt” (acronimo dall’inglese che, tradotto, suona come “trasformatore generativo preaddestrato”), quella per capirci in grado di generare risposte simili a quelle umane all’interno di un discorso, va “allenata”.
Gli algoritmi avanzati di apprendimento automatico devono cioè assimilare tutte le nozioni necessarie per poi essere in grado di elaborare un linguaggio che suoni esattamente come quello naturale.
Modello Italia”, il progetto di Ai generativa appena presentato dal consorzio interuniversitario Cineca e dall’azienda iGenius, sarà il primo a svolgere questo allenamento in italiano.
Nessuno meglio degli italiani – ha affermato Uljan Sharka, fondatore e amministratore delegato di iGenius – può trasformare la propria lingua in superpoteri. Il sistema non rappresenta infatti solo la nostra lingua, ma una delle civiltà più sofisticate attraverso l’arte, la cultura e le eccellenze per cui siamo famosi nel mondo”.

Trilioni di token per tanti modelli di linguaggio

“I modelli di linguaggio in ambito di intelligenza artificiale – è l’idea di fondo di Sharka – hanno il potenziale di democratizzare la conoscenza. Ciò sarà possibile solo se ogni Paese e ogni lingua sarà rappresentato allo stato puro”.
Attraverso lo sviluppo di questo sistema, che sarà rilasciato con licenza open source (cioè non protetta da copyright e liberamente modificabile dagli utenti, l’obiettivo è dunque quello di aiutare le aziende e la Pubblica Amministrazione a sfruttare al meglio i vantaggi che derivano dall’utilizzo della Ai.
“Modello Italia”, appunto un “modello” di rete neurale come quella utilizzata alla base di strumenti come ChatGpt o Crystal, potrà per esempio essere utilizzato, sempre nel totale rispetto delle normative italiane ed europee, dell’etica, della sostenibilità, della privacy e della sicurezza nazionale, anche in ambiti delicati come sanità e finanza.
I trilioni di token (le unità più piccole di dati) utilizzati nell’addestramento saranno infatti scelti con una particolare attenzione particolare all’ecosistema di imprese ed enti pubblici italiani ed europei.

modello italia

I vantaggi di Modello Italia

Tra gli aspetti sottolineati dagli sviluppatori del modello c’è anche la ricerca della massima equità e imparzialità, attraverso l’attenzione riservata alla riduzione dei pregiudizi e delle discriminazioni che spesso costituiscono uno dei punti fonte di polemiche riguardo ai sistemi di Ai.
La progettazione punterà su affidabilità e robustezza, in grado di consentire al modello di funzionare al meglio anche nei contesti più complessi e delicati, oltre che implementabili su larga scala nel rispetto della massima sicurezza.
La protezione più elevata sarà garantita anche riguardo al trattamento informatico dei dati e ai relativi aspetti connessi alla privacy.
“Il Modello Italia – commenta Francesco Ubertini, presidente di Cineca – costituirà uno straordinario fattore abilitante per imprese e Pubblica Amministrazione nell’accelerare l’innovazione digitale”. “Il primo modello di linguaggio per l’intelligenza nativamente in lingua italiana – aggiunge Alessandra Poggiani, direttrice generale Cineca – permetterà al nostro Paese di essere un protagonista attivo della transizione digitale”.

Ai: le considerazioni di Papa Francesco

Sul tema dell’intelligenza artificiale, nelle ultime ore è intervenuto anche Papa Francesco, attraverso un messaggio in occasione della 58^ Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, dedicata proprio al tema “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”.
“I sistemi di intelligenza artificiale – ha dichiarato il Pontefice – possono contribuire al processo di liberazione dall’ignoranza e facilitare lo scambio di informazioni tra popoli e generazioni diverse”.
Papa Francesco però ha subito dopo richiamato la massima attenzione sul rischio che la Ai possa essere al tempo stesso anche strumento di “inquinamento cognitivo”.
Il riferimento, in questo caso, va sia alle fake news che alle deep fake. “Immagini che sembrano perfettamente verosimili ma sono false: è capitato anche a me di esserne oggetto”, ha ricordato, con riferimento a quelle che lo hanno visto ritratto con un piumone bianco o in atteggiamenti da supereroe. Ma anche “messaggi audio che usano la voce di una persona dicendo cose che la stessa non ha mai detto”.

Il Pontefice: “Ogni cosa, nelle mani dell’uomo, diventa opportunità o pericolo”

“È necessario – ha così scritto il Santo Padre – agire preventivamente, proponendo modelli di regolamentazione etica per arginare i risvolti dannosi e discriminatori, socialmente ingiusti, dei sistemi di intelligenza artificiale e per contrastare il loro utilizzo nella riduzione del pluralismo, nella polarizzazione dell’opinione pubblica o nella costruzione di un pensiero unico”, concludendo: “A seconda dell’orientamento del cuore, ogni cosa nelle mani dell’uomo diventa opportunità o pericolo

Alberto Minazzi

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