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Mascherine verso lo stop in più Stati

Mascherine verso lo stop in più Stati

Ancora una volta, Israele è in prima fila nei progressi legati alla lotta al Covid: il Ministero della Sanità ha stabilito che, tranne alcune eccezioni (come aerei e scuole), dopo 15 mesi non è più obbligatorio indossare le mascherine protettive, nemmeno negli ambienti al chiuso.
Ma anche la Francia ha già annunciato, per bocca del direttore generale della Sanità, Jerome Salomon, che dal 1 luglio, “se tutto va bene”, verrà meno l’obbligo di usarle all’aperto.
Vi sono poi alcuni laender tedeschi che hanno già provveduto in tal senso: dal 9 giugno, ad esempio, si può circolare nella zona pedonale di Monaco e nei dintorni del capoluogo della Baviera senza indossare il dispositivo di protezione individuale. E l’intera Germania, pur senza aver ancora preso una decisione ufficiale in merito, sta iniziando a ragionare sulla possibilità di eliminare le mascherine.
«Gli esperti scientifici dovranno decidere nel mese di giugno su un’evoluzione di questa regola» ha dichiarato il ministro della Salute, Jens Spahn.
Pur con 13 regioni italiane ormai “in bianco” e con una campagna vaccinale che procede spedita, in Italia la discussione sull’argomento è invece ancora piuttosto indietro. I ragionamenti sul tema dovrebbero iniziare ad arrivare sul tavolo del Comitato tecnico scientifico solo nelle prossime settimane, come ha anticipato il coordinatore, Franco Locatelli. L’orizzonte temporale, però, è ancora piuttosto lungo, visto che non si dovrebbero registrare novità concrete prima della piena estate, ovvero tra luglio e agosto.
In materia, del resto, non c’è uniformità di giudizio nemmeno tra i medici. Il più possibilista, nel senso di una possibile rimozione del divieto, sembra il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, che ha dichiarato all’agenzia Adnkronos: «Credo che entro fine mese si possa ragionare sullo stop all’obbligo della mascherina all’aperto». Non mancano però posizioni decisamente contrarie, come quelle dell’ex presidente di Aifa, Stefano Vella, e altre, espresse nelle settimane scorse (ad esempio dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri), che collegano la decisione alla percentuale di vaccinazione della popolazione.

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