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Formula 1, emozioni e Spirito secondo Luigi Mazzola

Formula 1, emozioni e Spirito secondo Luigi Mazzola

Ha vissuto la prima parte della sua vita tra motori e circuiti, bandiere e grandi sfide.
Vent’anni in Ferrari, speaker motivazionale e performance coach, ha lavorato con Alain Prost, Michael Schumacher, Jean Todt, Ross Brawn, Valentino Rossi e Novak Djokovic.
Luigi Mazzola non è esattamente la persona che si incontra tutti i giorni per strada.
Ingegnere di pista e poi coordinatore di sviluppo e affidabilità della vettura sempre per la Ferrari, annovera sei titoli mondiali piloti (cinque con Michael Schumacher, uno con Kimi Raikkonen) e otto mondiali costruttori, fino al 2009.
Anni ruggenti nel vero senso della parola, i suoi, ai quali è succeduta una nuova fase.
Strettamente legata alla prima, ma completamente diversa e ugualmente affascinante.

Ingegner Mazzola, ci racconta la sua nuova avventura?

A 47 anni ho preso un foglio bianco e ho riscritto la mia vita. Dal ruolo dirigenziale molto precoce, a 30 anni, si era già notata una certa attitudine a portare risultati, passando dal ‘fare’ al ‘dover far fare’, a gestire.
Avevo già studiato per incrementare queste capacità trasversali, le cosiddette ‘soft skills’: intelligenza emotiva, leadership, fino alla spiritualità. Concetti entusiasmanti che si sposano bene col mondo della Formula1: spiegano come si può al tempo stesso rischiare la vita e non avere paura, che cos’è la capacità di reazione e contro-reazione a 300km/h. In Ferrari ho avuto la fortuna di fare la teoria e la pratica, studiare e imparare dalle personalità eccezionali che avevo attorno. Ho decodificato i processi di managerialità e adesso posso andare tra le più diverse aziende a trasmetterli. È come fare una torta avendo non solo la ricetta, ma anche il procedimento per farla”.

  • Lei parla di ‘Intelligenza Emotiva’: di cosa si tratta?

    L’Emotional management è un concetto nato negli Usa: “Imparare a usare le emozioni. Il nostro cervello ci dà due blocchi di informazioni ovvero pensieri ed emozioni. I primi sono collegamente sinaptici; le emozioni sono invece energia. Senza energia non c’è movimento; reprimerla o controllarla male non va bene. Un bambino non ha pensieri ma agisce e agendo impara. Pensiero ed emozioni si supportano l’un l’altra, ma qui torniamo ai campioni dello sport e alle loro performance: sono assenza di pensiero. I campioni rimangono bambini”.

  • Eppure ogni campione lo è grazie a caratteristiche diverse…

    Certo. Ogni personaggio eccezionale che ho incontrato nella mia vita mi ha ispirato per diversi aspetti: l’abilità performativa di Senna, la razionale programmaticità di Prost, l’unione delle due da Schumacher, la leadership di Ross Brawn, le emozioni di Montezemolo, la dedica maniacale al lavoro di Jean Todt. La prima cosa che mi disse Alain fu “Io in quella macchina rischio la mia vita e capii subito cosa mi stesse chiedendo: lo stesso identico rischio, la pretesa di avere il massimo dello sforzo.

    Luigi Mazzola
    Luigi Mazzola e Alain Prost

     

  • C’è emozione nelle sue parole quando ricorda Alain Prost…
    Devo essere grato ad Alain perché mi ha mostrato cos’è una macchina da F1; sono riuscito ad entrare in forte sintonia con lui e mi ha dato la possibilità di vedere tutti gli altri aspetti del mio lavoro. Ê stato il mio maestro di crescita.
    Al Gran premio del Messico 1990 Prost, tredicesimo in qualifica ma 1° nel warm up della domenica mattina, ‘predisse’ la propria vittoria scrivendolo sul foglio del debriefing. Era il suo modo per chiedere il massimo al team. Con una strategia cambiata 30 secondi prima del setup finale arrivò sul gradino più alto del podio: ce la costruimmo quella vittoria, dal punto di vista emozionale, strategico, lavorativo.

    Luigi Mazzola
    Un giovane Luigi Mazzola con Alain Prost durante i due anni del pilota francese in Ferrari
  • In una società iper-performativa, non diventa stressante tutta questa competizione?

    È nella natura umana essere competitivi perché viviamo di dualità: non esiste vittoria senza sconfitta e viceversa. Ma nel momento in cui siamo nel non-pensiero, siamo nello Spirito, nell’infinito materiale di ogni molecola che compie infinite operazioni. È una creazione continua e la creazione è intuito, non pensiero: si va oltre il positivo e il negativo, cade la competizione. Le macchine non saranno mai in grado di creare: è una prerogativa umana. Io lavoro su questo aspetto motivazionale, sia estrinseco, compito di un leader, ma soprattutto intrinseco, interno a sé, ai propri valori e alla propria realizzazione.

  • È così che qualche anno fa ha lavorato per un breve periodo con Novak Đoković,uno dei più forti tennisti della storia, contribuendo alla sua risalita nella classifica Atp. Cosa c’entra il tennis con la Formula 1?

    E’ proprio questo il punto. E’ accaduto nonostante io e il tennis avessimo zero in comune. Ed è quello che sto facendo in questa seconda parte della mia vita: il manager coach.
    Abbiamo tutti competenze trasversali: basta saperle usare. In questa professione sono importanti il saper comunicare, l’intelligenza emotiva, ovvero l’utilizzo delle mie emozioni in relazione agli altri, rendere consapevole la persona per la quale si lavora delle problematiche che lo riguardano.
    Nel momento in cui si ascolta qualcuno non si ascolta sé stessi, quindi non si pensa e si è portati a domandare. Tutto ciò rientra nel managing coaching, a cui si è aggiunto anche il sales coaching, ovvero l’attenzione che deve porre un venditore, che per definizione non ha l’autorità (economica), ad essere autorevole verso i compratori”.

  • Si può dire che lei è un uomo che si realizza nella realizzazione dell’altro?

    È uno dei miei valori più importanti: fare del bene. La leadership, o carisma, si coltiva: in latino caris significa donare. Vuol dire donare energia positiva, le emozioni che tutti siamo in grado di provare.

  • Facciamo un gioco: se dovesse aprire un vocabolario e cercare il proprio nome quale definizione troverebbe?Una persona che fa della passione, della ricerca della prestazione e della ricerca di far del bene, sia agli altri che a sé stesso, la realizzazione dei propri valori: questa è la persona Luigi Mazzola”.Damiano Martin

 

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